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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: vedersi allo specchio, equilibri e controllo, l’arma segreta, dati storici

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Un po’ come guardarsi allo specchio

(PostFinance/KEYSTONE/Georgios Kefalas)

È stato un inizio di partita a spron battuto, con la squadra di casa che è stata spinta dall’energia del suo pubblico e dalla voglia di ribaltare i pronostici, riuscendo così a piegare degli avversari più quotati ma che hanno trovato le loro difficoltà nel far valere la propria superiorità sulla carta. Questo è un copione che tantissime volte è stato seguito dall’Ambrì Piotta nella vecchia Valascia, ma che sabato a Porrentruy ha visto i biancoblù ritrovarsi nel ruolo opposto.

Nella voglia dell’Ajoie di ottenere la sua prima vittoria si è infatti un po’ rivisto lo spirito tipico dei leventinesi, spesso e volentieri molto svantaggiati sulla carta ma capaci poi di compensare con tanta determinazione sul ghiaccio quelle lacune che venivano evidenziate dai lineup.

Per l’Ambrì è stata una lezione, non perché si è sottovalutato l’avversario – questa non è mai stata l’impressione – ma piuttosto per non aver saputo gestire con maggiore maturità l’inizio di gara, quando si sono concessi all’Ajoie tre gol e tanto coraggio per il resto della serata. Ah, e poi l’ambiente che si respirava alla Raiffaisen Arena poteva ricordare quello della Valascia… Sì, in fondo è stato un po’ come guardarsi allo specchio.

2. Un gioco di equilibri

Il fatto che l’Ambrì Piotta sia questa stagione una squadra più completa a livello di effettivi è chiaro a tutti, ma questa profondità va anche “applicata” per riuscire a trarre il meglio da tutti gli elementi della rosa, ed in questo senso Cereda sta applicando un grande equilibrio.

Basta infatti sfogliare le statistiche del TOI per accorgersi che nella lista dei 50 giocatori più impiegati della lega troviamo solamente Juuso Hietanen (16esimo con 22’05 ad incontro), ed anche allargando le vedute alle prime 75 posizioni l’unico altro biancoblù è Fora con 19’26 a partita. Il primo attaccante lo troviamo solo in 89esima posizione (Regin con 17’22), ed in generale tra i 100 giocatori più utilizzati sinora troviamo solamente cinque leventinesi.

Cereda sta infatti distribuendo il tempo di ghiaccio in maniera omogenea e ben studiata, con pochissimi elementi che vanno oltre i venti minuti (di fatto solo Hietanen e a volte Fora) e praticamente tutto il resto della squadra che viaggia tra i 17 ed i 10 minuti di ghiaccio.

3. “Caricate l’arma segreta”

Passi la battuta d’arresto in casa dell’Ajoie, che indubbiamente ha riportato con i piedi per terra l’Ambrì Piotta, ma nel complesso l’inizio di stagione dei biancoblù è stato buono, con tre vittorie e la prima sconfitta arrivata contro i campioni in carica e al termine – paradossalmente – di una delle prove migliori.

Otto punti in cinque partite rimangono un buon bottino, soprattutto considerando che l’Ambrì Piotta l’ha ottenuto senza poter contare sull’apporto concreto della seconda linea, che ha tanto potenziale ma che deve anche riuscire a fare un passo avanti e trovare maggiore concretezza.

Dei tre infatti solamente Bürgler è riuscito a trovare la via del gol – il primo della stagione in casa degli ZSC Lions – mentre il nome di Zwerger non è ancora finito sul tabellino e quello di Heim è apparso solo per un assist, invero un disco rimbalzatogli addosso in powerplay contro il Friborgo.

Se il gioco dell’Ambrì ha insomma ben impressionato sinora, c’è da considerare che presto o tardi arriveranno anche le reti dal secondo blocco… Quasi una sorta di arma segreta!

4. La potenza è nulla senza controllo

(NLIceData.com | Clicca per ingrandire)

Lo avevamo evidenziato nella scheda di presentazione dell’Ambrì Piotta in vista della stagione, i biancoblù nel passato torneo avevano incontrato enormi difficoltà in termini d’impostazione, con la squadra di Cereda che era risultata nettamente la peggiore nelle fasi di uscita dal proprio terzo ed in entrata in quello avversario.

Fare dei passi avanti e tenere traccia dei progressi in questo senso era dunque tra i compiti più importanti in termini di gioco e, grazie ai dati pubblicati da NLIceData.com, è possibile constatare come i progressi in questo senso siano stati davvero significativi.

(NLIceData.com | Clicca per ingrandire)

In uscita dal terzo la squadra di Cereda è infatti attualmente la terza migliore del torneo con il 78% di riuscita (al pari del Davos e con un punto percentuale di ritardo dal Berna). L’Ambrì opta in questo senso per un passaggio il 49% delle volte, mentre nelle circostanze restanti è un giocatore a portare fuori il disco (28%) oppure ad effettuare il dump out (23%). Nel 62% dei casi l’Ambrì è uscito dal terzo in maniera controllata.

Passi avanti sono stati fatti anche nel guadagnare la zona offensiva, ed in questo caso l’Ambrì entra con successo nel terzo nel 62% dei casi (meglio hanno fatto solo Losanna, Zugo e Bienne) e nel 50% delle circostanze in maniera controllata.

Sarà interessante vedere quanto l’Ambrì si affiderà ancora al dump in nel corso della stagione. Attualmente è stata l’opzione scelta nel 36% dei casi (con il 34% di efficacia, non male per una strategia che in media dà frutti una volta su tre), mentre quando il tentativo è stato quello di portare il disco nel terzo i biancoblù hanno avuto un tasso di successo del 78%.

5. C’è storia e storia

Hanno avuto un bel da fare gli amanti delle statistiche storiche nel corso dell’ultima settimana. Si è partiti dai numeri scaturiti dalla vittoria di martedì a Langnau, che hanno permesso all’Ambrì Piotta di vivere il suo miglior inizio di stagione dal 2006 a questa parte, quando alla guida dei biancoblù c’era Pekka Rautakallio.

È poi arrivata la sfida casalinga contro lo Zugo, in cui la squadra di Cereda aveva l’opportunità di eguagliare il primato di quattro successi per iniziare la stagione che non si verificava dal 1971, ma nonostante la buona prova l’intento non è riuscito.

Si è così arrivati alla sfida di Porrentruy, amara per i leventinesi ma dolcissima per l’Ajoie, che ha ritrovato una vittoria nella massima lega dopo ben 28 anni di attesa. E allora è stato Filippo Lombardi ad aggiungere una nuova nota alla storia del club, vivendo la cifra record di 700 partite da presidente.

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