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Vegas è una favola che ancora non convince, riusciranno i Golden Knights a ripetersi?

Nessuna squadra nella storia ha vissuto una prima stagione tanto entusiasmante, ma non si può escludere si sia trattata di un’esplosiva eccezione. La rosa ha perso un paio di pezzi, ma ha aggiunto Stastny e Pacioretty

A partire dal 3 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 31 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.


GOLDEN KNIGHTS

La rosa 2018/19

PORTIERI
Marc-André Fleury, Malcom Subban

DIFENSORI
Shea Theodore, Colin Miller, Brayden McNabb, Nate Schmidt, Nick Holden, Deryk Engelland, Jon Merrill, Brad Hunt

ATTACCANTI
Paul Stastny, William Karlsson, Rielly Smith, Jonathan Marchessault, Max Pacioretty, Cody Eakin, Ryan Reaves, Erik Haula, Oscar Lindberg, Pierre-Édouard Bellemare, Tomas Nosek, William Carrier, Ryan Carpenter, David Clarkson, Alex Tuch


Semplicemente incredibile. I Vegas Golden Knights si sono resi protagonisti della prima stagione in una lega professionistica migliore di sempre, e non solo pensando all’hockey su ghiaccio. La franchigia del Nevada è però anche un vero e proprio mistero, una favola che nessuno sa con certezza se potrà aggiungere alla propria giovanissima storia un secondo capitolo tanto entusiasmante.

Lo scorso anno i Golden Knights si sono uniti in una maniera impressionante, partendo a mille all’ora nonostante sembrassero perdere per infortunio praticamente un portiere a settimana, senza però rallentare il loro immediato impatto sulla lega.

La squadra – a risultato della formula dell’Expansion Draft – era formata sostanzialmente da giocatori a cui le altre 30 squadre avevano scelto di rinunciare, andando così a creare nello spogliatoio di Vegas un’immediata mentalità di rivincita. Tutti avevano qualcosa da dimostrare, ogni giocatore voleva far capire alla propria ex squadra che qualcuno si era sbagliato nei loro confronti.

Il contesto in cui si presenteranno in pista i Golden Knights ora sarà però diverso e, unendo il tutto al fatto che alcuni giocatori hanno ottenuto i lunghi ed onerosi contratti che cercavano, si hanno dei legittimi dubbi sulle capacità di Vegas di giocare un’altra stagione da protagonisti.

In sede di mercato la squadra ha perso dei nomi importanti come Jamel Neal e David Perron, ma ha ingaggiato un ottimo centro come Paul Stastny, mentre dal punto di vista realizzativo alla rosa è stato aggiunto uno sniper come Max Pacioretty.

Molto dipenderà però dalla capacità di ripetersi di William Karlsson, che si è scrollato di dosso la mediocrità del suo periodo ai Blue Jackets ed è letteralmente esploso – invero in maniera un po’ anomala – ottenendo addirittura 43 gol (!) e 78 punti.

Marchessault ha seguito a ruota con 75 punti, ed i Golden Knights hanno bisogno di una produttività analoga per sperare di mantenere una velocità di crociera elevata. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Haula e Tuch (44 gol complessivi), che saranno chiamati a ripetersi.

In difesa – partito Luca Sbisa, fermato spesso da infortuni e sostituito da Nick Holden – potranno arrivare nuovamente degli impulsi interessanti da giocatori come Nate Schmidt e Colin Miller, a cui ha giovato particolarmente poter rivestire ruolo più importante rispetto al passato.

A livello di leadership non si può invece non menzionare Deryk Engelland – memorabile il suo discorso “We are Vegas Strong” – così come Brayden McNabb.

Tra i pali i Golden Knights potranno ancora contare sul vero volto della franchigia. Marc-André Fleury è reduce da un’ottima annata, tanto da poter essere in corsa per il Vezina Trophy se non fosse stato fermato da problemi fisici che ne hanno limitato l’impiego. Difficile immaginare che possa vivere un’altra stagione con il 92.7% di parate, ma assicurerà comunque buona stabilità.

Grazie all’incredibile successo della passata stagione, Las Vegas è immediatamente diventata una città travolta dalla febbre dell’hockey. La vera sfida ora sta nel confermarsi e continuare con lo stesso entusiasmo.


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