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Chicago prova a districarsi nel salary cap e punta ancora al titolo

A partire dal 12 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Dopo la sconfitta in finale, i San Jose Sharks torneranno in pista ospitando i rivali dei Los Angeles Kings, mentre i Chicago Blackhawks ospiteranno i St. Louis Blues in una sfida subito dagli altissimi contenuti. Per vedere in pista i campioni dei Pittsburgh Penguins bisognerà invece aspettare il giorno successivo, quando sul loro ghiaccio ospiteranno i Washington Capitals.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.

Dopo aver vinto tre Stanley Cup nel giro di sei anni, lo scorso campionato è terminato con l’eliminazione al primo turno di playoff per i Chicago Blackhawks, estromessi in sette partite da St. Louis e capaci di consolarsi solamente grazie ai premi individuali conquistati da Patrick Kane (Art Ross Trophy e Ted Lindsay Award) ed Artemi Panarin (Calder Trophy).

Nell’Illinois la fame di Stanley Cup non si è però placata, e con la rosa che gli Hawks si ritrovano hanno tutto il diritto di puntare ad una nuova Coppa, che li proietterebbe in quella dimensione di “dinastia” tanto discussa dopo il titolo del 2015.

Il tallone d’Achille di Chicago potrebbe però essere rappresentato dalla mancanza di profondità della rosa, visto che il GM Stan Bowman è sempre costretto ad operare a ridosso del salary cap, e una gran parte delle risorse è allocata per mantenere allo United Center le principali star della rosa.

La mancanza di spazio ha così costretto gli Hawks a far registrare gli addii di Andrew Shaw (Canadiens) e Teuvo Teravainen (Hurricanes), anche se il margine venutosi a creare ha permesso il ritorno del difensore Brian Campbell.

Sul fronte offensivo il principale punto di domanda è rappresentato dalla possibilità di far effettivamente ruotare quattro linee con efficacia, caratteristica questa alla base dei più recenti titoli vinti da Chicago. Otto attaccanti hanno il posto assicurato, ovvero i vari Kane, Panarin, Toews, Anisimov, Hossa, Kruger, Desjardins e Panik, mentre il resto del lineup dovrà essere completato da prospect o elementi di minor rilievo.

In questo senso Tyler Motte e Nick Schmaltz promettono bene, mentre Vinnie Hinostroza era stato il miglior marcatore del farm team AHL di Rockford ed ha un chiaro potenziale. Spazio lo avranno anche Brandon Mashinter ed il più esperto Jordin Tootoo, con quest’ultimo che rappresenta l’unico vero nuovo volto in attacco.

In difesa gli Hawks hanno fatto un bell’affare con il ritorno di Campbell, tra i protagonisti della Coppa nel 2010 e che, all’età di 37 anni, lo scorso anno è stato il giocatore più impiegato dei Panthers con 22’16 minuti a partita. Si collocherà nella top four con Duncan Keith, Brent Seabrook e Niklas Hjalmarsson… Poco sotto in gerarchia si collocano invece Trevor van Riemsdyk ed il veterano Michal Rozsival, mentre a completare il reparto ci sarà inizialmente Michal Kempny.

Tra i pali non ci sono molte discussioni, il titolare incontrastato è ancora Corey Crawford, mentre Scott Darling rappresenta un backup affidabile. Lo scorso campionato Crawford aveva stabilito il proprio record di vittorie con 35 successi, ma nel finale era stato messo KO da una commozione cerebrale che lo aveva fermato per 11 match.

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