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Lugano

Il commento alla stagione di giocatori e staff tecnico del Lugano

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La stagione 2013/14 del Lugano è oramai agli archivi. Su quanto fatto dalla compagine bianconera nel corso del campionato siamo ritornati nella nostra analisi di fine stagione, ma vogliamo ora concentrarci sui singoli.

Come successo un anno fa, abbiamo mantenuto la decisione di non assegnare alcun voto numerico ai giocatori e di fornirvi degli spunti di discussione con un breve commento per ogni elemento della squadra luganese.

Daniel Manzato (34 partite, 92,1% save): Non sarà un top goalie, ma questa stagione ha fatto un bel salto avanti sul piano della continuità. Decisamente in forma nel finale di regular season, ha avuto un paio di passaggi a vuoto nei play off, come molti suoi compagni. È comunque nell’età giusta per migliorare ancora, soprattutto dal lato caratteriale.

Elvis Merzlikins (22 partite, 92,4% save): La vera sorpresa della stagione, non solo a Lugano ma di tutta la LNA, premiato infatti come rookie dell’anno. Gioca d’istinto, sfruttando un talento naturale, la sua stazza e l’impressionante agilità. Deve limare la sua esuberanza, che fa bene a se stesso, ai compagni e a tutto l’ambiente, ma a volte può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Il futuro è tutto suo.

Florian Blatter (50 partite, 1 gol e 1 assist, +5): Dopo alcune stagioni da incubo ha ricevuto la fiducia incondizionata dallo staff tecnico, e ha proposto diverse settimane a buoni livelli. Quasi certamente lascerà Lugano, ma con dei discreti biglietti da visita.

Marco Maurer (21 partite, 2 gol e 2 assist, -5): Destinato al turn over tra difesa e attacco ha comunque svolto benino il suo compito, nei play off la sua fisicità era più che mai attesa, ma vuoi i continui cambi di blocco e i pochi minuti di ghiaccio, è risultato impalpabile.

Clarence Kparghai (44 partite, 2 gol e 5 assist, +1): Anche perché proveniente dal Bienne è stato un ingaggio molto sottovalutato, ma con la sua incredibile forza fisica e alla velocità ha saputo interpretare al meglio le filosofie di gioco imposte dallo staff tecnico, conscio dei suoi limiti e rimanendo sul lavoro semplice ma sempre efficace.

Lorenz Kienzle (48 partite, 1 gol e 9 assist, +5): Utilissimo jolly, non si è mai tirato indietro in qualsiasi ruolo sia stato schierato e non ha mai sfigurato, aiutato da ottime doti di pattinaggio. Fra i pochi nei play off a non subire la fisicità del Ginevra. Finalmente una stagione con più alti che bassi.

Dominik Schlumpf (51 partite, 4 gol e 8 assist, -1): Destinato secondo i più a prendere l’eredità di Hirschi, ha giocato la sua miglior stagione. Spesso premiato con lo schieramento nel primo blocco di power play, ama prendersi grandi responsabilità e segnare reti di ottima fattura. Ogni tanto pecca di presunzione nei suoi mezzi e commette qualche errore banale, ma alla sua età si può solo crescere.

Julien Vauclair (36 partite, 3 gol e 9 assist, -2): Debilitato dall’ennesima commozione cerebrale, ha saputo riprendersi tutto sommato bene. Uno dei leader indiscussi della squadra, ha sempre voluto portare la croce nei momenti difficili, scuotendo spesso la squadra con le scorribande offensive. Nei play off è stato tra gli ultimi ad alzare bandiera bianca, e sarà come sempre tra i primi la prossima stagione a suonare la carica.

Steve Hirschi (45 partite, 4 gol e 9 assit, +4): La sua stagione, correlata dal solito infortunio, non è stata delle più esaltanti, ma a livello difensivo ha saputo sfruttare la sua intelligenza e l’esperienza di chi ne ha vissute tante mantenendo un’alta impermeabilità. Mai domo, e capace di adattare il suo rendimento a debilitazioni fisiche, rimane un totem e la guida ideale per i più giovani.

