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I Blues ad un cambio generazionale, ma manca qualche pedina

A partire dal 12 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Dopo la sconfitta in finale, i San Jose Sharks torneranno in pista ospitando i rivali dei Los Angeles Kings, mentre i Chicago Blackhawks ospiteranno i St. Louis Blues in una sfida subito dagli altissimi contenuti. Per vedere in pista i campioni dei Pittsburgh Penguins bisognerà invece aspettare il giorno successivo, quando sul loro ghiaccio ospiteranno i Washington Capitals.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.

La passata stagione si è conclusa con la sconfitta dei Blues nella finale di Western Conference, stadio dei playoff che ha rappresentato il risultato migliore degli ultimi 15 anni per la franchigia del Missouri, in passato oramai “abituata” a delle regular season molto solide seguite da dei playoff deludenti.

La speranza dei Blues è naturalmente quella di costruire sul risultato ottenuto nell’ultimo campionato, anche se a St. Louis si è venuta a creare una situazione in cui l’attuale head coach Ken Hitchcock sa già di guidare la squadra per la sua ultima annata, prima di lasciare il testimone a Mike Yeo dal campionato 2017/18.

In quel momento i Blues gireranno un’altra delle storiche pagine degli ultimi anni – Hitchcock è coach dal 2011 – dopo aver visto la partenza del capitano David Backes, il quale ha firmato un contratto di cinque anni con i Boston Bruins. A lui si è aggiunto l’addio di Troy Brouwer, il quale rappresentava un’altra personalità importante nell’anima di uno spogliatoio sempre estremamente determinato.

Le risposte a livello di mercato per compensare queste partenze non sono state molte, e si riducono di fatto al ritorno di David Perron e al recente scambio per ottenere l’incompiuto Nail Yakupov da Edmonton, che si spera possa finalmente sbocciare. Queste mosse creano sicuramente un certo scetticismo, unitamente alla decisione di affidare completamente la porta a Jake Allen, che non sarà più spalleggiato da Brian Elliott.

A livello offensivo St. Louis potrà sempre vantare la velocità e la tecnica di elementi come Tarasenko oppure Fabbri, ma hanno nettamente perso a livello fisico dopo le partenze di Backes e Brouwer, che assieme avevano prodotto addirittura 439 hits. Questo costringerà i Blues ad essere una squadra migliore a livello di possesso e a basarsi maggiormente sugli impulsi dalla retrovia.

La struttura rimane comunque intatta, con elementi di livello come Alexander Steen, Paul Statsny e Jori Lehtera al centro, mentre la top six si completa con le ali Jaden Schwartz e Scottie Upshall, mentre rimane da vedere dove si collocherà Yakupov. Lo stile che si adotterà andrà probabilmente a richiamare quello applicato da Minnesota negli anni in cui è stato al comando Yeo, così da rendere possibile una transizione lineare nel prossimo offseason.

In difesa Alex Pietrangelo rappresenta sempre il pilastro del reparto, a maggior ragione dopo un’ottima passata stagione. È sempre in organico anche Kevin Shattenkirk, “sopravvissuto” all’ondata di rumor estivi e sempre a St. Louis nonostante un contratto in scadenza. Resterà invece da determinare quanto potrà dare Bouwmeester, a sole 10 partite dal traguardo dei 1’000 incontri in NHL ma in comprensibile declino. Una mano in più arriverà probabilmente da due rookie estremamente interessanti come Colton Parayko e Joel Edmundson.

In porta si è già detto della partenza di Elliott, lo scorso anno capace di essere il miglior portiere della NHL per percentuale di parate (93%). Dopo il suo scambio a Calgary starà ora a Jake Allen ripagare la fiducia riposta nei suoi confronti, soprattutto dopo un rinnovo contrattuale da 17.4 milioni per quattro anni.

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