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Lugano

Natale pazzo tra Lugano e Bienne, la spuntano i bianconeri

In un incontro dominato il Lugano rischia di rovinare tutto dell’infuocato finale. I bianconeri passeranno le feste regalandosi i 5 punti del weekend

Natale pazzo tra Lugano e Bienne, la spuntano i bianconeri

LUGANO – BIENNE

6-5

(2-1, 1-3, 2-1; 1-0)

Reti: 10’52 Loeffel (Haapala, Lajunen) 1-0, 11’43 Rajala (Fey, Diem) 1-1, 13’34 Hofmann (Sannitz, Haapala) 2-1, 29’40 Rajala (Egli, Tschantré) 2-2, 30’16 Brunner (Hügli, Petschenig) 2-3, 36’26 Riat (Petschenig, Rajala) 2-4, 38’34 Vauclair (Sannitz) 3-4, 40’29 Chorney (Lapierre) 4-4, 55’55 Neuenschwander (Pedretti, Fey) 4-5, 58’33 Fazzini (Sannitz) 5-5, 61’15 Lajunen (Loeffel, Lapierre) 6-5

Note: Corner Arena, 7’095 spettatori. Arbitri Lemelin, Salonen; Altmann, Cattaneo
Penalità: Lugano 4×2′ + 1×10′, Bienne 9×2′ + 1×10′

LUGANO – Sì, sarà un “Bianco Natale” per il Lugano, anche se la classifica lo vede ancora stampato in rosso, ma i 5 punti del weekend che ha chiuso la parte 2018 della regular season sono di un’importanza fondamentale, quindi i bianconeri possono godersi questi pochi giorni di festa (anche se il lavoro mancherà) guardando con più tranquillità l’albero di Natale.

Punti fondamentali scaturiti da due vittorie importanti e che – lo ripeteremo fino alla noia – dovranno essere il tasto giusto per ripartire nel 2019, con quella rabbia e quella disperazione che Fazzini e Lajunen hanno messo nel segnare le reti che hanno regalato al Lugano la vittoria.

Una vittoria sudatissima, anche se a guardare le statistiche non si direbbe (56 tiri in porta a 24 per il Lugano), la verità è che il Lugano sembra amare quell’autoinfliggersi sofferenze. Un primo tempo portato avanti con autorità e dominio territoriale, un gioco finalmente che dava segni di vita veri – oddio, dall’essere perfetti ce ne manca – ma quel 2-1 costruito con le reti di Hofmann e Loeffel sembrava avviare un pomeriggio prenatalizio di tranquillità da focolare casalingo.

Però, questo Lugano ci ha spesso insegnato che la causa dei suoi mali è sempre stato se stesso, la conferma è arrivata in un secondo periodo surreale. Bienne alle corde, diversi powerplay (pure giocati abbastanza bene, ed è una notizia in fondo) e Hiller bombardato. Il portiere del Bienne ha sì compiuto diversi interventi difficili, ma l’impressione era più che altro che il Lugano non trovasse il timing e la cattiveria necessari per affondare un colpo che avrebbe mandato al tappeto i seeländer.

Dopo una ventina di tiri infruttuosi il Bienne dà lezioni di cinismo con la complicità della statica difesa di casa e gira il match fino sul 2-4 in proprio favore, tutto in 7 minuti scarsi. Micidiali i colpi di Rajala in 4 contro 3, di Brunner (al quinto gol stagionale contro i suoi ex…) e Riat, a quel punto sembrava essere il Lugano al tappeto e tra i 7’000 della Cornèr Arena c’era più incredulità che rabbia.

Solo il 3-4 inventato da un indomito – anche se spesso a corto di fiato pericolosamente – Vauclair ha permesso al Lugano di restare agganciato e di crederci, tanto per continuare il discorso di una squadra che in difficoltà si esalta.

Sembrava infatti tutto passato dopo lo splendido gol di Chorney in shorthand al 40’29, il Bienne ha ancora fatto un paio di passi indietro ma il Lugano non ha saputo approfittarne. Pazzesco poi il finale, powerplay non sfruttato dai bianconeri al 52′, rete del vantaggio ospite (ancora praticamente regalato) al 56′, nuovo pareggio in disperazione di Fazzini al 58’33.

Ci ha pensato poi Lajunen al 61 a rifinire l’opera, per 2 punti che sono sì meritatissimi ma che sanno anche di un pizzico di amaro, sapendo che la pratica poteva essere chiusa a metà incontro. Per farne una partita tranquilla e quasi perfetta il Lugano avrebbe dovuto avere la cattiveria che il numero 17 ci ha messo per insaccare il 5-5, invece un certo braccino e i soliti cali mentali hanno messo in serio pericolo anche un solo punto.

Stenta a segnare questa squadra, quando non riesce nonostante i tentativi poi si lascia prevalicare dalla frustrazione e ne paga le conseguenze, tanto per capire che molto del lavoro che c’è da fare è da concentrare sulla testa dei giocatori.

Però i tifosi possono sorridere non solo per i punti guadagnati nel weekend, perché nel finale di partita, seppur per quei pochi ma decisivi minuti si è rivista la scintilla tra le maglie bianconere, frutto di quella rabbia che spesso è contro se stessi ma che ha contribuito a fare del Lugano la squadra che in passato abbiamo potuto ammirare. Una scintilla che si spera possa infiammare il 2019 di questa squadra.


IL PROTAGONISTA

Maxim LapierreÈ stata una prova collettiva quella del Lugano, sia nel bene che nel male. Stavolta però il numero 25 ha saputo trovare gli spunti giusti per raddrizzare una partita che sembrava incredibilmente compromessa.

Oltre a fare intravvedere un crescendo di forma fisica e caratteriale (leggasi la leadership) Lapierre è stato all’origine del 4-4 di Chorney in shorthand con un intelligentissimo passaggio taglia-fuori e ha propiziato con la sua azione il game winning gol di Lajunen. Il Lugano ha un collettivo non indifferente, ma quando il canadese è in forma ne guadagnano tutti.


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HIGHLIGHTS

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