Stefan Ulmer (52 partite, 8 gol e 14 assist, +15): Licenza svizzera a parte, lo straniero di difesa del Lugano è stato, a livello di gioco, proprio l’austriaco. Visione di gioco straordinaria, portatore del disco come solo pochi si erano visti a Lugano – un finlandese in particolare…- e grandi capacità two ways ne fanno un giocatore completo e di classe. Ha 23 anni, e questo basta a capire l’ampiezza dei margini di miglioramento.

Ilkka Heikkinen (43 partite, 7 gol e 17 assist, -7): Partirà, e pochi purtroppo lo rimpiangeranno. Purtroppo perché solo una stagione fa era lo straniero in più di questo Lugano, mentre in quella appena trascorsa è stato spesso quello “concesso “ agli avversari. Abulico, molle e senza passione ha facilitato le scelte di Fischer facendolo optare spesso e volentieri per il 4+0 nello schieramento degli stranieri.

Dario Simion (42 partite, 3 gol e 2 assit, -8): Doveva essere la “sua” stagione, viste le premesse passate, invece ha fatto un passo indietro. Troppo discontinuo e poco presente in fase offensiva, ha sfruttato male il suo fisico, restando in un limbo tra il terzo e il quarto blocco, quando invece avrebbe potuto ambire a qualcosa di più. Si trasferirà alla corte di Del Curto, con la speranza di ritrovare il suo cammino.

Giacomo Dal Pian (43 partite, 3 gol e 5 assist, -1): Ragazzo serio e professionale, fino a dicembre ha mantenuto ottimi livelli, dividendosi tra lavoro difensivo e intelligenti spunti offensivi. Nell’anno nuovo ha finito la benzina ed è stato utilizzato col contagocce, ma non si hanno dubbi che nel futuro può diventare un punto fermo, grazie alla grande intelligenza e alla visione di gioco.

Brady Murray (32 partite, 3 gol e 5 assist, -2): La sua cronica sfortuna è leggendaria, ma infortunarsi durante il primo cambio del campionato è da record. Al suo rientro è stato riciclato in attaccante two ways con risultati discreti. Il suo futuro non è ancora definito, ma ormai non crediamo si possa rivedere quel formidabile attaccante da 30 reti alla sua prima stagione in bianconero.

Luca Fazzini (35 partite, 6 gol e 2 assist, 0): Ha tirato in porta 30 volte e segnato 6 reti (oltre a un rigore) per una percentuale del 20% al tiro. Basterebbe questo per far capire le straordinarie potenzialità di un 18enne futuro attaccante di razza. Fischer è riuscito a inculcargli la filosofia del lavoro e i progressi sono stati costanti. Si conta su di lui per aumentare la potenza di fuoco nel futuro.

Lukas Balmelli (18 partite, 1 gol e 2 assist, -3): Un altro dei terribili ragazzini che hanno tenuto in piedi il Lugano tra ottobre e novembre. È stato poi richiamato al Turgovia, ma l’impressione è che sarà uno dei titolari di domani. Grande voglia e personalità, e con le mani ci sa fare eccome.

Sebastien Reuille (53 partite, 7 gol e 4 assist, -2): Il solito enorme contributo nel lavoro sporco, come pochi sanno sacrificarsi. Dopo il brutto infortunio ha forse perso un po’ di efficacia offensiva ma rimane preziosissimo nel fare del box play bianconero il migliore del campionato.

Raffaele Sannitz (50 partite, 5 gol e 10 assist, +8): La sua miglior stagione dal 2005/06. Intelligente ed esperto lavoratore al servizio dei compagni, bravissimo in box play. Nei play off forma l’unica coppia assieme a Pettersson in grado di giocarsela fino in fondo.

Eric Walsky (44 partite, 6 gol e 4 assist, -4): Mani d’oro piazzate su una mentalità lavoratrice. Unico nella sua capacità di calmare il gioco e portare via il disco dalle zone calde. Potenzialmente uno dei migliori attaccanti two ways della LNA, ma è troppo distante dalla porta avversaria per segnare qualche rete in più.

Diego Kostner (46 partite, 6 gol e 13 assist, +14): In molti si sono preoccupati al momento del suo infortunio, e hanno avuto ragione. Il ragazzo di Bressanone non solo era diventato la spalla perfetta per Mclean, ma garantiva gli automatismi di tutto il primo blocco. Poco impiegato al suo rientro, nei play off la sua energia e la sua intelligenza sono mancate tremendamente in una prima linea che non ha mai trovato un sostituto ideale. Una garanzia per il futuro.

