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Il peggio è passato per i Bruins, ma bisogna ancora stringere i denti

A partire dal 12 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Dopo la sconfitta in finale, i San Jose Sharks torneranno in pista ospitando i rivali dei Los Angeles Kings, mentre i Chicago Blackhawks ospiteranno i St. Louis Blues in una sfida subito dagli altissimi contenuti. Per vedere in pista i campioni dei Pittsburgh Penguins bisognerà invece aspettare il giorno successivo, quando sul loro ghiaccio ospiteranno i Washington Capitals.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.

Per la seconda stagione consecutiva i Boston Bruins hanno mancato l’accesso ai playoff ma, dopo un paio di anni contraddistinti da partenze dolorose, l’estate appena passata è stata meno dura delle precedenti per la franchigia che nel 2011 si era laureata campione.

La partenza verso Vancouver dell’attaccante Loui Eriksson ha permesso l’ingaggio del veterano David Backes, mentre il buyout di Seidenberg ha visto come contropartita l’arrivo alla deadline di John-Michael Liles. L’operazione più recente è inoltre il rinnovo per otto stagioni dell’attaccante Brad Marchand, reso possibile da una gestione negli ultimi anni che ha finalmente conferito nuovamente ai Bruins una certa flessibilità a livello di salary cap. Il prezzo da pagare è però una rosa che presenta diverse lacune e che farà verosimilmente fatica a tornare nei playoff.

Dal punto di vista offensivo i Bruins lo scorso anno avevano saputo fare bene, ottenendo 27 gol in più dell’annata precedente nonostante la partenza di tanti attaccanti di valore. Complessivamente sono inoltre stati quattro i giocatori capaci di arrivare a 60 punti, mentre la stagione precedente l’unico ad arrivare a 50 punti era stato l’ex bianconero Patrice Bergeron.

La forza di Boston sta indubbiamente al centro, con il nuovo arrivato Dominic Moore – in calo ma sempre esperto agli ingaggi – che si aggiunge a sicurezze come Bergeron, Krejci, Backes e Spooner, anche se uno degli ultimi due dovrà forzatamente giostrare all’ala.

La difesa rappresenta invece il vero ed evidente punto debole, soprattutto dopo le partenze avvenute in passato di Johnny Boychuk e Dougie Hamilton. Dall’essere la seconda squadra meno perforata della lega, lo scorso anno i Bruins erano la 19esima, ed il solo Zdeno Chara non basta più a sostenere il reparto. Il gigante slovacco ha un anno in più ed ha bisogno di un partner affidabile, che attualmente non pare però essere in organico. Fortunatamente tanti puck vengono “filtrati” grazie alla presenza di centri difensivi eccezionali come Bergeron e Krejci, ma alla lunga questo non è abbastanza.

Questa situazione ha costretto anche il portiere titolare Tuukka Rask a fare gli straordinari, non sempre però con risultati eccezionali e comunque ben lontani dai numeri che gli avevano permesso di vincere il Vezina Trophy nel 2014. A spalleggiarlo ci sarà il nuovo arrivato Anton Khudobin, il quale era già il backup di Rask alcuni anni or sono e che sarà prendersi a carico un po’ del suo carico di lavoro.

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