
LUGANO – AJOIE
3-4
(1-0, 1-2, 1-1; 0-1)

Reti: 11’53 Marco Müller 1-0, 21’45 Brennan (Palve, Honka) 1-1, 26’26 Carr (Fazzini) 2-1, 36’27 Hazen (Robin) 2-2, 42’45 Brennan (Palve, Honka) 2-3, 59’13 Fazzini (Arcobello) 3-3, 74’47 Maurer 3-4
Note: Cornèr Arena, 5’046 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Hürlimann; Fuchs, Huguet
Penalità: Lugano 7×2, Ajoie 5×2
Assenti: Joren van Pottelberghe (infortunato), Adam Huska, Liekit Reichle, Dominic Nyffeler, Valtteri Pulli, Nick Meile, Leandro Hausheer, Aleksi Peltonen, Stephane Patry (sovrannumero)
LUGANO – Pronti via e l’Ajoie ha già fatto capire che si gioca sul suo terreno. Il gol di Marco Maurer (!) al 74’47 di una serata difficile per tutti ha sancito la prima vittoria dei giurassiani sul Lugano, che di fatto ha subito perso anche il vantaggio casalingo nella serie.
Ma la cosa più grave non è questa o l’ovvio fatto di essere andati subito sotto contro la squadra di Greg Ireland, bensì la maniera con cui i ragazzi di Uwe Krupp si sono presentati sul ghiaccio dopo quasi due settimane di preparazione per questa serie decisiva. L’Ajoie è pronto ormai da novembre o dicembre a giocarsi la sopravvivenza nei playout, e non aspettava altro che un avversario impreparato o poco abituato a giocare in certi contesti, e i bianconeri gli hanno subito servito l’occasione su un piatto d’argento.
Vien da chiedersi su cosa abbiano lavorato Thürkauf e compagni in questo lasso di tempo, utile anche a staccare la spina e a fare un reset mentale che avrebbe dovuto tranquillizzare la squadra e riportare tutto da zero dopo mesi durissimi. Ce lo si chiede perché la squadra che si è vista soprattutto dal secondo tempo in avanti non può dirsi pronta a giocarsi una serie del genere – concediamo il dubbio di un primo tempo di “rodaggio” – sia sul piano mentale che quello tattico.
In quest’ultimo ambito Greg Ireland ha dato saggio della sua capacità, ridicolizzando il box play bianconero in tre occasioni su tre (ma Krupp non aveva affermato di aver lavorato proprio su questo aspetto?), e ricordiamo pure che all’ex coach dei bianconeri è venuto a mancare non solo Turkulainen ma anche Nättinen, il quale viene giudicato di giorno in giorno.
Senza i suoi due migliori giocatori, quelli che hanno maggiormente trascinato la squadra, l’Ajoie ha saputo comunque fare la partita che doveva fare e portarla a compimento con un piano perfetto, anche dopo aver subito il pareggio di Fazzini a meno di un minuto dalla terza sirena.
Quel gol avrebbe potuto scalfire non poco qualunque squadra e avrebbe invece dovuto infondere coraggio al Lugano, ma a parte qualche sporadica occasioni, i bianconeri sono persino parsi addirittura meno lucidi con il passare del tempo nell’overtime fino al pasticcio che ha fatto esultare il numeroso gruppo di tifosi che ha affrontato la lunga trasferta dal Giura.
Una lucidità che i padroni di casa hanno perso velocemente, anche dopo aver trovato il vantaggio, e questo si è tramutato in penalità inutili quanto inspiegabili, dalle provocazioni di Sekac dalla panchina costategli il comportamento antisportivo e successivamente il 2-2 di Hazen, alla liberazione sulle reti di fondo pista di Carr che ha propiziato il 5 contro 3 nel quale Brennan ha portato sul 2-3 i suoi compagni.
Il difensore americano ha sostituito alla grande il compagno Nättinen come terminale offensivo del power play, e anche lui ha mostrato la differenza tra gli stranieri dell’Ajoie e quelli del Lugano, che in questo momento – sembra paradossale dirlo – sono di sue pianeti diversi. Tra le fila bianconere Carr, aldilà del gol, ha creato confusione e preso la famosa penalità, Sekac e Zohorna hanno girovagato senza troppo costrutto distribuendo colpi ma sempre in ritardo rispetto alla posizione del disco, Arcobello e Joly hanno avuto un paio di occasioni e Dahlström ha svolto il compitino.
Sull’altro fronte Palve ha costruito gioco, Brennan ha trovato una doppietta, Hazen è sembrato a tratti imprendibile ed è andato anche lui in gol, mentre Honka ha fatto il suo con alcune belle aperture in contropiede, ma nel complesso la differenza sul piano della sostanza è lì da vedere e rasenta l’imbarazzante per la squadra di Uwe Krupp.
Il coach tedesco ora si trova nella difficile situazione di riportare in superficie una squadra che non si è rivelata pronta – ce la si può raccontare all’infinito sulle occasioni non sfruttate, ma è una stagione intera che si va avanti così – ad affrontare una serie che forse non era ancora ben chiaro quanto potesse essere difficile, e questa rimane una colpa grave anche dello staff tecnico dopo due settimane di lavoro.
Non si è mai preteso che il Lugano si trasformasse in una squadra improvvisamente brillante e super competitiva, ma che fosse pronta e determinata a questo appuntamento era il minimo, per poter affrontare a viso aperto un Ajoie che ha dimostrato di essere in missione. E lunedì aspettatevi una bolgia che non sarà uno scherzo.
IL PROTAGONISTA
T.J. Brennan: Il difensore 35enne ha preso per mano la squadra diventando implacabile in power play, segnando una doppietta da esperto del ruolo. Nel complesso Brennan è sembrato a suo agio nel costruire le azioni per la sua squadra e anche nel gioco fisico, sacrificandosi per una squadra che è in una missione ben precisa.
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