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Lugano

Da Ginevra arrivano tre punti per un Lugano in crescendo

I bianconeri ribaltano il risultato nel terzo periodo, difendendo la vittoria in un lungo box play nel finale. Eccellente prestazione di Mikko Koskinen

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Da Ginevra arrivano tre punti per un Lugano in crescendo

GINEVRA – LUGANO

2-3

(1-0, 0-1, 1-2)

Reti: 11’36 Jooris (Filppula, Vatanen) 1-0, 21’48 Fazzini (Joly, Granlund) 1-1, 49’34 Morini (Arcobello, Wolf) 1-2, 50’36 Thürkauf (Carr, Joly) 1-3, 52’56 Manninen (Lennström, Vatanen) 2-3

Note: Les Vernets, 7’135 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Hürlimann; Gnemmi, Steenstra
Penalità: Ginevra 3×2, Lugano 3×2

Assenti: Marco MüllerLorenzo CanonicaJulian Walker (infortunati), Arno SnellmanJeremi GerberNiklas Schlegel (sovrannumero), Joey LaLeggia (assente)

GINEVRA – Complicarsi la vita con costanza è in fondo anche una forma di talento, certo è che i tifosi bianconeri ne farebbero volentieri a meno di certi finali da brivido. Però uno sforzo del genere dopo l’ingenua bastonata di Thürkauf in faccia ad Hartikainen ed i successivi quattro minuti finali giocati anche in doppia inferiorità numerica rendono la vittoria del Lugano ancora più dolce e certificano una solidità trovata lungo la partita e non forse immediatamente.

Portare tre punti in Ticino alla prima partita dopo la pausa contro un avversario già rodato dal turno di CHL giocato in settimana è comunque segno che il Lugano è tornato dalle quasi due settimane di lavoro con ottimo piglio caratteriale, fiducia e diverse conferme, oltre a un paio di spunti positivi in più che male non fanno certo.

Tra questi spunti in aggiunta alle cose buone già provate c’è sicuramente la prova solidissima e di alto livello da parte di Mikko Koskinen – il quale ha lasciato in Ticino LaLeggia – sicuro e preciso per tutto l’incontro e soprattutto imbattibile nel concitato finale in inferiorità numerica, con una difficilissima quanto fondamentale parata su Sakari Manninen – dalla stessa posizione da cui lo aveva appena battuto – una di quelle parate che valgono un gol (e forse di più) alle quali il finlandese non era più abituato e di cui aveva già dato assaggio nel primo periodo su Noah Rod.

E quando da dietro si percepisce sicurezza allora tutto funziona più facilmente, e anche un Lugano andato in crescendo soprattutto per una comprensibile brillantezza fisica non a livello del Ginevra per una ventina di minuti, ha potuto giocare con maggior tranquillità proprio in un primo periodo in cui ci si aspettava proprio questa differenza sul lato del ritmo.

Poi il Lugano è cresciuto, ha cominciato a macinare gioco e mettere in difficoltà un Servette più capace di mantenere il controllo del disco ma andato in difficoltà sotto il forecheck avversario soprattutto attorno alla propria linea blu e dietro la porta di Descloux, così i bianconeri hanno potuto cominciare a fare la propria vera partita dopo aver raggiunto il pareggio con Fazzini in cinque contro tre.

Il secondo periodo è quindi apparso molto più equilibrato, sui due fronti si sono visti lo stesso diversi errori soprattutto in fase di impostazione o transizione tra i terzi difensivi e la zona neutra, ma è stato nel tempo conclusivo che si è visto un Lugano superiore ai campioni svizzeri anche con il disco sul bastone.

La solita “paradesturm” di Thürkauf, Carr e Joly ha seminato panico e distruzione nello slot – non sempre con la necessaria lucidità o precisione – trovando subito dopo lo spunto di Morini per il secondo gol bianconero la splendida azione che ha insaccato il gol decisivo grazie al capitano, in un momento in cui i padroni di casa hanno sbandato ampiamente con errori in zona neutra a ripetizione.

Gli uomini di Gianinazzi – e quindi lo stesso coach – hanno avuto il merito di saper conservare le energie giocando costantemente a quattro blocchi, e pure grazie a questa “ricarica” in crescendo hanno saputo resistere nel pericolosissimo forcing finale dopo la penalità ricevuta da Thürkauf, giocando sempre con intelligenza e senza mai andare in panico, nonostante delle prove difensive da parte di Guerra e Andersson tutt’altro che pregevoli.

Ad emergere sono stati quindi oltre ai soliti mMüller e Peltonen anche Wolf e Alatalo, bravi e freddi nelle gestioni dei dischi recuperati in fase difensiva e in generale, nonostante gli errori iniziali, si è visto un Lugano ben differente da quello arrivato con il fiatone alla pausa, anche se alcuni giocatori – Granlund su tutti – sono ancora lontani dalla forma migliore.

Sabato alla Cornèr Arena arriverà un Davos invece riposato, e per il Lugano che ha lasciato a riposo Schlegel, LaLeggia, Gerber (oltre a Cjunskis portato a Les Vernets ma non impiegato) potrebbe esserci un piccolo turn over per equilibrare le energie dopo una trasferta che li vedrà rientrare al mattino presto. Se contro la squadra di Cadieux si è trattato di ritrovare il ritmo, di fronte ai grigionesi sarà invece importante far valere subito la continuità di questa vittoria.


 

IL PROTAGONISTA

Mikko Koskinen: È stata di gran lunga la miglior partita di questa stagione per il portiere finnico, sicuro e preciso nei movimenti e sempre freddo su ogni disco. Finalmente ha saputo infondere grande fiducia alla sua difesa e ha proposto di nuovo alcuni interventi salva risultato, come una parata in allungamento su Rod sull’1-0 e il riflesso velocissimo su Manninen a proteggere la vittoria nei secondi finali. Al Lugani servono due portieri affidabili, a mancare all’appello era proprio l’ex Oilers.


HIGHLIGHTS

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