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NHL

Un nuovo staff, solidità in difesa e qualche scommessa per i Wild

A partire dal 12 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Dopo la sconfitta in finale, i San Jose Sharks torneranno in pista ospitando i rivali dei Los Angeles Kings, mentre i Chicago Blackhawks ospiteranno i St. Louis Blues in una sfida subito dagli altissimi contenuti. Per vedere in pista i campioni dei Pittsburgh Penguins bisognerà invece aspettare il giorno successivo, quando sul loro ghiaccio ospiteranno i Washington Capitals.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.

Nonostante la quarta qualificazione ai playoff consecutiva, in casa Minnesota Wild l’ultima stagione è stata bollata come deludente, e per questo motivo la più grande operazione di mercato è avvenuta lontano dal ghiaccio, ingaggiando in qualità di head coach Bruce Boudreau.

L’allenatore è stato capace di portare negli anni Anaheim e Washington alla vittoria di ben otto titoli di division, ed è inoltre stato il coach più veloce nella storia NHL a raggiungere il traguardo delle 400 vittorie. Il suo compito sarà ora di cambiare il volto della franchigia di St. Paul, nota per i momenti di vuoto durante la stagione e che lo scorso anno costarono il posto a Mike Yeo, al termine di una serie di 13 sconfitte nel giro di 14 partite.

La speranza dei Wild è inoltre quella di aver fatto l’affare con l’ingaggio di Eric Staal, reduce dalla sua peggior stagione in carriera a livello offensivo e da una deludente avventura ai New York Rangers, ma ingaggiato per soli 10.5 milioni di dollari sull’arco di tre anni.

Il reparto d’attacco è poi stato rinforzato dall’arrivo di Chris Stewart, ma grande fiducia viene riposta in un nucleo di giovani in cui troviamo lo svizzero Nino Niederreiter, Mikael Grandlund, Charlie Coyle oppure Jason Zucker. Non si dimentichi poi un certo Zach Parise, che si spera tornerà al 100%.

Boudreau si è già dichiarato convinto di poter rimettere in condizione Eric Staal di tornare al suo livello, ed infatti il piano iniziale sembra quello di impiegarlo come primo centro tra Parise e Coyle. Il coach ad interim John Torchetti aveva inoltre avuto la buona intuizione di spostare Granlund all’ala di Koivu, ed il giocatore ne aveva decisamente benificiato.

La linea di Niederreiter, Haula e Pominville era invece stata la più performante nella seconda parte di stagione, anche se da quest’ultimo i Wild hanno bisogno un contributo maggiore in termine di reti, passate dalle 30 di due anni fa a solamente 11.

In Minnesota si va inoltre fieri di un reparto arretrato solido, tant’è che nessun elemento della retrovia è stato scambiato, nonostante l’esigenza di trovare un attaccante di valore in più. Nello staff dei Wild c’è poi Scott Stevens, presenza che promette di migliorare ulteriormente il reparto. I nomi d’altronde ci sono tutti, a partire dalla solidità di Ryan Suter sino ad arrivare ai vari Jared Spurgeon (ex Langnau), Matt Dumba oppure Marco Scandella, a cui manca però un po’ di sostanza.

Tra i pali sarà chiamato ad un nuovo passo avanti il titolare Devan Dubnyk. Il portiere aveva fatto stravedere nel momento in cui era arrivato dai Coyotes due anni or sono, quando vinse 27 partite su 38 incontri giocati consecutivamente, bilancio che gli valse il Masterton Trophy e una nomina al Vezina.

Lo scorso anno ha però giocato 27 incontri in più ed aumentato il suo bilancio di vittoria di sole cinque partite. Aveva chiuso la stagione “un po’ così” con una media di 3.34 reti concesse a partita e l’87.7% di parate nella serie di playoff contro Dallas.

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