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Lugano

Il Lugano affonda a Rapperswil e si inguaia sempre più

La squadra di Gianinazzi spiana la strada ai Lakers con un disastroso primo periodo e il tentativo di rimonta si spegne subito. Infortunio per Connolly

(JustPictures)

Il Lugano affonda a Rapperswil e si inguaia sempre più

RAPPERSWIL – LUGANO

6-2

(3-0, 2-2, 1-0)

Reti: 3’19 Lammer (Djuse) 1-0, 4’39 Rowe (Aberg, Cervenka) 2-0, 14’27 Aberg 3-0, 22’50 Patry (Bennett, Granlund) 4-1, 34’54 Klok (Aberg) 4-2, 35’58 Djuse (Aberg) 5-2, 57’42 Forrer (Dünner) 6-2

Note: SGK Arena, 4’367 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Dipietro; Obwegeser, Huguet
Penalità: Rapperswil 5×2 + 1×5 + 1×20, Lugano 9×2

Assenti: Julian WalkerBernd WolfMarco MüllerJeremi GerberMark Arcobello (infortunati), Mikko Koskinen (sovrannumero)

RAPPERSWIL – A volte pare incredibile come il Lugano possa concentrare tutti i suoi problemi e le sue lacune in nemmeno metà partita, tanto da vanificare qualunque speranza di portare via punti. Quanto mostrato dai bianconeri nel canton San Gallo, in special modo nel primo periodo della partita contro i Lakers, è stato quanto di peggio ci si sarebbe potuti aspettare.

Certo, assenze come quelle di capitan Arcobello (con la C passata a Thürkauf) e soprattutto di Marco Müller pesano moltissimo sull’economia di una squadra che per esprimersi come meglio può ha bisogno di tutti i suoi migliori elementi, ma l’attitudine giusta non può mai mancare.

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Non può mancare soprattutto quando a parole tutti sono consapevoli che “da ora siamo già in modalità playoff” oppure “da adesso sono tutte delle finali per noi”, eppure i bianconeri, come già capitato per esempio contro il Friborgo qualche settimana fa, hanno completamente bucato l’entrata in materia, lasciando al Rapperswil completo controllo delle operazioni.

Durante quei primi venti minuti i giocatori del Lugano hanno praticamente riconosciuto i loro avversari solo attraverso il nome o il numero sulla schiena, tanto hanno dovuto sempre rincorrere il disco e chi lo manovrava sul ghiaccio. Schlegel lasciato in balia degli eventi, errori su errori nelle gestione del disco, alcuni imperdonabili anche per l’atteggiamento (vedasi Stoffel sul 3-0), ma soprattutto incomprensibili per una squadra nella situazione attuale del Lugano.

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Aldilà del time out chiamato dopo pochi minuti da Gianinazzi, si è capito come i Lakers attendessero un avversario impostato in quella maniera per affondarlo del tutto, e il coach del Lugano non poteva più avere controllo della partita o degli eventi. Perso anche Connolly dopo la prima pausa, il Lugano ha cercato una reazione che ha effettivamente portato al tentativo di reazione bianconera con le due reti di Patry e Klok, ma tutto è stato subito vanificato dall’ennesimo errore individuale, con Djuse a ringraziare il mancato controllo di Alatalo sulla blu.

Ricco di avvenimenti più che altro disciplinari, il terzo periodo non ha portato nulla alla sostanza del match, con qualche folata da parte del Lugano ma con la squadra di Hedlund perfettamente a suo agio nel controllare la partita senza più correre molti rischi.

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La situazione per il Lugano si complica sempre più, da una posizione quasi “privilegiata” nella lotta per i preplayoff, i bianconeri stanno scivolando sempre più in una zona rischiosissima, con un calendario che non sembra giocare a favore dei ticinesi.

I bianconeri dovranno fare i conti con l’assenza di Arcobello (Bennett non ha sfigurato martedì) ma c’è da valutare anche Connolly e soprattutto ci sarà da cambiare registro – per l’ennesima volta – altrimenti si rischierà sul serio di dover fare i conti con la paura. Perché quanto sembrava vicino persino il settimo posto qualche settimana fa, anche Langnau e soprattutto Losanna sono appena lì sotto.

E con l’Ajoie in attesa da mesi.


IL PROTAGONISTA

Emil Djuse: Velocissimo ed ispirato, il difensore svedese ha fatto ammattire il Lugano, giocando una partita a tutta pista, facendosi valere non solo come regista ma anche come finalizzatore. Difficilissimo da fermare con il disco sul bastone, si è divertito nel disegnare slalom tra le larghe fila della difesa bianconera..


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