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National League

I top e flop al termine della regular season di National League 2022/23: giocatori svizzeri

(PostFinance/KEYSTONE/Patrick B. Kraemer)

Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.

Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.

Di seguito la selezione generale che chiama in causa le prestazioni mostrate sull’arco di tutta la regular season da parte degli svizzeri.


I TOP SVIZZERI DI HSHS

Melvin Nyffeler (Rapperswil – 91.5 SV%, 2.28 GAA, 5 shutout): La “scuola” Rapperswil negli anni ha saputo valorizzare giocatori non ritenuti adatti a ricoprire ruoli di primo piano in National League, e il portiere dei sangallesi ne è l’esempio migliore. Il 28enne ha raggiunto altissimi livelli negli ultimi anni, tanto da fare parte anche regolarmente almeno della rosa allargata della Nazionale svizzera, e i suoi numeri in campionato sono di prim’ordine. Nyffeler in questa regular season è finito secondo dietro a Hrubec dei Lions per gol subiti a partita (2.28) e quinto per parate (91.5%), ma con più minuti di impiego dei quattro che lo precedono. Il nativo del canton Zurigo ormai è uno dei pilastri dei Lakers e chissà che nei prossimi anni non possa crescere ulteriormente.

Dean Kukan (ZSC Lions – 7 gol, 24 assist, +20): Miglior difensore svizzero per punti in regular season dietro a Ramon Untersander, l’ex Columbus Blue Jackets si è preso la difesa dei Lions guidandola non solo con un ottimo spunto offensivo, ma anche con la personalità di un leader vero e con la grande esperienza accumulata a livello internazionale. A cinque contro cinque è risultato sul ghiaccio in occasione di 20 reti subite dai Lions, ma era in gioco quando lo ZSC ha messo a segno ben 36 reti tra parità e superiorità numerica, finendo con un complessivo +20, secondo migliore della lega tra i difensori. Arrivato con le aspettative di un ottimo difensore ma poco propenso a brillare in fase offensiva, il 29enne ha forse scoperto che l’hockey svizzero può esaltare caratteristiche quasi mai mostrate in carriera.

David Reinbacher (Kloten – 3 gol, 19 assist, +7): Classe 2004, il giovane difensore austriaco ma di licenza svizzera – uno dei tanti usciti dalla formazione del Rheintal – è esploso improvvisamente al suo primo anno di National League, prendendo per mano il reparto difensivo della neopromossa Kloten. Abile pattinatore e molto mobile nonostante il fisico potente, Reinbacher ha chiuso la sua prima regular season nel massimo campionato svizzero con 22 punti, terminando anche con un ottimo bilancio personale di +7. Osservato a più riprese durante il campionato da diversi scout di NHL, l’austriaco sarà protagonista del prossimo draft di NHL, portandosi appresso delle statistiche individuali avanzate addirittura migliori di Roman Josi alla stessa età quando giocava ancora con la maglia del Berna.

Tyler Moy (Rapperswil – 24 gol, 27 assist, +10): Certo, a Ginevra non possono lamentarsi con le bocche da fuoco che si ritrovano in squadra, ma probabilmente il rendimento dello svizzero-statunitense ha sorpreso anche i granata dopo che lo hanno lasciato andare. A Rapperswil il 27enne si è trovato subito alla grande nella nuova realtà, imponendosi come scorer implacabile con 24 gol, che ne fanno il terzo della lega dietro ad Hartikainen e Stransky, di cui 12 in power play con il suo ormai collaudato one-timer angolato, restando dietro solo al finlandese del Ginevra per gol in superiorità numerica. Ben 20 gli assist diretti, che ne fanno il secondo attaccante rossocrociato dietro a Enzo Corvi, con una costanza di rendimento che non lo ha mai praticamente abbandonato se non per un paio di partite alla volta.

Gaetan Haas (Bienne – 12 gol, 21 assist, +9): La scorsa stagione, in arrivo dal Nord America, aveva deluso, disputando un campionato anonimo e privo di quella classe che gli aveva permesso di ritagliarsi più spazio in NHL di quanto in molti avevano preventivato. In questa annata le cose sono decisamente cambiate per il centro del Bienne, passato ad una modalità superiore per giocate di alta scuola, punti e personalità da leader. Reti raddoppiate rispetto a un anno fa, molte di pregevole fattura se non di classe assoluta, ben cinque rivelatesi decisive (secondo della squadra dietro a Olofsson) e tantissime giocate a favore dei compagni, con ben 17 assist diretti sui 21 totali. A migliorare è stata anche e soprattutto la continuità di rendimento di uno dei centri più talentuosi del nostro campionato, capace oggi anche di sacrificarsi sul piano difensivo e non semplicemente alla ricerca della giocata di fino.

Lino Martschini (Zugo – 18 gol, 25 assist, +6): Dopo un paio di stagioni in chiaro-scuro, il piccolo attaccante dello Zugo è tornato ai livelli a cui ci aveva abituati in tutta la sua carriera. I 18 gol e i 25 assist ne fanno il secondo miglior attaccante svizzero della National League dietro a Tyler Moy, secondo a pari merito proprio con il sangallese per assist diretti. Il 30enne è secondo pure tra gli svizzeri per reti segnate a parità numerica, terzo per game winning goal e a 30 anni compiuti sembra aver raggiunto una maturità che gli permette di essere pericoloso in molte maniere e non più “solo” con i suoi tiri al volo o in velocità. Ciliegina sulla torta, i 43 punti incamerati in regular season ne fanno ad oggi il miglior marcatore di sempre con la maglia dello Zugo, superando con 489 punti i 486 accumulati da Paul Di Pietro e i 460 di Josh Holden.


