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Mondiali 2019

La semifinale sfugge all’ultimo, Svizzera eliminata dal Canada

Due volte in vantaggio i rossocrociati vengono raggiunti da Severson a quattro decimi dalla sirena conclusiva. Il solito Stone manda il Canada in semifinale

La semifinale sfugge all’ultimo, Svizzera eliminata dal Canada

CANADA – SVIZZERA

3-2

(0-1, 1-1, 1-0; 0-1)

Reti: 18’06 Andrighetto (Diaz, Fiala) 0-1, 25’45 Stone (Fabbro, DuBois) 1-1, 39’57 Hischier (Martschini, Niederreiter) 1-2, 59’59 Severson (Stone) 2-2, 65’07 Stone (DuBois, Theodore) 3-2

Note: Kosice, 6’157 spettatori. Arbitri: Frano, Rantala; Lhotsky, Sormunen
Penalità: Canada 3×2′, Svizzera 1×2′

KOSICE – La crudeltà dello sport, a volte, può toccare picchi impensabili. Non ditelo in questo momento a Patrick Fischer e ai suoi ragazzi, digerire la sconfitta nei quarti contro il Canada richiederà tempo, ma queste sconfitte (pur rischiando di cadere in facili retoriche) procurano tanto dolore quanto insegnamenti.

Il Canada delle rimonte negli ultimi secondi si è ripetuto, dopo quella contro la Slovacchia riuscita al 59’58 è riuscito persino a fare meglio. Il gol di Severson è infatti giunto al 59’59”60, con il disco impudente a passare sotto pattini, bastoni, schiene e guantoni nemmeno fossero fatte di vapore, una mazzata incredibile per una Svizzera che si era riscoperta improvvisamente operaia e dedita al contenimento.

Forse proprio questo aspetto visto nel terzo tempo, non si sa per quanto voluto tatticamente e quanto a causa degli avversari, ha tradito la Svizzera. Gli elvetici sono stati infatti pericolosamente passivi per tutti i venti minuti finali rischiando più volte di subire anticipatamente un pareggio che avrebbe fatto meno male.

Invece il destino ha voluto punire il “braccino” rossocrociato nel peggiore dei modi, ed è inutile dire che nell’overtime, nonostante la tensione, il Canada mentalmente avesse qualcosa in più dalla propria parte dopo quel colpaccio. Si pensava anche che la Svizzera avesse qualcosa di più da dare in quel maledetto terzo periodo dopo aver trovato il 2-1 a 3,8 secondi dalla seconda pausa, un risultato che onestamente al Canada stava strettino.

Dettagli questi, perché Roman Josi e compagni avrebbero dovuto utilizzare quella rete per risvegliare energie e lucidità, per cercare di girare il momento dalla propria parte e aggredire i nordamericani alla ricerca del terzo gol invece di chiudersi davanti a Genoni.

Un atteggiamento che non sembrava da Svizzera, soprattutto di quella Svizzera che Fischer aveva forgiato e che avrebbe sempre voluto vedere sul ghiaccio, aggressiva e propositiva, un atteggiamento timido che ha avuto in Nico Hischier la sua immagine.

Il centro dei New Jersey Devils è quasi sempre rimasto nell’ombra e, aldilà del gol del secondo vantaggio, ha perso la partita anche sul piano della personalità, soprattutto di fronte ai leader di un Canada solido ma certo non di primo piano.

Ed è anche questo che alimenta la delusione, si era intuito che il Gruppo B, quello della Svizzera, fosse più competitivo tra le “top”, la squadra di Vigneault si è rivelata forte ma alla portata, e ancora di più salgono i rimpianti per la sconfitta rimediata contro la Repubblica Ceca.

Quell’ultimo match del girone preliminare, se gestito meglio, avrebbe permesso alla Svizzera di trovarsi seconda nel gruppo e magari le cose sarebbero potute andare diversamente. Però è vero, con i se e con i ma non si va da nessuna parte, e guardarsi indietro non serve a nulla se non a farsi del male.

È una brutta mazzata ma, quando a freddo ci sarà tempo per tutte le analisi del caso, ci si accorgerà che questa Nazionale è cresciuta ancora, si è guadagnata il rispetto delle più grandi (basti vedere come è stata affrontata in particolare da Russia e Svezia) e pensa alla vittoria, sempre e contro chiunque.

Certo, ci si trascinerà sempre qualche retaggio del passato, come successo in questo quarto di finale, ma ciò che conta è essersi accertati che questa squadra ha un presente che riflette una bella luce sul suo futuro.

HIGHLIGHTS

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