A partire dal 12 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.
Dopo la sconfitta in finale, i San Jose Sharks torneranno in pista ospitando i rivali dei Los Angeles Kings, mentre i Chicago Blackhawks ospiteranno i St. Louis Blues in una sfida subito dagli altissimi contenuti. Per vedere in pista i campioni dei Pittsburgh Penguins bisognerà invece aspettare il giorno successivo, quando sul loro ghiaccio ospiteranno i Washington Capitals.
Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.
È in atto un cambiamento di rotta a Nashville e, dopo tanti anni ad attendere e riporre le proprie speranze sullo sviluppo dei giovani, i Predators hanno una nuova mentalità incentrata sull’avere un successo immediato.
Un nuovo evidente indizio in questo senso lo si è avuto la scorsa stagione, quando il giovane difensore Seth Jones è stato scambiato ai Columbus Blues Jackets per Ryan Johansen. Tornando un po’ più indietro non ci si può inoltre dimenticare di Filip Forsberg, miglior realizzatore delle ultime due stagioni e che era stato acquisito dai Washington Capitals alla trade deadline del 2013.
Durante l’estate c’è poi stato naturalmente il blockbuster trade che visto arrivare nel Tennessee un difensore esplosivo e dal carattere forte come P.K. Subban, dando però l’addio al capitano Shea Weber.
La possibilità di avere successo per i Predators è però legata a doppio filo anche dalla condizione fisica di alcuni elementi cardine, a partire dal primo centro Ryan Johansen, a cui verrà chiesto di lottare ad ogni singolo cambio. All’esperto Mike Ribeiro potrebbe essere affidata la seconda linea, ma il 36enne aveva già mostrato segni di cedimento lo scorso anno, tanto da essere lasciato in tribuna per alcuni match di playoff.
Il rendimento dei centri avrà un diretto impatto su Filip Forsberg, James Neal e Craig Smith, le tre principali bocche da fuoco dei Preds. Un grande contributo arriverà però anche dal reparto difensivo, che in molti considerano tra i migliori della NHL, perlomeno nella sua Top Four.
Il rossocrociato Roman Josi ha raggiunto un livello stratosferico e sarà affiancato dai vari Subban, Ekholm e Ryan Ellis, nomi che rendono Nashville pericolosissima in fase di transizione. Con la partenza di Shea Weber il gruppo non è però particolarmente intimidatorio a livello fisico, e l’arrivo dello svizzero Yannick Weber in questo senso non aiuta. Potrebbe essere però interessante la sua intesa con Josi, che può dare flessibilità nella costruzione del lineup nel caso l’intesa con Subban non dovesse funzionare.
Tra i pali il titolare sarà naturalmente Pekka Rinne, il quale si è lasciato alle spalle i vari problemi di salute che gli avevano messo i bastoni nel recente passato. Il finlandese sull’arco degli ultimi due campionati ha giocato 130 partite e, a 33 anni, si hanno tutte le ragioni per poter credere che possa ancora disputate un gran numero di match ad alto livello.
Le alternative per i Predators non sono infatti molte, visto che il suo backup sarà uno tra Marek Mazanec e Juuse Saros, che si daranno battaglia per il posto da numero due nell’ambito del training camp.
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