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I Rangers sono più giovani e veloci, ma la difesa resta un problema

A partire dal 12 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Dopo la sconfitta in finale, i San Jose Sharks torneranno in pista ospitando i rivali dei Los Angeles Kings, mentre i Chicago Blackhawks ospiteranno i St. Louis Blues in una sfida subito dagli altissimi contenuti. Per vedere in pista i campioni dei Pittsburgh Penguins bisognerà invece aspettare il giorno successivo, quando sul loro ghiaccio ospiteranno i Washington Capitals.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.

js__64d8498w125026651_slide(newyorkrangers.com)

I New York Rangers arrivano da diversi anni di successo, che li ha visti raggiungere una finale per la Stanley Cup e due finali di Conference negli ultimi cinque anni, periodo in cui hanno conquistato anche un Presidents’ Trophy come miglior squadra della regular season.

A Manhattan i successi nelle prime 82 partite del torneo oppure il fatto di essere una delle squadre con maggiori vittorie nei playoff degli ultimi anni non hanno però mai rappresentato una consolazione. I Rangers vogliono la Stanley Cup, ma il momento buono per tornare ad alzarla al cielo potrebbe essere già passato, dopo un’ultima stagione bollata come fallimentare nonostante si fossero conquistati ben 101 punti… Questo fa ben comprendere quanto alte siano le aspettative al Madison Square Garden.

Sovente confrontati con delle operazioni di mercato sul filo del salary cap, i Rangers hanno cercato di rinforzare la propria rosa con l’obiettivo di diventare più giovani e più veloci. La principale operazione in questo senso ha visto il trade del beniamino Derick Brassard agli Ottawa Senators in cambio di Mika Zibanejad, giocatore simile ma con sei anni in meno e più economico.

Si punterà poi parecchio su giovani come il prospect russo Pavel Buchnevich oppure su Jimmy Vesey, free agent desiderato da mezza NHL e che ha scelto New York dopo un lungo periodo di “corteggiamento”. Tra i nuovi volti ci sono poi i vari Grabner, Pirri, Gerbe e Jooris, che conferiscono ai Rangers velocità, una grandissima profondità e che, anzi, mettono la squadra di Manhattan nella posizione di dover addirittura tagliare un paio di giocatori di buon livello.

Pensando al fronte offensivo, i Rangers erano l’ottava squadra in assoluto per reti segnate, ma se si guarda al conteggio dei tiri la squadra di Vigneault si trovava solamente al 26esimo rango. I maggiori contributi offensivi sono arrivati da un totale di cinque giocatori capaci di superare soglia 20 reti, ovvero Brassard, Stepan, Zuccarello, Miller e Kreider, che complessivamente avevano saputo sopperire ad un’annata da dimenticare di Rick Nash.

Fermato da degli infortuni e da tanti momenti negativi, l’ex Davos era passato dal segnare 42 gol ai soli 15 con cui ha terminato la passata stagione, solo uno in più – ad esempio – del giovane Kevin Hayes. Dall’ex capitano dei Blue Jackets ci si aspetta almeno una 30ina di gol, mentre altri impulsi importanti dovrà darli Buchnevich, che potrebbe essere atteso ad un ruolo nella Top Six senza aver mai giocato una partita NHL.

Sul fronte offensivo sono però tantissimi i ruoli da conquistare, con un elemento – ad esempio – come Brandon Pirri che addirittura non è sicuro di conquistare un posto nella Top Nine. Un posto nel quarto blocco se lo giocheranno poi i vari Maxim Lapierre, Tanner Glass, Nathan Gerbe e Josh Jooris, tutti alle prese con l’intento di impressionare lo staff tecnico per evitare di essere tagliati ed approfittare dell’assenza fino a novembre di Lindberg.

C’è però poco da girarci attorno, il più grande problema dei Rangers è in difesa. Dall’avere uno dei reparti arretrati migliori della NHL, New York ha in retrovia una vera e propria gatta da pelare, soprattutto se Dan Girardi e Marc Staal non sapranno reagire a un’annata disastrosa. Con contratti importanti e con l’impossibilità di scaricarli o scambiarli, New York spera possano tornare i giocatori di un tempo, al fianco di alcune sicurezze rappresentate dal capitano Ryan McDonagh e dal sottovalutato Kevin Klein.

Ha però fatto malissimo la partenza di Keith Yandle e – in definitiva – anche il ritiro di Dan Boyle, addii che lasciano i Rangers senza dei veri registi sulla linea blu. C’è tanta attesa per il giovane Brady Skjei, autore di un buon finale di stagione e di un ottimo Mondiale, ma è chiaro che la sua presenza non rappresenta una risposta sufficiente. Si aggiunge il punto interrogativo rappresentato da Nick Holden, arrivato da Colorado.

Dubbi tra i pali invece non ce ne saranno. Lo svedese Henrik Lundqvist sarà ancora l’incontrastato titolare e rappresenta ancora uno dei migliori portieri al mondo. Lo scorso anno Lundqvist è stato il portiere a dover fronteggiare il maggior numero di occasioni da rete di tutta la NHL, mantenendo la sua squadra a galla finchè ha potuto… Le ampie lacune difensive dei Rangers sono poi uscite nei playoff, quando anche lo svedese è collassato con tutto il gruppo.

Il suo backup sarà per la seconda stagione Antti Raanta, capace di convincere lo staff e strappare il rinnovo contrattuale di due anni.

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