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Lugano

Serataccia per il Lugano, sconfitto dal combattivo Bienne

BIENNE – LUGANO

2-1

(1-0, 1-0, 0-1)

lugano
Reti: 14’20 Arlbrandt (Rossi, Kamber) 1-0, 23’05 Herburger (Kamber) 2-0, 58’06 Chiesa (Filppula) 2-1

Note: Eisstadion, 4’707 spettatori. Arbitri Prugger, Stricker; Fluri, Zosso
Penalità: Bienne 5×2′ + 1×10′ (Ruutu), Lugano 8×2′

BIENNE – Non per voler passare da porta-iella o per indovini, ma quando, dopo la vittoria sul Friborgo, si parlava di una coperta corta che avrebbe potuto creare problemi, si intendeva proprio quello successo a Bienne. Coperta corta ovviamente riferita alla formazione sempre in emergenza del Lugano – unica novità in terra bernese, l’impiego di Manzato in porta – che se già la sera precedente aveva dato evidenti segni di cedimenti fisici, a Bienne ha sofferto per gran parte del match la fisicità e la grinta degli uomini di Schläpfer.

Non che sia tutto da imputare alla stanchezza, ma almeno in parte il fiato corto di Hirschi e compagni ha facilitato le cose a un Bienne che come di consuetudine affronta le partite contro i bianconeri con una determinazione fuori dal comune.

Spesso e volentieri primi sul disco, in serata di grazia con gli stranieri, Rytz che ha disputato probabilmente la sua migliore partita di LNA, questi i fattori vincenti del Bienne contro un Lugano che non ha mai smesso di lottare, anche sfortunato, ma che a onor del vero ha creato meno pericoli rispetto ai padroni di casa, a parte unicamente l’inizio e la fine di partita.

Scattati meglio di loro avversari, Pettersson e banda hanno creato subito molti pericoli a Rytz, grazie anche a una superiorità numerica in cui Walker, Reuille e Kostner hanno avuto ottime occasioni per passare in vantaggio. La risposta migliore l’ha data però il Bienne, che ha sfruttato una doppia superiorità con Arlbrandt per portarsi in vantaggio e indirizzare il match sui propri binari.

Fino a metà partita il Lugano ha anche subito pesantemente le iniziative offensive dei locali, salvandosi grazie a Manzato e a qualche ferro della porta, ma solo dopo che Herburger, dimenticato solo nello slot, ha avuto il modo di raddoppiare, bianconeri hanno cominciato a fare ordine nei loro schemi. Più pulizia, meno panico, ma insufficiente velocità per alzare definitivamente il ritmo a proprio favore, e solo alcune iniziative dei vari Klasen e Walsky hanno portato seri pericoli a un Rytz fortunato e intrattabile.

Nel periodo centrale il Lugano è stato costretto ad alzare il proprio baricentro, ritrovandosi scoperto di fronte ai pericolosi break di Spylo e compagni, ma a parte una traversa a testa per Walsky e Klasen – vicino al gol con uno spettacolare air hook – fino a 2′ dal termine dell’incontro, i bianconeri hanno fatto una fatica tremenda a mettere più decisione nei loro attacchi, frenati anche da due penalità comminate a Sannitz nel finale.

Fino a 2′ dal termine si diceva, ossia fino al momento in cui Alessandro Chiesa ha trovato il modo di trafiggere Rytz, e di far rialzare la testa ai compagni. Grande lo sforzo finale, incredibili alcune occasioni sciupate anche a pochissimi secondi dalla terza sirena, ma in fondo, per il volere della “giustizia sportiva” nel senso di distribuzione dei meriti, il risultato di 2-1 per il Bienne appare giusto. Lugano incostante e spesso sulle ginocchia a causa delle defezioni, Bienne incredibilmente caricato a livello “partita della morte”, e vittoria bernese meritata.

Pochi spunti sui singoli, se non indicando in Klasen uno dei più propositivi e in forma, assieme ai lavoratori Reuille e Walker, tra i pochi a non soffrire la fisicità del Bienne. Abbastanza bravo e anche fortunato Daniel Manzato, e anche se non esente da errori, non sembra eccessivamente colpevole sulle reti dei padroni di casa.

In questo periodo difficile per Fischer, in cui ha pochissime soluzioni organizzative per il line up, una sconfitta del genere appare praticamente indolore a livello di classifica, in cui i bianconeri vengono superati solo da Berna a pari punti. È evidente però che più il tempo passa e vengono giocate partite in questo contesto più si sente il bisogno che comincino i rientri dall’infermeria, e mai come ora la prossima pausa per la Nazionale rappresenta puro ossigeno.

Niente drammi comunque, il buon inizio di stagione bianconero lo si può apprezzare dal fatto che nonostante la situazione precaria, la squadra di Fischer riesce sempre a raccogliere punti con regolarità – solo la terza sconfitta piena per il Lugano a Bienne – e la stessa citata situazione vissuta la scorsa stagione aveva sortito effetti ben diversi…

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