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Ambrì Piotta

Cereda: “Mi è piaciuta la reazione della squadra, ma la stanchezza poi uscirà”

Il coach dopo la sconfitta di Berna: “Il gruppo ha mostrato carattere, ha combattuto sino alla fine e probabilmente avrebbe anche meritato un punto, ma purtroppo torniamo a mani vuote”

AMBRÌ – Non era semplice per l’Ambrì Piotta farsi trovare pronto sul ghiaccio della PostFinance Arena dopo un finale di anno davvero intenso, con le fatiche di campionato e Coppa Spengler e la vittoria del trofeo in quel di Davos.

Nonostante le premesse insidiose i biancoblù hanno però disputato una buona gara contro gli orsi, ritrovandosi sotto di tre reti dopo il primo periodo, ma reagendo poi positivamente per il resto della partita.

“La prima e la terza rete del Berna sono un po’ arrivate dal nulla, a causa di nostri errori, la seconda è stata il frutto di una bella azione”, ci ha spiegato coach Luca Cereda. “Mi è piaciuta la reazione della squadra, ha mostrato carattere, ha combattuto sino alla fine e probabilmente avrebbe anche meritato un punto, ma purtroppo torniamo a mani vuote”.

È stata la partita più difficile da preparare da quando alleni l’Ambrì dopo il trionfo ottenuto alla Spengler?
“Io non ho trovato grandi difficoltà in questo senso, i ragazzi erano preparati e motivati, avevano voglia di fare bene e la reazione dopo essere stati sotto anche un po’ immeritatamente per 3-0 lo ha dimostrato. Credo che la stanchezza mentale e fisica uscirà tra un po’, per intanto ci siamo ancora”.

Hai rimescolato le linee già in entrata di tempo centrale, senza aspettare a lungo, come mai?
“L’idea era di dare un segnale, abbiamo scelto questa soluzione per infondere nuova energia e mostrare che noi non mollavamo. È stato pure il nostro messaggio alla fine della prima frazione, ci credevamo, abbiamo detto al gruppo che la partita era ancora aperta perché il risultato era un pelino bugiardo e bisognava continuare”.

Torniamo per un attimo alla Spengler, quanto è stato difficile comunicare a due ragazzi come Conz e Trisconi che non avrebbero disputato la finalissima?
“Tra la semifinale e la finale c’è stato pochissimo tempo, abbiamo dormito un paio d’ore e poi abbiamo dovuto decidere in fretta seguendo pancia e cuore. Non era il momento di guardare troppo al passato, bisognava a tutti i costi vincere, occorreva guardare al presente. Nella mia professione la cosa più difficile è davvero dire a un ragazzo che non potrà giocare, sai di dare una delusione e lo vedi. È stata dura, lo avevamo detto all’inizio, volevamo andare a Davos con 5 linee e schierare il sempre miglior line-up possibile. Ma è stato tosto quando è arrivato il momento di dire a dei ragazzi con cui hai condiviso maggiormente un percorso che non avrebbero giocato. Sono comunque felice che anche loro alla fine hanno potuto partecipare ed essere parte integrante di questa vittoria”.

E a Berna entrambi hanno reagito bene, dandoti una bella risposta e Trisconi ha pure fornito un magnifico assist…
“Benji nel primo tempo ha incassato 3 reti in 6 tiri, è durissima per un portiere, ma volevamo dargli la chance di reagire ed è stato bravo negli ultimi due tempi facendo belle parate. Anche Noele si è fatto trovare pronto sia all’ala che al centro, vincendo inoltre diversi ingaggi. Sono contento della reazione, era difficile per loro e lo hanno fatto nella maniera giusta. Anche Fischer e Isacco Dotti in finale hanno giocato un pelino meno, ma si sono a loro volta fatti trovare pronti, questo è molto positivo”.

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