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Ambrì Piotta

L’Ambrì sbanca la Cornèr Arena e inguaia il Lugano

L’Ambrì torna ad imporsi in casa dei cugini dopo tre anni. Ai bianconeri non bastano il primo gol e il tentativo di rimonta, è la terza sconfitta filata

L’Ambrì sbanca la Cornèr Arena e inguaia il Lugano

LUGANO – AMBRÌ

1-4

(1-0, 0-2, 0-2)

Reti: 10’43 Carr (Fazzini, Connolly) 1-0, 22’57 Formenton (Heim, Bürgler) 1-1, 33’02 Zwerger (Bürgler, Heed) 1-2, 54’14 Heim (Zwerger, Bürgler) 1-3, 58’38 Isacco Dotti (Heed, Grassi) 1-4

Note: Cornèr Arena, 6’451 spettatori
Arbitri: Stricker, Hürlimann; Altmann, Burgy
Penalità: Lugano 4×2′, Ambrì 3×2′

Assenti Lugano: Julian WalkerMarkus Granlund (infortunati), Stephane PatryLoic Vedova,  Yves Stoffel (Ticino Rockets)

Assenti Ambrì Piotta: Diego Kostner (infortunato), Brandon McMillan, Yanik Burren (sovrannumero)

LUGANO – Un’eternità praticamente, il tempo trascorso dall’ultimo derby vinto dall’Ambrì Piotta alla Cornèr Arena ad oggi martedì 10 gennaio 2023. Un nuovo giorno “zero” per la squadra biancoblù, che torna ad imporsi sul ghiaccio luganese dopo l’ultima volta in quel tristemente famoso derby dei primi spalti chiusi causa Covid 19, il 29 febbraio 2020, quando i ragazzi di Luca Cereda si imposero già allora per 4-1.

Ed è passata effettivamente un’era, quella della pandemia, prima che si potesse vedere i leventinesi vittoriosi nell’impianto dei rivali storici – con un successo casalingo nell’ottobre 2021 a intercalare la lunga serie di sconfitte – che vedendo l’Ambrì Piotta festeggiare al sessantesimo capiscono che al momento la situazione si fa veramente dura, non solo per l’orgoglio cantonale, ma anche per la classifica a dir poco disastrosa.

Il Lugano fino all’inizio del nuovo anno sembrava in una situazione che con un paio di vittorie filate sarebbe potuta diventare molto più tranquilla in un attimo, ed invece oggi si ritrova a piangere di nuovo sui suoi mali, cercando di uscire ancora una volta da una situazione ingarbugliata e che rischia di pesare moltissimo sul proseguo della stagione.

Le vicissitudini di questo inizio settimana, figlie di un weekend da zero punti con la brutta prestazione di Langnau, potevano essere cancellate – o perlomeno combattute – quando si è visto un Lugano diverso per attitudine e carica agonistica nel primo tempo del derby, chiuso con merito in vantaggio dopo aver finalmente mostrato quella personalità – più di squadra che tra i singoli – che tanto era mancata nelle ultime uscite.

Aldilà di questo però l’Ambrì Piotta le sue occasioni le ha avute anche nei primi venti minuti, il sentore che la difesa del Lugano non fosse registrata alla perfezione era comunque nell’aria.

La conferma è infatti arrivata nel secondo periodo, più equilibrato e meno “infiammato” del primo, nel quale la squadra di Luca Cereda ha sfruttato due clamorose distrazioni della difesa bianconera per ribaltare il risultato. Particolarmente clamoroso il buco che ha permesso a Bürgler e Zwerger di involarsi con un due contro zero per battere Koskinen, mentre sull’altro fronte il Lugano dava grossi segni di cedimento non solo strutturale ma anche mentale.

Non si può certo rinfacciare ai bianconeri di non averci provato nel terzo periodo, ma il tentativo di rimonta è stato stoppato sì anche da un grandissimo Juvonen, ma anche dalla mira sciagurata dei padroni di casa, capaci di scialacquare occasioni in fila per l’incapacità sia di mirare la porta che di cogliere l’attimo giusto per il tiro, permettendo ai difensori ospiti di bloccare moltissimi tentativi nello slot.

Troppa confusa la manovra dei bianconeri, l’Ambrì non ha certo brillato per vigore difensivo, ma ha sfruttato bene la capacità di portare al largo gli attaccanti di casa, attendendo l’occasione giusta per spegnere le trasmissioni avversarie con il cinico 3-1 di Heim in power play, dopo che gli arbitri avevano vanificato il 2-2 di Herburger per aver fischiato la fine della penalità differita in corso, un episodio che farà discutere.

Si è assistito a un derby tra due squadre che attraversano un momento tra il delicato e il difficilissimo, che rispecchia comunque la situazione di classifica di entrambe le compagini. Ancora una volta il Lugano si è mostrato privo di un blocco capace di prendere per mano la squadra ogni qual volta scendeva sul ghiaccio, con un paio di trascinatori instancabili come Marco Müller, Fazzini e Josephs ma anche molti volenterosi e poco più, tanti fermi al compitino e qualche “anarchico” (Connolly) che è sembrato voler fare un gioco diverso dai compagni.

Sull’altro fronte neppure si può dire che ci sia stata una linea dominante – anche il blocco dei cechi e di Pestoni è andato nell’ombra spesso – ma la squadra biancoblù ha retto i primi venti minuti limitando i danni ed ha potuto attendere gli errori del Lugano per colpire con efficacia e in maniera decisiva.

Festeggia l’Ambrì Piotta, si lecca le ferite il Lugano, che ancora deve uscire da questo momentaccio, e saremo anche ripetitivi per qualcuno, ma senza l’apporto dei leader o presunti tali, il periodo grigio potrebbe farsi piuttosto lungo e complicato.


IL PROTAGONISTA

Janne Juvonen: Bravo e fortunato, in possesso quindi dei requisiti che fanno grande un portiere. Salvato dai ferri in un paio di circostanze – clamoroso il palo colpito da Herburger – il portiere finlandese ha salvato la baracca per l’Ambrì nel terzo periodo, quando il Lugano ha provato anche con foga e confusione a cercare il pareggio invano. In una serata senza grandi protagonisti tra attaccanti e difensori il numero 30 si è preso la scena.


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