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Flavio Ambrosetti: “Tutto è diverso in NLA, l’emozione è grandissima”

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In occasione del terzo appuntamento con la nostra rubrica sugli arbitri ticinesi, ci siamo intrattenuti con Flavio Ambrosetti. Linesman di Lega Nazionale B, Ambrosetti ha esordito quest’inizio di stagione anche in NLA, arbitrando qualche partita della massima categoria svizzera, fra cui Berna-Losanna del 26 ottobre e il derby Ambrì-Lugano del martedì successivo.

Flavio Ambrosetti, la prima domanda è la classica: come hai iniziato ad arbitrare?
“Ho cominciato diversi anni fa con l’inline hockey, per potere avere la mia paghetta e togliermi una qualche piccola soddisfazione personale. Alla fine l’amico Daniele Guidi mi ha proposto questa nuova avventura dell’hockey su ghiaccio e mi son detto “ma sì dai, perché non provare”. Dopo un incidente motociclistico ho dovuto smettere per due stagioni l’hockey giocato e, cominciando parallelamente la disciplina dell’arbitraggio nel 2006, ho pian piano tralasciato l’hockey giocato per procedere con questa avventura: la mia scelta è stata positiva”.

Questa stagione hai arbitrato anche alcune partite in Lega Nazionale A… qual è la differenza maggiore rispetto alla NLB?
“Nella massima serie si ha una realtà totalmente professionistica e sicuramente il gioco è molto più veloce e spettacolare. Anche a livello di pressione c’è molto pubblico, i media, la televisione… Ogni partita è molto sentita e questo fa la differenza. Basti pensare una partita di alto livello come può essere un derby o un match a Berna, con 16’000 spettatori, e lì il pubblico fa sicuramente qualcosa”.

Parli del derby e di Berna perché sono state alcune fra le partite che hai arbitrato. In quale delle due partite ti sei sentito maggiormente emozionato?
“Sicuramente entrare in pista davanti a più di 16’000 spettatori è qualcosa che ti lascia senza fiato: la prima impressione è stata “oh cavolo, speriamo di non cadere”. Anche un tifo come è stato quello di Ambrì-Lugano però per un ticinese è sempre qualcosa di particolare, specialmente se si è sul ghiaccio”.

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Il derby è sempre una partita speciale per il Ticino: lo è anche per gli arbitri?
“Come ogni volta il mio obiettivo è di entrare e dare il meglio, cercando di fare il minor numero di errori possibili. Chiaramente sapere che sei in diretta televisiva nel tuo cantone, con tutti che guardano la partita – compresi i tuoi amici – un po’ di pressione te la mette, ma dura solo fino a cinque minuti prima dell’inizio: a partire dal primo ingaggio pensi solo a fare il tuo lavoro”.

Quali sono i tuoi obiettivi a corto e medio termine? Qual è invece la tua massima ambizione come arbitro?
“A corto/ medio termine mi piacerebbe salire nella massima lega come linesman fisso e più avanti magari ottenere una licenza internazionale, e forse un domani diventare un arbitro principale”.

Cosa vorresti dire ad un giovane che ha appena cominciato oppure vorrebbe cominciare ad arbitrare?
“Il consiglio principale è che ognuno deve seguire la sua strada: se si ha la passione di giocare è giusto che si vada avanti a farlo, mentre se ad un certo punto si sente che non si ha più uno sbocco o che l’opzione di fare l’arbitro inizia ad essere affascinante, allora è sicuramente interessante provare. Con molta convinzione e sacrifici si può arrivare a lontano”.

Personalmente sei salito abbastanza velocemente di categoria, questo a cosa è stato dovuto?
“La scelta di concentrarmi sull’arbitraggio è stata fondamentale. Ho inoltre avuto la fortuna che miei diretti superiori hanno visto un potenziale in me, dunque i traguardi sinora raggiunti li devo soprattutto ad Andreas Kohler, Luca Boverio, Gabriele San Pietro e Franco Espinoza, perché loro mi hanno veramente seguito ed è grazie a loro che ho potuto maturare nel corso della mia formazione e svilupparmi così in fretta”.

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