Julian Walker (53 partite, 7 gol, 12 assist, -2): A volte arruffone, spesso litiga con le sue mani non propriamente fini. Aldilà di questo uno dei migliori pattinatori della lega e grande generatore di energia. Deve solo imparare ad essere più continuo e giocare il disco con più calma, a quel punto sarà davvero imprescindibile.

Fredrik Pettersson (25 partite, 8 gol e 15 assist, -1): Il colpo di mercato della stagione. Il piccolo svedese è spettacolo puro, se lui è in pista cambiano le coordinate della partita e tutto si accende, gioco, intensità e aggressività. Il salto di qualità il Lugano lo ha fatto dal suo arrivo, ma è evidente che ancora gli manca una spalla di valore, nel caso Fischer la scovasse allora ne vedremo delle belle.

Thomas Rüfenacht (42 partite, 12 gol e 11 assist, -1): Uomo da play off, come pochi ce ne sono in Svizzera. La firma col Berna è stata dura da digerire per i tifosi e lo staff tecnico perché sarà difficilmente sostituibile, ma lui ha lottato fino in fondo, dimostrando grande serietà e professionalità. Perdita enorme.

Jacob Micflikier (37 partite, 16 gol e 12 assist, +13): Un autunno da vero sniper dopo qualche partita di adattamento, poi il nulla o quasi. Nei play off poco impiegato e palesemente nervoso ha pagato i continui cambiamenti nel line up. Non è una superstar, ma nemmeno un brocco, alla luce di 80 punti in due stagioni di LNA, di certo è che il suo rendimento è andato decisamente in calo da Natale in poi.

Glen Metropolit (40 partite, 6 gol e 28 assist, -5): Un addio amaro il suo. Fischer dice che ci col senno di poi ci avrebbe pensato su altre due volte prima di scambiarlo, ma è evidente che Pacman aveva dato tutto quello che poteva dare, e si ha qualche dubbio su una sua utilità in una sfida tutta fisico e bagarre contro il Ginevra. Incostante e umorale, va però solo ringraziato per i suoi anni a Lugano.

Brett Mclean (55 partite, 18 gol e 26 assist, +1): Impressionante per redditività e continuità fino alla pausa olimpica, poi come molti si è sgonfiato. Colpa della pausa mal gestita? Di certo è che nei play off non ne ha azzeccata una, perdendo ogni ingaggio o quasi e soffrendo terribilmente l’assenza di Kostner, per la quale si è visto costretto a farsi in quattro, con risultati poco soddisfacenti.

Flavien Conne (8 partite, 0 gol e 0 assist, -6): Ennesima stagione tribolata e quasi buttata a causa di cronici problemi con la salute. Lo rivedremo sul ghiaccio?

Danny Irmen (4 partite, 1 gol e 1 assist, -2): Non ha probabilmente il livello per reggere la LNA, ma nelle poche partite in cui è stato impiegato ha mostrato entusiasmo e voglia di mettersi in mostra meritandosi lo spazio nei play off.

Mikko Lehtonen (5 partite, 1 gol e 1 assist, 0): Per informazioni chiedere al CUSI (Centro Ufologico della Svizzera Italiana)

Riccardo Sartori e Matteo Romanenghi: poche apparizioni, ma faranno parte della rosa 2014/15.

Jordy Murray, Hnat Domenichelli, Dan Fritsche, Chris Campoli, Michael Flückiger non giudicabili.

Staff tecnico: Patrick Fischer come head coach esordiente è pienamente promosso. Tra i normali errori di inesperienza commessi gli va riconosciuto il merito di aver preso in mano i comandi di uno spogliatoio bollente con decisioni durissime e discusse ma pensate solo per il bene del gruppo. Con Andersson ha dato un gioco tutto nuovo e piacevole alla squadra, solidità alla difesa e unità d’intenti. Non aver perso la testa in quel terribile autunno e aver portato il Lugano dall’11esimo a un temporaneo 2o posto è stata un’impresa non da poco. Come già detto hanno commesso i loro normali errori, necessari per crescere e migliorare, ma il carisma e le capacità sono tutte dalla loro. Che sia finalmente l’inizio di una gestione stabile e di successo?

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