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Lugano

Il Lugano ha fame di playoff, sbancata Friborgo

Con una prova di cuore e coraggio i bianconeri espugnano la BCF Arena per 2-1 trascinati da un grandissimo Granlund. Giovedì il matchball alla Cornèr Arena

(PostFinance/KEYSTONE/Anthony Anex)

Il Lugano ha fame di playoff, sbancata Friborgo

FRIBORGO – LUGANO

1-2

(0-0, 1-2, 0-0)

Reti: 28’21 Granlund (Mirco Müller, Bennett) 0-1, 32’04 De la Rose (Mottet) 1-1, 38’31 Bennett (Granlund) 1-2

Note: BCF Arena, 8’947 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Dipietro; Cattaneo, Duc
Penalità: Friborgo 3×2 + 1×5 + 1×20, Lugano 7×2

Assenti: Mark ArcobelloBrett ConnollyJeremi Gerber (infortunati), Alessandro VillaYves StoffelDavide Fadani (sovrannumero)

FRIBORGO – Alla squadra di Gianinazzi si possono rimproverare tante cose, ma gli va dato atto che quando i bianconeri si mettono in testa di essere squadra vera allora saltani fuori gli attributi. È “solo” Gara-1, ma chissà che il Lugano non abbia fatto un pensiero alla squadra che nel 2018 arrivò alla settima di finale dopo aver perso appena prima dei playoff i vari Brunner, Bürgler e Chiesa.

Niente voli troppo alti, siamo solo ai preplayoff, ma intanto una squadra che ha perso nel corso delle settimane passate Arcobello e Connolly è andata a sbancare la pericolosissima Friborgo per 2-1 con una prova tutta di carattere, coraggio e unità di squadra.

E il Lugano la vittoria se l’è presa forse non nel momento migliore dei padroni di casa, ma sicuramente quando i ragazzi di Dubé hanno iniziato a cercare di più il possesso del disco, ma proprio l’espulsione di Desharnais ha avuto un suo peso non indifferente. La doccia prematura del topscorer dei padroni di casa ha privato i dragoni del suo “cervello” di gioco e del miglior uomo agli ingaggi non solo del Friborgo ma di tutto il campionato, costringendo Dubé a rivedere alcuni equilibri soprattutto in power play.

(PostFinance/KEYSTONE/Georgios Kefalas)

I bianconeri dal canto loro hanno interpretato la partita come andava fatto, con l’elmetto in testa e in attesa, sapendo che i punti di forza degli avversari stanno nel dominio degli slot, proteggendo ottimamente un Koskinen in palla e lavorando tanto per recuperare i dischi attorno alla porta di Berra, proprio come quando è arrivato il 2-1 decisivo di Bennett.

I padroni di casa si sono lamentati per un probabile fallo di Marco Müller su Sutter e un tocco su Berra, ma tant’è, la rete è stata convalidata e il Lugano si intasca questa vittoria.

Tra i bianconeri emergono punti positivi e negativi agli antipodi, da un Granlund in formato veramente “special” e un Koskinen molto freddo e attento, a un power play (e non è una novità) disastroso, ma invece in box play la squadra di Gianinazzi si è mossa molto bene.

Buono il lavoro tattico della squadra, capace di portare al largo gli attacchi del Friborgo, squadra che ama andare dritta per dritta in verticale nello slot, dove il Lugano è stato bravo a creare densità e traffico per interrompere le azioni per ripartire in break, così come la gestione di una zona neutra mantenuta ordinata.

(JustPictures)

Il grande lavoro fatto sul piano fisico ha limitato la mobilità della squadra sul piano della manovra, ma gli sforzi difensivi hanno comunque abbassato i rischi, e per una partita del genere in casa di una squadra offensiva e dinamica come il Gottéron può comunque essere giustificato, tenuto conto di un contesto duro e combattivo.

Ai bianconeri però non deve però venire meno la lucidità, il cambio scorretto nei primi minuti e alcuni falli commessi nel finale hanno rischiato di mandare all’aria tutto, per Gara-2 sarà importante che la squadra sia concentrata anche per contenere una foga che non sempre è amica di Thürkauf e compagni.

Ma intanto il Lugano si è guadagnato in pieno il diritto di giocarsi il match ball, con l’obbligo di rimettere in pista tutta la forza di squadra vista alla BCF Arena.


IL PROTAGONISTA

Markus Granlund: Semplicemente eccezionale. Il topscorer bianconero conferma la sua fama da giocatore da postseason con una partita enorme sul piano della qualità e della sostanza. Suo il gol con un gesto tecnico non indifferente che ha portato avanti il Lugano una prima volta, suo l’assist per Bennett per il game winning goal, sempre sue le giocate migliori dalle parti di Berra. E quanto lavoro in fase difensiva, con un box play diretto a regola d’arte.


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