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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


spuntiambri

movember

uno ROCK THE STACHES!
Come da tradizione è stata riproposta, con l’avvento del mese di novembre, l’iniziativa “Movember” (Moustache-November). Un progetto atto ad aumentare la consapevolezza delle persone nella lotta contro il carcinoma alla prostata, promuovendo le donazioni all’associazione ad esso dedicata. Per aderire all’iniziativa basta farsi crescere i baffi durante tutto il mese, così da simboleggiare la propria partecipazione. In casa Ambrì ben quattro giocatori hanno deciso di accettare questo invito, ovvero: Inti Pestoni, Alexandre Giroux, Lukas Lhotak e Jason Fuchs. I risultati potranno sembrare più o meno soddisfacenti in termini estetici, ma siamo certi che mogli e fidanzate stiano chiudendo un occhio di buon grado in questo caso!

due È DI NUOVO WINTER CLASSIC
È di nuovo quel periodo dell’anno. Quello che ti accompagna da metà novembre a metà febbraio. Quello che quando ti prepari per andare in Valle a vedere la partita, ti soffermi con molta calma a ragionare su ciò che intendi indossare. Quello che quando arrivi ad Ambrì e metti un piede fuori dall’auto, arriva puntuale una raffica di vento gelido e ti convinci definitivamente di esserti vestito troppo poco. Quello che quando compri un panino caldo prima di entrare alla Valascia, sai già che avrai un lasso di tempo brevissimo per mangiarlo prima che tornerà ad essere come gli addetti alla gastronomia lo hanno trovato prima di cucinarlo. Insomma quel periodo in cui, per ancora una manciata d’anni, i match casalinghi dei leventinesi faranno una concorrenza spietata al Winter Classic NHL. Prima che la nuova pista renderà queste gelide serate un caloroso ricordo.

tre IT DOESN’T NEED TO BE FANCY, IT NEEDS TO GET THE JOB DONE”
Alzi la mano chi adora un hockey fatto di spettacolo, azioni travolgenti, flussi continui di emozioni e di adrenalina. Bene. Ora alzi la mano chi adora vincere. Molto bene. Adesso chi vuole vincere a tutti i costi. Fantastico. Adesso chi preferisce un bel gioco ai tre punti. Ma come? Nessuno? Beh, in fondo la cosa non stupisce. E a non stupire è anche l’impronta che Kossman sta dando al “suo” Ambrì. Un’impronta marcata, basata su una sola parola: concretezza. Ogni azione deve essere semplice, ma nel contempo disciplinata, calcolata e rigorosamente legata al sistema. Non c’è spazio per i fronzoli, non c’è spazio per lo champagne e i coriandoli. Non ora, forse mai. In Leventina si è iniziato a badare al sodo, tradotto in soldoni: solidi dietro, concreti davanti.

quattro IL MIO NOME È MAI PIÙ
Jovanotti
sarà presto in concerto alla Resega, ma ad intonare le parole della famosa canzone che il cantautore aveva portato al successo con Ligabue e Piero Pelù rischia di diventare presto Markus Nordlund. Dal suo ritorno in Leventina il finlandese ha portato sul ghiaccio la sua solita calma e concretezza, caratteristiche per cui i tifosi hanno imparato a riconoscerlo, visto che la divisa che indossa in questo senso non aiuta. Per i primi tre match è infatti sempre sceso in pista con l’anonimo e provvisorio numero 80, nella speranza che la sua maglia venga consegnata presto (e non “mai più”) alla Valascia.

cinque L’EQUILIBRIO CHE VA SPEZZATO
L’Ambrì davanti al proprio pubblico ha raggiunto un equilibrio perfetto nel corso di questa stagione: dopo 12 partite i biancoblù hanno ottenuto 6 vittorie e fatto registrare 6 sconfitte, segnato 32 gol ed incassati altrettanti. Se la squadra di Kossmann vorrà raggiungere i playoff, però, dovrà riuscire a rompere l’equilibrio casalingo a proprio favore… Poco importa se l’avversario di sabato si chiama Zurigo!


