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Interviste

Fora: “Una buona prova di solidità, a livello personale lavoro tanto per maturare”

Il difensore dopo il successo sulla Norvegia: “Ultimamente sto focalizzando ancora di più il lavoro mentale, tutto quello che posso controllare, come la preparazione alla partita. Sono convinto che sia la cosa più importante”

HERNING – Michael Fora è soddisfatto al termine della vittoria ottenuta contro la Norvegia. Magari non un successo spettacolare, ma solido e in fondo mai messo in discussione.

“Era importante entrare bene in partita, essere concentrati per i 60 minuti. È stata una buona prova di maturità e solidità”.

In questo genere di match dai un’occhiata particolare ai nostri pezzi da 90 come Fiala e Meier, al fine di controllare se qualche avversario prova a usare i metodi sporchi per fargli male e casomai agire di conseguenza per proteggerli?
“Chiaro, si cerca di tenere un occhio sulla partita in generale. Se c’è qualcuno che cerca di fare qualcosa di sporco contro i nostri ragazzi è meglio subito proteggerli, dato che abbiamo bisogno di loro”.

E questo tipo di lavoro è un compito per gente come te e Marti presumo, i classici soldati…
“Sì, alla fine noi siamo quelli che dobbiamo giocare solido e fisso. Non lo reputo un lavoro prettamente mio, ma quando c’è da proteggere i ragazzi sono in prima fila, assieme a tanti altri compagni. Siamo un gruppo solido e compatto”.

A mio avviso stiamo vedendo il miglior Fora, non solo qui, ma anche a Davos. Ti vedo più completo, sei migliorato in impostazione, gestisci ancora meglio il puck e prendi meno penalità evitabili. Sei d’accordo?
“Sto cercando di lavorare tanto e di maturare. Ultimamente sto focalizzando ancora di più il lavoro mentale, tutto quello che posso controllare, come per esempio la preparazione alla partita. Sono convinto che sia la cosa più importante. Se sei tranquillo sul ghiaccio anche a livello tecnico tutto è un po’ più semplice. C’è sempre però un margine di miglioramento e questo è il mio obiettivo”.

Come avete reagito alla notizia dell’infortunio di Hischier?
“Inutile dirlo, a livello tecnico e come personalità è importantissimo, è un peccato averlo perso. Siamo però contenti che rimarrà con noi sino al termine del Mondiale. Ci può dare tanto anche fuori dal ghiaccio. Ora ci saranno più responsabilità per gli altri, bisognerà sostituirlo in qualche modo e andare avanti”.

Herning è una città piccola, alla sera si vedono praticamente solo i giocatori statunitensi perché nessuno gli dà “fastidio”. Voi non potreste fare 5 metri o essere in un bar perché sareste fermati dai tifosi. Ti pesa questa cosa di non potere uscire alla sera, sempre che non vi imboschiate a Silkeborg, ad Aarhus o da qualche altra parte?
“(Fora ride, ndr). Non si può dire, altrimenti arrivano tutti lì. Scherzi a parte, non penso che sia un problema quello di non uscire. Fa piacere vedere tanti tifosi svizzeri che creano ambiente. Noi ci concentriamo sull’hockey in pista, un po’ di calma prima della tempesta fa bene. È un torneo lungo e bisogna arrivare pronti per la fine”.

Stai accompagnando per così dire Ambühl verso la fine della sua gloriosa carriera. Quando vi ha detto la notizia sei rimasto sorpreso o avevi captato qualcosa?
“Era difficile dirlo. Avevo parlato con lui un po’ di volte. Qualcosa si era intravisto. Io in realtà continuo sempre a vedere la sua voglia di giocare, di divertirsi e con ancora tanto hockey da giocare. Questa è stata la sua decisione, c’è poco altro da aggiungere. È stato un grande leader, lo è fino alla fine, mancherà come giocatore e come persona”.

Da quando la notizia è pubblica, è cambiato qualcosa in “Büheli” oppure è sempre lo stesso?
“Devo dire che lui si trova sempre in uno stato in cui non si fa mai prendere dall’emozione. Non è mai troppo euforico, non si fa mai prendere dalla negatività qualsiasi cosa succeda. Presumo che questa cosa di liberarsi di questa decisione lo abbia alleggerito di un peso comunque abbastanza grande. Credo non sia stato facile. Il fatto che abbia potuto giocare gli ultimi mesi senza questo pensiero lo aiuti a godersi alla grande queste ultime fantastiche partite”.

Torniamo con l’ultima domanda al Mondiale. Su cosa bisogna mettere il focus in queste ultime due partite della fase di gruppo in vista dei quarti di finale?
“Sicuramente è importante trovare un hockey consistente per 60 minuti. Giocare in maniera solida difensivamente e cercare di sfruttare le occasioni al fine di mantenere la fiducia in fase offensiva. È importante inoltre continuare a crescere sino alla fine per arrivare al momento topico con una grande fiducia”.

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