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The Off-Ice: Torts’ Dogs, la storia di John Tortorella e del suo spirito animale

Coach focoso, spesso al limite dell’esaurimento in panchina, John Tortorella ha un lato della sua vita che non molti conoscono. “Torts” fuori dal ghiaccio preferisce interagire con gli animali e aiutare quelli in difficoltà

Fino a pochi mesi fa, finché John Tortorella era ancora allenatore dei Columbus Blue Jackets, potevate sintonizzarvi sulla stazione radio The Fan 97.1 per ascoltare in diretta il podcast diretto da Anthony Rothman con ospite proprio il focoso coach americano.

Una normale trasmissione sportiva, almeno inizialmente, poi improvvisamente il programma virava su un argomento completamente diverso, dando spazio agli appelli per cuccioli in cerca di famiglie e associazioni a favore degli animali abbandonati. E “Torts”, dopo aver magari spiegato alla sua personale maniera com’era andata la partita della sera prima dei suoi ragazzi, restava lì come ospite attivo e co-commentatore del podcast a parlare di cuccioli abbandonati. Tortorella? Lo stesso che in partita o in conferenza stampa a volte appare più animalesco lui di un cane da guardia? Proprio lui.

© Columbus Blue Jackets

È la storia che accomuna molte persone, soprattutto se famose, dove viene scoperto il secondo lato di una vita che viene mostrata solo a metà, quella che sta davanti a microfoni e telecamere dopo una partita. Davanti a un microfono John Tortorella ci sta spesso, ma quando parte la sigla intermedia di Hockey & Hounds, e può parlare di ciò che in cuor suo ama di più, il suo carattere si trasforma.

Al contrario di suo figlio Dominick, “Torts” non ha mai avuto animali domestici durante l’infanzia, a parte un cane che gli faceva compagnia durante i suoi anni all’università. Dominick, che oggi è un militare professionista dopo aver servito nel 75° Reggimento Rangers, ha sempre avuto la passione per gli animali, trasmessagli da mamma Christine.

Già quando i Tortorella abitavano nella contea di Westchester, stato di New York, Christine e Dominick si occupavano di un cane e un paio di gatti, ma la vera svolta arrivò in una sera di gennaio. I Tortorella abitavano già da mesi nel quartiere residenziale di White Plains, ma solo per caso, passeggiando di sera, scorsero un grande rifugio per cani abbandonati a pochi isolati dalla loro casa, e la cosa li sorprese. Infatti, dal loro arrivo non avevano visto uno solo di quei cani portato fuori dal rifugio o gironzolare per il quartiere. Christine e Nick decisero di fare un’irruzione notturna e scoprirono decine e decine di cani ingabbiati e costretti a vivere in condizioni tremende, denutriti, sporchi e malati.

Tornati a casa avvisarono John, che all’inizio si arrabbiò per la loro “impresa”, ma poi si convinse ad andare a dare un’occhiata. “Quello che vidi cambiò la mia vita. Dal giorno seguente con la mia famiglia mi attaccai al telefono per cercare persone disposte ad aiutarci a prendere a carico quegli animali. Tutte le mattine alle 8 mi presentavo davanti al cancello per portare a passeggio quei cani prima di andare agli allenamenti dei Rangers”.

© MSG Photos

Quando i Tortorella si trasferirono a Columbus, ormai quel rifugio poteva contare su decine di volontari e più della metà dei cani che vi si trovavano era stata adottata da famiglie del luogo, il tutto grazie all’intraprendenza della famiglia Tortorella. Per descrivere lo spirito della famiglia, basti ricordare che appena arrivata in Ohio, Christine si imbatté in una fattoria abbandonata fuori città e decise di restaurarla e di adottare i quattro cani e i due cavalli che vi vivevano in condizioni impresentabili.

E finalmente nel 2015, invitato in radio per un’intervista, Tortorella incontra lo speaker Anthony Rothman, amante degli animali che conosce bene le storie di salvataggi della sua famiglia, e in poco tempo nasce la loro trasmissione. “Parlare di hockey è un pretesto – racconta Rothman – quando John arriva in radio si vede che vuole liquidare la parte sull’hockey in fretta per parlare degli animali.”

Particolarmente descrittiva la puntata del 25 gennaio di quell’anno, quando Rothman chiede a Tortorella delle brutte prestazioni di Alexander Wennberg con la maglia dei Blue Jackets: “Sì certo, Wennberg deve alzare il suo livello, però adesso devo parlare di Virginia, un Pitbull di quattro anni che cerca casa. È molto più importante che Virginia passi l’inverno al caldo piuttosto che Wennberg si faccia qualche partita in tribuna”.

L’influenza di Tortorella e l’intraprendenza di Rothman hanno un effetto domino a Columbus, tra carpentieri che ascoltando la trasmissione decidono di costruire a loro spese dei rifugi, meccanici che donano furgoni per il recupero e il soccorso degli animali abbandonati, improvvisamente tutti prendono coscienza del problema.

Oggi la “John and Christine Tortorella Family Foundation” è una realtà importantissima a Columbus e i suoi volontari si occupano di centinaia di casi all’anno, salvando dalla strada e affidando alle famiglie tutti quegli animali che cercano casa, ma non solo. La fondazione si è allargata tanto da prendere a carico anche l’educazione dei bambini che vivono in famiglie disagiate o problematiche, supportandoli con la “Pet Terapy” e deviando parte dei fondi a decine di altre fondazioni o associazioni benefiche, aiutandole nel reclutamento di volontari e attrezzature di lavoro.

Ormai tra la famiglia Tortorella, Anthony Rothman e gli animali della città c’è un legame indissolubile, come possono raccontare innumerevoli episodi. Un giorno, in piena trasmissione su Hockey & Hounds, John e Anthony mollarono tutto per dare seguito alla segnalazione di un’ascoltatrice che aveva trovato una cagnolina che stava partorendo in mezzo alla strada e andare a soccorrere lei e i suoi cuccioli.

A Tortorella fu anche affidata una panchina per un All Star Game NHL, ma il coach all’ultimo rifiutò per stare a casa a prendersi cura del cane di Dominick, degente da un’operazione.

“Quel giorno a Westchester si è illuminato qualcosa dentro di me, e sento che con gli animali ho un rapporto particolare, sto bene in mezzo a loro e loro stanno bene con me. Capita a volte che arrivi a casa un corriere per consegnarmi un pacco e mi informa degli animali che trova o vede lungo il suo percorso e chiede se può fare qualcosa con il suo furgone. Ormai la gente non mi parla quasi più di hockey”.

Se vi capiterà di fare arrabbiare John Tortorella, ricordatevi sempre di tenere un cucciolo sotto la giacca. Funzionerà, statene certi.

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