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Interviste

Cormier: “A Lugano con l’obiettivo di crescere, ma voglio anche lasciare il segno in attacco”

Il figlio d’arte è pronto alla prima stagione da professionista: “Non mi metto alcuna pressione, sono qui per portare sul tavolo le mie caratteristiche e dare alla squadra il contributo che è nelle mie possibilità”

LUGANO – Nel Lugano assemblato da Domenichelli e Gianinazzi ci sono diversi giovani promettenti, e tra chi ha un potenziale tutto da scoprire c’è il figlio d’arte Cole Cormier, che arriverà in Svizzera dopo una stagione da 71 punti in 66 partite in QMJHL.

Il padre del 21enne è quel Derek Cormier che da inizio anni Duemila e per oltre un decennio era stato il trascinatore del Sierre, dunque per il figlio Cole l’hockey rossocrociato rappresenta in qualche modo qualcosa di famigliare.

“Trasferirmi a Lugano è stato un grande cambiamento per me, ma sinora tutto è stato eccezionale”, ci ha spiegato con il sorriso il nuovo attaccante bianconero. “Le persone che mi hanno accolto a Lugano sono state gentilissime, e so che avere l’opportunità di giocare qui è qualcosa di speciale. Sono davvero contento di aver fatto questa scelta”.

Per te però la Svizzera non è completamente una novità, hai passato praticamente metà della tua vita qui quando tuo papà giocava a Sierre…
“Alcune cose per me sono comunque una novità, ma in generale hai ragione. Sono cresciuto in Svizzera sino all’età di 12 anni, dunque alcuni aspetti della quotidianità mi risultano sicuramente famigliari, ma in generale per me è ancora un po’ strano essere tornato a vivere qui. Continuamente mi tornano in mente momenti vissuti quando ero bambino, è davvero bello”.

A Lugano ci sarà da lottare per conquistare un posto, quali sono le tue caratteristiche su cui punterai?
“Sono un giocatore che lavora molto duro. Sono un buon pattinatore e questo mi permettere di essere pericoloso in zona offensiva. Sono qui per aggiungere alla squadra qualcosa in fase d’attacco, e sono fiducioso nel fatto che riuscirò a farlo”.

Quali obiettivi ti poni per questa prima stagione tra i professionisti?
“So che la risposta potrebbe risultare scontata, ma davvero ciò che mi prefiggo è riuscire ad aiutare la squadra con il mio gioco. A livello personale voglio invece migliorare ogni giorno, ho scelto Lugano anche con l’obiettivo di crescere”.

Hai giocato le ultime 4 stagioni in QMJHL, ma non sei stato draftato… Come hai reagito a quella delusione?
“Non sono stato scelto da alcuna squadra NHL, ma so di essere andato vicino ad una selezione. Onestamente però ora sono felice di essere a Lugano, il fatto di non essere stato draftato mi ha ricordato che devo dare di più per raggiungere i miei obiettivi… Non mi sono scoraggiato per niente, devo scendere sul ghiaccio ancora più duramente e magari con la maglia bianconera verrò ricompensato per il mio lavoro”.

Nei tuoi anni in Canada sei stato allenato anche da Patrick Roy…
“È stata una bellissima esperienza. Patrick Roy è una leggenda ma anche un buon allenatore, è duro con i suoi giocatori ma sa come gestire una squadra e la maniera giusta con cui parlare alle persone. In generale conservo un bel ricordo”.

Hai giocato anche con Manix Landry a Gatineau, ma presto vi ritroverete faccia a faccia nel derby. Ne avete già parlato?
“Manix è un mio grande amico, abbiamo giocato due stagioni intere assieme ed eravamo pure nella stessa linea. Del derby non abbiamo ancora discusso, ma sono sicuro che per entrambi è chiara una cosa: una volta in pista non saremo buoni amici come lo siamo quando ci vediamo lontano dal ghiaccio”.

Martedì sera arriva finalmente la prima amichevole, cosa vuoi mostrare a Gianinazzi in questo preseason?
“Non mi metto alcuna pressione, sono qui per portare sul tavolo le mie caratteristiche e dare alla squadra il contributo che è nelle mie possibilità. Sin dalle amichevoli porterò il mio gioco senza farmi troppi pensieri, è il mio primo anno da professionista dunque mi approccio alla stagione anche nell’ottica di imparare molte cose”.

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