spuntilugano

uno LA NOTTE È GIOVANE
Martedì 17 novembre 2015, Resega, sfida Lugano-Berna. Al minuto 26’05” Giovanni Morini intercetta un disco perso malamente da Cory Conacher e si invola verso Schwendener, battendolo con freddezza in mezzo alle gambe, 3-0 per il Lugano. Minuto 31’42”, Alessio Bertaggia vede Morini libero nello slot alto, passaggio veloce, splendido tiro al volo dell’italiano e un secondo dopo Schwendener e il Berna si inginocchiano sul 4-0 bianconero. È la notte di Giovanni Morini, quella in cui la pista intera si alza in piedi per applaudirlo, quella in cui la curva nord canta il suo nome a fine partita, è la notte in cui un giovane giocatore di hockey fa vedere a tutti ciò di cui è capace. È la notte in cui Giovanni Morini stende il Berna e fa fuori l’ex allenatore dei Tampa Bay Lightning, Guy Boucher.

due L’UMILTÀ DI SAPER CRESCERE
Al termine del match vinto contro il Berna, Elvis Merzlikins ha affermato ai nostri microfoni “non meritavo di giocare, sono felice per la vittoria ma arrabbiato per la mia prestazione”. L’autocritica del giovane portiere bianconero – in collera per la rete subita a pochi secondi dalla seconda sirena – e la sua determinazione hanno generato la risposta giusta: a Zugo, il lettone è stato grande protagonista della vittoria del Lugano, sbarrando la strada ai padroni di casa e compiendo interventi mostruosi come quello sul tipico e letale schema di power play che porta al one timer di Martschini. Al momento è uno dei portieri top 3 del campionato, questo lo deve al talento e alla sua capacità di reagire a livello mentale, indispensabile per la sua crescita.

tre GUARDA CHE NON SEI MICA L’UNICO
È un’ala di bassa statura, veloce, dotato di ottime mani, un tiro di polso che sa far male e da quando è tornato dalle leghe giovanili nordamericane si è accasato a Zugo. Alla Bossard Arena sabato sera è andato a segno con una rete di pregevolissima fattura, sfruttando il suo scatto bruciante. Ah, ora abbiamo capito: è Lino Martschini. No, stiamo parlando di Alessio Bertaggia, che sinora avrà segnato molto meno del suo fenomenale avversario in lega nazionale A, ma stavolta la sfida nella sfida l’ha vinta lui, e con classe. Chiedere per lumi all’altro suo ex compagno di squadra Tobias Stephan.

quattro L’ULTIMO SAMURAI
Nel disastrato Berna di Guy Boucher è stato l’ultimo a mollare, cercando di dare impulsi alla squadra dall’elettrocardiogramma ormai piatto. Eric-Ray Blum, nella sfida della Resega costata la panchina al coach canadese, ha giocato un’infinità di minuti, scendendo in pista quasi ogni 2 cambi. Paradossalmente per Blum questo è forse il miglior inizio di stagione della carriera in fatto di punti, ma nonostante fosse in pista in qualsiasi situazione di gioco, neanche il difensore di origine giapponese ha saputo evitare la sconfitta e l’esonero del suo comandante. Seppure con l’onore delle armi.

cinque L’EMOZIONE NON HA VOCE
Il ritorno alla Bossard Arena da avversario non ha lasciato indifferente neanche un duro come Doug Shedden. Più che comprensibile, poiché l’ora coach del Lugano quella pista l’aveva vista nascere ed era stato il primo padrone di casa, alla guida dello Zugo che con quel magnifico impianto aveva inaugurato una nuova era. Visibilmente commosso, Shedden si è goduto gli applausi della pista che non l’ha dimenticato, restando fermo e senza parole per una decina di secondi prima di fare la sua entrata dal corridoio accompagnato dal fido Pat Curcio.

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