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Ambrì Piotta

L’Ambrì convince e batte il Berna, ma vuole ancora crescere

Dopo un avvio di rodaggio i leventinesi prendono in mano il match nel secondo, trascinati dai loro stranieri. Decisivo il powerplay, buono il debutto di Juvonen

L’Ambrì convince e batte il Berna, ma vuole ancora crescere

AMBRÌ – BERNA

5-1

(2-1, 2-0, 1-0)

Reti: 5’46 Zwerger 1-0, 17’16 Moser (Loeffel) 1-1, 18’06 Heed (Grassi, Dotti) 2-1, 24’55 Chlapik (Spacek, Virtanen) 3-1, 39’13 Spacek (Zwerger, Chlapik) 4-1, 50’50 Hofer (Burren) 5-1

Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Borga, Tscherrig; Stalder, Gnemmi
Penalità: Ambrì 4×2′, Berna 3×2′

Assenti: Kilian Zündel (sovrannumero), Brandon McMillan (squalificato), Stefan MüllerRocco Pezzullo (infortunati), Josselin Dufey, Noah Patenaude (Ticino Rockets)

AMBRÌ – Ha messo in mostra quelle che sono tutte le sue nuove caratteristiche l’Ambrì Piotta, e al debutto casalingo contro il Berna è arrivata una vittoria decisa e per molti aspetti convincente, ma che porta con sé anche la consapevolezza – come logico che sia a metà settembre – di avere vari aspetti da migliorare.

La vittoria per la squadra di Cereda è stata ampia nel risultato e – a conti fatti – anche netta sul piano del gioco, ed ha fatto leva su delle armi che nel recente passato non erano proprie dei biancoblù, ovvero l’impatto degli stranieri ed il powerplay.

Le due fondamentali reti cadute nel periodo centrale sono infatti arrivate in superiorità numerica, in una fase in cui la partita doveva ancora prendere una direzione ben precisa, ma con Chlapik e Spacek capaci di mettere in cassaforte l’incontro già alla seconda pausa. I due cechi mostrano già un’ottima intesa e delle capacità tecniche importanti, ed in generale i nuovi innesti stanno rendendo gli special team di una dimensione completamente diversa rispetto a quelli dello scorso anno.

Certo, l’Ambrì Piotta aveva iniziato la stagione esattamente così anche un anno fa, con una vittoria all’overtime in trasferta seguita da un roboante successo casalingo, ma già dopo due partite appare chiaro come questa sia una squadra molto diversa. Cereda ha infatti saputo combinare delle linee che funzionano già benissimo tra loro ed esaltano anche le qualità dei singoli, con anche Shore che sta pian piano crescendo.

A strappare gli applausi maggiori è però stata la linea dei cechi (completata dal bravo Hofer, autore della sua prima rete in NL), che ha avuto anche il merito nel periodo iniziale di trovare il primo vero cambio ad alta intensità in zona offensiva, dopo che nella prima frazione i biancoblù si erano espressi a singhiozzo. Nelle prime fasi della sfida è infatti stato il Berna a farsi preferire, con vari dischi messi in maniera pericolosa su Juvonen – sempre impressionante per la sua calma tra i pali – ed un filtro in zona neutra che ha messo in difficoltà i leventinesi.

In tutto questo le prime segnature sono arrivate in maniera un po’ sporadica, con Zwerger ad insaccare su rebound e poi Simon Moser capace di infilare l’1-1 sfruttando lo screen involontario (e lo sterile contrasto) di Jannik Fischer. L’Ambrì ha però trovato il modo di andare alla pausa in vantaggio grazie all’azione imbastita e poi anche rifinita da Heed, che con la complicità di Grassi ha infilato il 2-1.

I leventinesi hanno però ingranato una marcia in più nel periodo centrale, quando sono andati in crescendo sino a trovare la costanza necessaria per fare loro la sfida. Ci è però voluto del tempo, perché l’Ambrì ha intercalato fasi un po’ troppo imprecise ad altri in cui il “buzz” in fase offensiva si è fatto davvero sentire, e lì il Berna non è stato capace di reggere l’urto. Indubbiamente va ricordato che agli ospiti mancavano tre stranieri – tra cui Kahun e DiDomenico, tra i giocatori più forti della lega – ma la sensazione sabato è che agli ospiti mancasse anche una linea tattica più precisa.

Ci sono però stati anche momenti in cui i leventinesi hanno perso il filo del discorso, oppure hanno chiesto fin troppo dal loro innalzato tasso tecnico effettuando un passaggio di troppo – un esempio è stato quel tic-tac-toe abbozzato nel terzo tempo – rinunciando un po’ a quella concretezza che invece deve rimanere un ingrediente fondamentale.

Ma per trovare i giusti equilibri e capire ciò che funziona meglio ci vorrà del tempo, ma nel frattempo è incoraggiante constatare come quasi tutti i giocatori visti all’opera sinora abbiano saputo convincere. Qualcosa in retrovia resta da regolare pensando ad esempio alla coppia Zaccheo DottiFohrler ed al settimo difensore Fischer, ed in questo senso Zündel e Pezzullo potranno dar vita ad una bella competizione interna.

È stato insomma un bell’Ambrì Piotta, osservato dalla panchina dal mitico Claude Julien e che ha saputo battere meritatamente il Berna completando così al meglio il suo primo weekend di campionato. La squadra di Cereda ha inoltre vari aspetti in cui può ancora crescere, e probabilmente la notizia migliore è proprio questa.


IL PROTAGONISTA

Filip Chlapik: Si era visto solo a tratti nella prima uscita di Friborgo, ma l’attaccante ceco nel debutto alla Gottardo Arena ha dato una prima dimostrazione di quelle che sono le sue caratteristiche. Quando ha dialogato con l’amico Spacek sono sempre nati dei dischi pericolosi, ed il suo tiro in powerplay con cui ha preso in contropiede Wüthrich ha denotato il fiuto di chi vede bene la porta. L’Ambrì lo scorso anno era orfano di un giocatore del genere, capace di trovare la giocate decisiva ad ogni conclusione.


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