HERNING – Il Mondiale di Herning è anche l’occasione per rivedere all’opera Roman Cervenka, lo straniero più forte e dominante dell’ultimo lustro in Svizzera.
Dalla scorsa estate l’attaccante ceco è tornato in patria, nelle fila del Pardubice. Nella mixed zone l’ex Rapperswil, sempre un po’ restio a concedere interviste, per una volta viene risparmiato dai colleghi cechi. Proviamo a fermarlo chiamandolo in inglese, continua nella sua camminata, poi si ferma, uno sguardo a ritroso, ci riconosce e allora torna sui suoi passi e ci concede un po’ del suo tempo.
Gli diciamo che siamo sorpresi, per certi versi, di vederlo ancora ai Mondiali. Terminare la carriera internazionale con il titolo mondiale nella sua Praga sarebbe in fondo stato il finale ideale, quello da cartolina.
“È semplice, mi piace giocare. Tutto qui. Ed è la cosa più importante. È sempre un piacere far parte della Nazionale e combattere per il proprio paese. Ecco perché sono ancora al Mondiale”.
Si può dire allora che il tuo nuovo, prossimo obiettivo a medio termina sia quello di disputare anche le Olimpiadi del prossimo anno?
“(Cervenka ride, ndr). No, sono seriamente troppo lontane per me, io cerco di vivere nel presente e penso semplicemente alla prossima partita qui in Danimarca”.
Hai avuto una grande stagione al tuo ritorno in patria. In 65 partite hai fornito altrettanti punti, purtroppo però il titolo è sfuggito in finale nella settima decisiva sfida. Che anno è stato?
“All’inizio ho avuto qualche difficoltà, ormai non giocavo da anni nel campionato ceco, quindi mi sono dovuto riabituare un pochettino a questa realtà. Poi però ho preso le misure, anche grazie a dei grandi compagni di squadra. Questo però ormai fa già parte del passato, adesso, come già detto, mi concentro esclusivamente sulla Nazionale”.
Il tuo ex compagno Tyler Moy è finalmente riuscito ad approdare a un Mondiale e ha anche già segnato. Sei un po’ sorpreso, per così dire?
“So quanto sia bravo, sono contento per lui, spero che riesca a continuare a produrre, che riesca a mantenere un posto da titolare e diventare un elemento importante per la Svizzera”.
A proposito di Svizzera, hai ancora contatti con i tuoi vecchi amici? Ti manca un po’ il nostro Paese?
“Certo, è ovvio, ho mantenuto i contatti. Sono stato in Svizzera per otto anni, è diventata la mia seconda casa e un po’ mi manca, ma ormai questa è la vita”.
Per finire ti pongo la solita domanda che ti faccio ogni anno. Hai quasi 40 anni, eppure sei sempre in formissima e dominante. Me lo sveli finalmente il tuo segreto?
“Ti ripeto la solita risposta, non ci sono segreti. È solo la mia passione, quando posso giocare a hockey e aiutare una squadra sono felice”.
