
SVIZZERA – AUSTRIA
6-0
(3-0, 2-0, 1-0)

Reti: 06’38 Bertschy (Glauser, Genoni) 1-0, 11’03 Meier (Fiala, Moy) 2-0, 14’17 Jäger (Niederreiter, Knak) 3-0, 23’32 Fiala (Niederreiter, Kukan) 4-0, 24’36 Schmid (Glauser, Moy) 5-0, 51’46 Knak (Jäger, Marti) 6-0
Note: Jyske Bank Boxen, 2’621 spettatori
Penalità: Svizzera 6×2, Austria 5×2 + 1×5 + 1×20
Assenti: Sven Jung, Dario Rohrbach (non iscritti), Nico Hischier (infortunato), Sandro Aeschlimann, Dominik Egli, Nicolas Baechler (sovrannumero)
HERNING – Se non è stata una passeggiata poco ci è mancato, ma il risultato di questo quarto di finale in favore della Svizzera lascia ben poco spazio ad interpretazioni. In una prima sfida ad eliminazione che spesso nasconde insidie – e gli elvetici ci hanno più di una volta lasciato le penne – Andrighetto e compagni hanno spazzato via l’Austria senza praticamente lasciare tempo alla selezione di Roger Bader di rendersi conto del contesto in cui si giocava.
Qualcuno temeva che la partita giocata al piccolo trotto contro il Kazakistan nell’ultima giornata del girone preliminare potesse aver ammorbidito la Svizzera, ma quel 3-0 costruito in un quarto d’ora e l’inoperosità di Genoni di fronte a un’Austria per diversi tratti imbarazzante nei duelli individuali e in attacco, ha dimostrato che i rossocrociati erano sul pezzo, eccome.
Perché molte volte queste sfide non vengono decise dalle forze in campo solo perché sono presenti, in partite ad eliminazione “secche” la testa fa molto e se si entra con l’attitudine sbagliata e la paura di perdere non si potrà mai sfruttare un potenziale tecnico superiore (vedasi Riga 2023) e la sorpresa rischia di non essere più così sorpresa.
La Svizzera invece non solo ha mostrato un tasso tecnico largamente superiore – l’Austria ha perso anche Vinzenz Rohrer già dal primo tempo per penalità di partita – ma ha portato in pista un’attitudine che Zwerger e compagni non hanno praticamente mai mostrato, una determinazione tipica delle squadre mature che puntano dritte all’obiettivo, le squadre “in missione”, tra le cui fila stavolta – ed è un bel segnale – sono andati a segno giocatori come Bertschy, Jäger e Knak che finora non avevano ancora trovato la via della rete.
A volerla raccontare larga la partita (durata molto anche a causa di un guasto alle luci dopo un minuto scarso) significa arrivare praticamente ai momenti tra il 3-0 e la penalità di cinque minuti rimediata dall’attaccante dei Lions, perché quando il quarto gol è arrivato in maniera praticamente naturale alla fine di quel lungo power play è stato chiaro a tutti che quelle minime possibilità che avevano le aquile di tornare in volo erano state spazzate via dalla furbata di Fiala.
Non era scontata questa vittoria se si prendono in considerazione quelle insidie di cui abbiamo raccontato all’inizio e prima di capire con che personalità la Svizzera avrebbe affrontato le cose, ma dopo una decina di minuti si è in fondo capito che questa Austria non avrebbe mai avuto possibilità contro una squadra che ha puntato il mirino verso l’alto e che non era disposta a farsi venire qualunque minimo pensiero negativo al primo scontro ad eliminazione.
L’approdo nelle prime quattro del torneo conferma una prima regolarità di rendimento (e risultati) della nazionale di Patrick Fischer, e la qualificazione alla semifinale per la seconda volta consecutiva – oltretutto priva di Nico Hischier e senza dimenticare Josi – rappresenta già un bel passo verso i posti che contano, con ora le maggiori probabilità di affrontare USA o Svezia nel prossimo turno, a meno di clamorose sorprese.
E giocare finalmente alla Avicii Arena di Stoccolma sarà sicuramente più esaltante rispetto alle esibizioni nella triste Jyske Bank Boxen della triste Herning, con buona pace di tutti.
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