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Lugano

5 spunti da Lugano: non solo parole, conti in tasca, faceva il palo, la speranza di un’attesa

(PPR/Anthony Anex)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Non sono solo parole

“In questa squadra si combatte per un centimetro. In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro. Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro. Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza tra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro”.

Tony D’Amato (Al Pacino in Any Given Sunday). Sul più bello a Lugano ci si è dimenticati tutto questo, in un weekend, anzi, in circa quaranta minuti di gioco i bianconeri hanno lasciato ogni proposito fuori dal ghiaccio in quello che era il fine settimana più importante della stagione. Era solo un film quello, ma quanto aveva ragione coach D’Amato.

due I conti in tasca

(PPR/Manuel Lopez)

Con i settori giovanili svizzeri a giovare delle entrate dello sponsor principale della lega grazie ai punti dei topscorer di ogni squadra, le cifre sborsate dal gigante giallo non sono proprio indifferenti. A Lugano però quest’anno il topscorer ha accumulato un bottino più magro rispetto agli ultimi anni, dato che a due partite della fine Linus Klasen ha solo 34 punti nel carniere.

Nel corso degli anni bisogna tornare fino alla stagione 2007/08 per trovare un risultato così basso, quando Sandy Jeannin contabilizzò 32 punti, frutto di 7 reti e 25 assist. Nelle stagioni seguenti gli exploit luganesi furono di Glen Metropolit e Fredrik Pettersson con 69 punti e 13’800 franchi incassati, ma il risultato migliore in bianconero rimane quello di Ville Peltonen nella stagione 2003/04 con 72 punti e 14’400 franchi andati nelle casse dei settori giovanili, record a pari merito con Erik Westrum e Juraj Kolnik, i due topscorer della lega tra il 2007 e il 2009.

tre Quella sporca (quasi) dozzina

(PPR/Anthony Anex)

Intercalato dall’1-3 momentaneo in quel di Friborgo a firma di Julian Walker, il crollo del Lugano tra la BCF Arena e la Cornèr Arena di casa è stato ritmato da ben 12 reti degli avversari, di cui 11 consecutive tra i due terzi periodi.

Già era difficile risalire a una sconfitta casalinga per 0-6 (vero, Erik Westrum?) ma per trovare un momento in cui i bianconeri hanno raccolto ben undici dischi consecutivamente dalla propria porta bisogna far capo agli archivi, e non è detto che sia facile. Quel che è più grave che queste undici reti siano cadute nel momento decisivo della stagione.

quattro La speranza di un’attesa

Tra molti rimpianti, il famoso latte versato sul quale è inutile aggiungere lacrime, il Lugano si appresta a vivere una fine di regular season sulle spine. In maniera incredibile, i bianconeri sono passati dall’aver un piede nei playoff ad essere sul baratro dei playout.

E non ci sono scuse che tengano, dopo un mese e mezzo giocato a mille per riparare vecchi danni, ridurre a flebili speranze (sulle spalle degli altri) il proprio destino significa aver giocato sulla lama del rasoio, anche quando qualcuno pensava già che il più fosse fatto. È stato questo l’errore più grande, trasformare un’impressione in una certezza. E ora non resta che aggrapparsi alla corda più fragile, quella della speranza.

cinque Faceva il palo

“Faceva il palo nella banda de l’urtiga, faceva il palo cun pasion e sentiment”. Così cantava Enzo Jannacci, descrivendo quel personaggio preso a fare la parte del palo da una banda di ladri della domenica, rimasto lì mentre gli altri se la filavano. Un po’ come successo a Julian Walker, rimasto lì come un palo per segnare il gol dell’1-3 a Friborgo che avrebbe dovuto lanciare il Lugano verso la vittoria.

Invece i suoi compagni della banda de l’urtiga hanno buttato via tutto facendosi beccare dai ghisa e dai carabinee. Ma stavolta non era colpa solo del palo, che come sempre lavorava con passione e sentimento, bensì qualcun altro della banda a differenza della canzone “l’era sguerc e al ga vedeva quasi piü…”

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