I FLOP SVIZZERI DI HSHS

Leonardo Genoni (Zugo – 89.8 SV%, 2.67 GAA, 4 shutout): Era stato il grande protagonista degli scorsi playoff, trascinando lo Zugo fino al secondo titolo di campione svizzero consecutivo, ma in questa stagione Genoni non ha quasi mai ritrovato quelle sensazioni. Non è un caso se senza prestazioni di alto livello del suo portiere anche una corazzata come quella dei tori abbia faticato parecchio in regular season, strappando il ticket per i playoff solo con un colpo di reni sul finale, proprio quando il 35enne ha alzato il suo livello, anche se non ancora al suo meglio. Durante l’autunno e l’inverno però Genoni è stato ben al di sotto dei suoi standard, terminando le sue 42 partite da titolare con una percentuale di parate del 89,8% (meglio del solo Ciaccio tra i portieri più impiegati) e una media di 2,67 reti subite a partita (che ne fa il nono della lega) e una media di GSAA (gol salvati in rapporto alla media di lega) di -11,7.

Thomas Thiry (Ajoie – 1 gol, 3 assist, -30): Doveva essere l’ingaggio di esperienza, nonostante la ancora relativa giovane età, per la squadra di Filip Pesan passata poi nelle mani di Julien Vauclair, visto il suo trascorso in squadre come Berna e Zugo oltre all’esperienza maturata a livello internazionale con la nazionale francese. Thomas Thiry invece si è rivelato uno dei punti deboli dell’apparato difensivo giurassiano, tanto da terminare solo tre partite con un bilancio positivo in tutto il campionato, con diversi errori costati molto caro all’Ajoie soprattutto in gioco a parità numerica. In totale il 25enne è risultato sul ghiaccio in occasione di sole 6 reti segnate dalla sua squadra, ma ben 38 volte invece sulle reti subite.

Yanik Burren (Ambrì Piotta – 1 gol, 10 assist, -6): Nel corso della stagione ha ricevuto tutte le chance per fare davvero un passo avanti nel suo sviluppo ma, nonostante gli ottimi segnali mostrati durante l’infortunio a Heed, le sue prestazioni sono velocemente crollate in picchiata. Nel complesso ha infatti mostrato poca lucidità e continuità, con Burren disattento ed approssimativo in particolare dopo la firma a Bienne. Non ha perso sostanzialmente posizioni in gerarchia visto che a livello di difensori svizzeri l’Ambrì peccava di qualità, ma in rapporto al suo potenziale quanto ha mostrato sul ghiaccio è stato sicuramente deludente.

Joel Vermin (Berna – 6 gol, 9 assist, -6): Dalla partenza per Ginevra di Vincent Praplan all’arrivo di Vermin in direzione contraria, a perderci è stato senza dubbio la squadra della capitale. Il nazionale svizzero non ha mai trovato la sua vera collocazione nel line up di Lundskog prima e Söderholm poi, passando da ala dei primi blocchi, a centro, per poi tornare ala ma della terza linea offensiva fino a quarto centro. Sicuramente questo non ha giovato allo svizzero-olandese nel trovare regolarità di rendimento, ma tutto sommato quanto mostrato da Vermin è stato di molto al di sotto delle attese, con pochi gol (6) e una riuscita al tiro decisamente bassa per chi era abituato ad assestarsi attorno al 18% in media, scendendo fino al 6% di questa regular season.

Sven Bärtschi (Berna – 4 gol, 10 assist, -8): C’era tanta attesa per vedere l’attaccante ex Canucks e Flames alla prova del campionato svizzero dopo una carriera spesa in Nord America. Il 30enne doveva essere anche il fiore all’occhiello del mercato estivo del Berna, ma a conti fatti l’ingaggio non si è certo rivelato un successo, rappresentando una delle grandi delusioni del campionato. L’ala cresciuta nelle giovanili del Langenthal ha infatti sofferto moltissimo il ritmo della National League pagando uno stile particolare che funziona sulle piste piccole nordamericane ma non negli spazi larghi europei e con avversari dalle grandi doti di pattinaggio. Il bottino di Bärtschi in regular season si assesta alla miseria di 4 reti e 10 assist in 36 partite, con l’ultimo gol risalente addirittura al 20 novembre.

Michael Hügli (Losanna – 1 gol, 7 assist, -2): Attaccante molto sottovalutato nel suo periodo a Bienne, spesso e volentieri schierato per la sua intelligenza di gioco assieme agli stranieri nel top six, aveva sempre messo a segno anche un buon bottino di punti, specializzatosi in reti pesanti. Passato al Losanna un po’ a sorpresa con un contratto di cinque anni, l’ex seeländer ha faticato ad imporsi nella nuova realtà, catapultato da un ruolo di primo piano alla Tissot Arena, alle settimane passate come tredicesimo attaccante o in tribuna in riva al lago Lemano. Forse la sua scelta è stata un po’ frettolosa, a scapito di qualche realtà che avrebbe potuto valorizzarlo o farlo maturare al meglio, fatto sta che solo con Geoff Ward in panca ha ritrovato un po’ di spazio sul ghiaccio, ma questa sua bocciatura rappresenta al meglio anche quanto di caotico e insensato sia stato fatto dalle parti della Vaudoise Arena in questi anni.

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