
USA – SVIZZERA
0-3
(0-2, 0-0, 0-1)

Reti: 12’46 Riat (Berni) 0-1, 15’59 Siegenthaler (Fiala, Moy) 0-2, 51’51 Kukan (Malgin, Andrighetto) 0-3
Note: Jyske Bank Boxen, 5’741 spettatori
Penalità: USA 2×2, Svizzera 2×2
Assenti: Sandro Aeschlimann, Dominik Egli, Sven Jung, Dario Rohrbach (non iscritti), Christian Marti (infortunato), Grégory Hofmann (sovrannumero)
HERNING – Aveva ancora addosso i postumi del jet-lag probabilmente, ma Kevin Fiala si è subito calato alla grande nella realtà del Mondiale (come aveva già dimostrato in passato, in particolare a Praga) e ha cambiato il volto di una Svizzera capace di schiantare gli Stati Uniti finora imbattuti e che non avevano ancora subito alcuna rete nel torneo.
L’inserimento del numero 21 non ha portato solo benefici sul logico piano individuale con la classe dell’attaccante dei Kings, ma ha permesso (obbligato) a Patrick Fischer di modificare il line-up in modo da poter finalmente rinforzare un bottom six che finora era apparso un po’ fragile.
E non è un caso che a finire in quarta linea sia stato quel Bertschy che in passato aveva già interpretato alla grande quel ruolo, e di fatti il friborghese è stato tra i migliori in pista per sostanza e volume di lavoro a 360 gradi, con Schmid e Baechler più tranquilli nei loro cambi, così come Knak e Jäger – non ancora del tutto rodati – hanno comunque potuto beneficiare della presenza di Riat, scalato anche lui per far posto a Fiala.
E questa solidità la Svizzera l’ha messa in pista per tutto l’incontro, andato in crescendo per quanto riguarda l’intensità e la regolarità con cui Hischier e compagni si facevano vedere dalle parti di Daccord, dopo un primo periodo iniziato con qualche piccolo problema nelle uscite dal terzo e di finalizzazione.
A suonare la carica è stato proprio un palo clamoroso di Fiala – il quale per tutto l’incontro ha rappresentato una minaccia costante per gli USA – e da lì via gli elvetici hanno preso coraggio, andando sì in vantaggio con un po’ di fortuna sulle carambole di Knak e Riat, ma portando una presenza costante nello slot offensivo.
Gli USA hanno sofferto molto il forecheck rossocrociato, esercizio in cui anche Timo Meier ha dispensato l’esempio, e più di una volta per la Svizzera c’è stata la possibilità di partire in break e di creare superiorità offensiva già a partire dalla blu offensiva grazie ai tanti dischi rubati in zona neutra.
A impressionare è stata anche la tranquillità mostrata davanti a Genoni, non inoperoso ma dispensato dagli interventi più difficili grazie alla copertura messa in atto da Siegenthaler e compagni, e comunque apparso abbastanza sicuro tra i pali.
Questa vittoria porta entusiasmo e una certezza nuova per la Svizzera, quella vista in pista contro gli americani è di nuovo quella squadra che ha il potenziale per andare lontano, sia per qualità tecniche che per unità del gruppo.
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