
UNGHERIA – SVIZZERA
0-10
(0-2, 0-3, 0-5)

Reti: 05’44 Ambühl (Egli, Moser) 1-0, 07’25 Meier (Kukan) 2-0, 31’57 Egli (Glauser, Fiala) 3-0, 33’24 Meier (Moy, Fiala) 4-0, 35’21 Moser (Bäechler, Meier) 5-0, 50’03 Egli (Moser, Meier) 6-0, 50’51 Ambühl (Schmid, Marti) 7-0, 54’49 Glauser (Jäger, Knak) 8-0, 58’53 Ambühl (Fora, Moser) 9-0, 59’20 Fiala (Moy, Marti) 10-0
Note: Jyske Bank Boxen, 2’846 spettatori
Penalità: Ungheria 3×2, Svizzera 2×2
Assenti: Sandro Aeschlimann, Sven Jung, Dario Rohrbach (non iscritti), Nico Hischier (infortunato), Jonas Siegenthaler, Sven Andrighetto, Denis Malgin
HERNING – È vero che quando ci si aspetta che certe partite possano passare sotto la voce delle semplici formalità possono tramutarsi in qualche trappola di troppo, spesso alimentata da qualche superficialità di troppo.
La Svizzera questo “pericolo” lo ha solo accarezzato nei primi dieci minuti del secondo periodo, quando qualche giocata di troppo in maniera vezzosa e la ricerca del colpo di fioretto hanno permesso all’Ungheria di mettere fuori la testa per qualche cambio, con Meier e compagni intenti a perdere qualche disco di troppo.
In fondo però la partita era già stata indirizzata in una certa maniera dalla Svizzera – presentata da Fischer senza Andrighetto, Malgin e Siegenthaler – dopo un primo tempo chiuso su un 2-0 che non raccontava del tutto il totale dominio elvetico, in particolare in un quarto d’ora scarso che è sembrato un lunghissimo powerplay.
Quei famosi dieci minuti di confusione e leggerezza sono stati però messi a tacere dal 3-0 di Egli, seguito in rapida successione dalle due reti di Meier e Moser, e come per magia la squadra rossocrociata è tornata ad essere più precisa nelle trame di gioco e più diretta verso la porta di Vay, pur senza tirare in maniera esagerata, cercando sempre il momento giusto per affondare il colpo.
E Genoni? Certo, serata facile per il portiere dello Zugo, ma non sempre rimanere inoperoso per così tanto tempo fa bene in quel ruolo – alla seconda pausa erano quattro i tiri scagliati dall’Ungheria verso il 37enne – ma nei pochissimi casi in cui è stato chiamato in causa non ha dovuto dannarsi l’anima di fronte alla pochezza tecnica dei magiari, volenterosi ma proprio nulla di più.
La squadra di Majoross è crollata poi nel finale, lasciando che la Svizzera la umiliasse con l’ennesima scoppola di questo Mondiale, e al termine di un incontro in cui i magiari hanno tirato in porta 6 volte ci viene da chiedere il senso di queste partecipazioni ad “altalena” (su e giù con continue promozioni e relegazioni di anno in anno) di nazionali che nulla hanno a che vedere con il gruppo mondiale principale, ma è un discorso che si intreccia con l’esclusione di Russia e Bielorussia, un divieto che aldilà delle motivazioni politiche non fa che abbassare in maniera evidente il livello di questa competizione, e queste partite – con anche pochissimo pubblico – non fanno certo il bene della federazione internazionale come pubblicità del prodotto.
Tornando all’hockey giocato, la penultima partita dei rossocrociati nel Gruppo B è servita sicuramente ad affinare alcune alchimie e a far fiatare gli esclusi, dando la possibilità a chi come Dominik Egli aveva voglia di mettersi in mostra (e il difensore lo ha fatto bene) mentre più in ombra è rimasto di nuovo Hofmann, e infine si è data la certezza ad Andres Ambühl di poter lasciare la nazionale dopo aver timbrato il cartellino anche nel suo ultimo mondiale prima di appendere i pattini al chiodo, addirittura con una tripletta.
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