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La Svizzera è solida nel debutto Olimpico, ma il gol non arriva

I rossocrociati giocano un ottimo primo incontro in termini di intensità, ma alla Russia basta una rete ottenuta nel primo periodo con una fortunata deviazione

© IIHF | Matt Zambonin

La Svizzera è solida nel debutto Olimpico, ma il gol non arriva

ROC – SVIZZERA

1-0

(1-0, 0-0, 0-0)

Rete: 19’57 Slepyshev (Semyonov) 1-0

Note: National Indoor Stadium, 934 spettatori
Arbitri: Schrader, Sidorenko; Oliver, Ondracek
Penalità: ROC 7×2′, Svizzera 5×2′

Assenti: Denis MalginDario Simion (quarantena), Sandro Aeschlimann (sovrannumero)

PECHINO – Era chiamata ad un debutto olimpico impegnativo la Svizzera, ed in termini di intensità e ritmo la squadra di Patrick Fischer ha dato ottime risposte contro la solidissima rappresentativa russa, messa alle strette in varie fasi di gara senza però che i rossocrociati riuscissero a trovare una rete che sarebbe stata meritata.

Alla fine a rompere gli equilibri di una contesa equilibrata è stato quel gol ottenuto da Slepyshev negli ultimi secondi del primo tempo, quando il russo ha messo in mezzo un puck che ha poi trovato una sfortunata deviazione prima di finire alle spalle di Berra.

Quello è stato l’unico momento in cui il portiere svizzero si è fatto sorprendere, ma per tutto il resto dell’incontro Berra è stato tra i protagonisti assoluti di questo debutto olimpico, con una grande calma e solidità che hanno permesso alla Svizzera di uscire dai momenti più complicati e di costruire a piccoli pezzi il proprio gioco.

Per Ambühl e compagni questa prima uscita è infatti stata impegnativa su più fronti, partendo da una componente fisica in cui i russi hanno saputo marcare presenza in maniera importante – e questo si è riflesso anche sugli ingaggi, 38-20 in favore degli avversari – e passando per una solidità russa a tratti eccezionale.

Difficile infatti per la Svizzera impensierire il portiere Ivan Fedotov a parità numerica, di conseguenza ci si è dovuti affidare a tiri nel traffico e alle situazioni di powerplay. Con l’uomo in più sul ghiaccio i rossocrociati hanno saputo imbastire delle ottime manovre, con tanti tiri pericolosi e quell’asta piena colpita da un gran tiro di Andrighetto nel periodo centrale.

Di opportunità per arrivare al pareggio ce ne sono state poi diverse altre, con un’incursione di Ambühl e Vermin ancora nella seconda frazione, e quel powerplay di 4 minuti (poi accorciato da una penalità di Loeffel) che hanno messo sotto pressione la Russia.

La sensazione in alcuni momenti è stata quella di sbattere continuamente contro un muro tanto era solida la formazione di Zhamnov, ma a parte l’avvio di secondo tempo la Svizzera non ha mai sofferto davvero gli avversari, ed ha sempre trovato energia e ritmo per mantenere equilibrata la contesa.

Peccato dunque che nel finale quella grandissima occasione capitata sul bastone di Herzog sia finita sul palo a porta praticamente sguarnita – pur con un tiro non semplicissimo da posizione defilata – dopo che lo stesso attaccante dello Zugo era stato troppo altruista su un ghiotto contropiede qualche minuto prima.

C’è insomma del rammarico per questa prima partita, che ci ha mostrato un’ottima Svizzera che però ha dovuto accontentarsi di una pacca sulle spalle che non è utile alla classifica. Le premesse per il resto del torneo sono però buone, il debutto – avvenuto senza poter giocare alcuna partita di preparazione – ci ha restituito una squadra carica in termini di energia e compatta in tutte le sue componenti.

Ottenere dei punti contro la Russia sarebbe stato un “extra” benvenuto (ed anche meritato dopo questa prova), ma con delle prestazioni del genere contro Cechia e Danimarca non mancherà qualche soddisfazione in più.

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