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Interviste

Riva: “C’è amarezza per non essere riusciti a fare qualcosa di bello, ma guardiamo avanti”

Il difensore sulla situazione attuale: “Siamo abituati ad altri ritmi, mentre ora non giocavamo da quasi due settimane. Siamo però professionisti e sta a noi mantenere la concentrazione e la prontezza fisica”

LUGANO – In una Cornèr Arena tornata ad essere desolatamente vuota, il Lugano venerdì sera è sceso nuovamente in pista dopo un’altra lunga pausa dovuta al coronavirus.

Bianconeri che hanno incrociato i bastoni con lo Zurigo in una sfida che metteva in palio l’accesso ai quarti di finale di Coppa Svizzera. Il rapporto del Lugano con questa competizione è però rimasto complicato anche nella sua ultima edizione e la squadra di Pelletier è stata eliminata per il settimo anno di fila agli ottavi.

“Sì, negli ultimi anni siamo sempre usciti a questo punto del torneo”, conferma anche un consapevole Elia Riva nel post partita. “Fa male, anche contro lo Zurigo volevamo passare il turno e provare a fare qualcosa di bello. Non ci siamo riusciti e c’è amarezza, però ora bisogna guardare avanti, al campionato”.

Siete partiti abbastanza bene, portandovi anche sul 2-0. Nel secondo e terzo tempo lo Zurigo ha però spinto molto, riuscendo a girarla…
“Sì, lo Zurigo ha premuto, però lì stava a noi a gestire il vantaggio. Dovevamo fare un passo in più sul 2-0 e chiudere la partita. Non ci siamo riusciti e in questo modo gli abbiamo concesso la possibilità di tornare in partita”.

Come state vivendo da un punto di vista fisico questo periodo in cui si gioca così poco?
“È strano. Noi chiaramente siamo abituati a fare due o tre partite a settimana, mentre adesso erano quasi due settimane che non giocavamo. È chiaro che così si perde il ritmo partita, ma siamo professionisti e sta a noi mantenere la concentrazione e la prontezza fisica”.

Quanto è difficile tenere la tensione alta, ricordandosi che queste sono partite in cui in palio c’è molto e non sono delle amichevoli, come potrebbe invece far pensare l’assenza di pubblico e il fatto che giocate poco e vi allenate molto?
“Come detto, è il nostro lavoro e sta a noi farci trovare pronti. Non c’è il pubblico a darti quella carica in più, quindi dobbiamo aiutarci tra di noi compagni per trovare quell’energia necessaria per scendere sul ghiaccio con quella cattiveria agonistica”.

In questo periodo povero di partite, vi aiuta il fatto che Pelletier stia mantenendo un line-up stabile in modo che possiate giocare sempre con lo stesso compagno?
“Sicuramente, in questo modo si crea il giusto feeling sul ghiaccio. Anche in allenamento cerchiamo sempre di migliorare su quegli aspetti che vediamo nel gioco e poterlo fare sempre con lo stesso compagno è sicuramente un aiuto”.

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