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Lugano

Il Lugano si sbarazza del Rappi e centra la quarta vittoria filata

I bianconeri possono puntare a concedere meno spazi in retrovia, ma la differenza di valori in pista ha fatto la differenza. È una settimana da otto punti

© PhotoBrusca & LuckyVideo

Il Lugano si sbarazza del Rappi e centra la quarta vittoria filata

LUGANO – RAPPERSWIL

5-2

(4-2, 1-0, 0-0)

Reti: 1’09 Heed (Wellinger, Walker) 1-0, 1’45 Vukovic (Schweri, Wick) 1-1, 5’29 Wick (Schweri, Dünner) 1-2, 13’20 Suri (Fazzini, Arcobello) 2-2, 16’12 Heed (Arcobello, Bürgler) 3-2, 18’12 Bürgler (Sannitz, Lammer) 4-2, 31’05 Arcobello (Morini, Fazzini) 5-2

Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Müller, Dipietro; Ambrosetti, Duarte
Penalità: Lugano 5×2′, Rapperswil 4×2′

Assenti: Elia RivaBernd Wolf (infortunati), Loic VedovaMatteo Romanenghi (Rockets), Tim Traber (sovrannumero), Mikkel Boedker (squalificato)

LUGANO – Non sono mai partite lineari quelle che ci si ritrova ad affrontare contro il Rapperswil, ma stavolta la squadra di Pelletier ha saputo premere sul gas nei momenti giusti indirizzando a proprio favore la sfida nella prima metà, costruendosi così un “cuscinetto” piuttosto agevole per gestire le iniziative di un avversario comunque dinamico e volenteroso.

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In termini di ordine e solidità difensiva i bianconeri hanno concesso qualche spazio di troppo a Cervenka e compagni, tendenza che ha impedito alla partita di essere mandata agli archivi con un certo anticipo, e se il Lugano vorrà continuare a crescere dovrà analizzare anche quelle fasi un po’ troppo statiche che contro un avversario più quotato sarebbero potute costare caro.

In un match che si è dimostrato aperto sin dalle battute iniziali il Lugano ne è però uscito vincitore con una certa logica, ben reagendo alle due reti incassate nei primi cinque minuti di gioco e trovando anche una certa facilità nel mettere alle spalle di Bader i dischi necessari per mettere in chiaro le forze in campo.

Il punto esclamativo che il Lugano ha messo sull’incontro nella prima metà sarebbe potuto essere anche più marcato, ma il powerplay non ha trovato i giusti automatismi per uccidere sul serio l’incontro. Una rete in superiorità numerica è però arrivata, ed ha rappresentato il game winning goal a firma Tim Heed, che dopo il pasticcio contro il Losanna – una sua disattenzione era costata una rete – si è riscattato con una doppietta ed una prova condita da diversi stimoli.

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In retrovia si è nuovamente ben difeso il giovane Alessandro Villa, a cui lo staff ha affidato oltre otto minuti di ghiaccio, mentre ad Haussener è stato riservato un ruolo più contenuto – e nessuna presenza negli special team – nonostante la promozione in prima linea nel terzo tempo di venerdì.

Guidato da un Arcobello che nei suoi momenti migliori ha nuovamente saputo aprire gli spazi ed illuminare il gioco, il Lugano ha comunque confermato di essere ancora in una fase in cui è alla ricerca di quegli equilibri che poi si traducono in solidità.

Nel frattempo però i bianconeri hanno portato sul ghiaccio una certa qualità e velocità di pensiero in zona offensiva, che per buoni tratti hanno fatto anche dimenticare l’assenza per squalifica di Boedker ed ha permesso nel terzo tempo di condurre in porto la vittoria senza troppe difficoltà.

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Dove poi non ci è arrivata la difesa ci ha pensato Schlegel a sostenere i suoi, abile a disinnescare alcuni tentativi dei sangallesi ed in particolare autore di una parata fondamentale su Sataric quando ci si trovava ancora sul 4-2.

Il Lugano ha così potuto mandare agli archivi una settimana in cui ha portato a casa otto dei nove punti disponibili, riuscendo anche a gestire una partita dai connotati diversi come quella di domenica, quando la natura dei Lakers ha portato ad una gara con maggiori spazi ed inversioni del momentum più improvvise. La squadra di Pelletier ha però retto bene, mostrando una superiorità diventata velocemente evidente.


IL PROTAGONISTA

Mark Arcobello: Nei suoi cambi più ispirati rimane uno dei giocatori più irresistibili della lega, vincendo anche la sfida di “eleganza” con un Cervenka che invece non è spiccato particolarmente. Con il disco sul bastone riesce a dettare i ritmi e a creare spazi interessanti per i compagni, e dalle sue statistiche si nota come abbia messo lo zampino in tre delle reti bianconere. È anche merito suo se l’assenza di Boedker praticamente non si è fatta sentire.


HIGHLIGHTS

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