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5 spunti da Lugano: lo spirito di Elvis e Linus, capra e cavoli, coperta corta e calzino bucato

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Lo spirito di Elvis…

“Elvis has left the building!”. Elvis Merzlikins non è più alla Cornèr Arena da ormai qualche stagione, ma il suo spirito sembra essere stato raccolto in eredità da Luca Fazzini.

La voglia trascinante, il carattere e quella baldanza nel caricare tifosi e provocare quelli avversari era un timbro tipico del portiere dei Columbus Blue Jackets, che proprio grazie anche a quel suo lato emozionale è riuscito ad arrivare ai massimi livelli dell’hockey mondiale. E il buon Luca ne porta avanti gli insegnamenti, come dimostrato anche (e soprattutto) in un derby giocato fuori casa con un’autostima a livelli pazzeschi.

2. …e quello di Linus

Se sul piano caratteriale il topscorer bianconero ha ricordato il portiere lettone, su quello tecnico nella sfida della Gottardo Arena, ha portato in pista anche delle mani degne del miglior Linus Klasen.

Per battere un rigore come quello visto in Leventina occorre non solo una gran dose di coraggio facendolo sotto la curva avversaria, senza delle mani delicatissime sarebbe comunque impossibile, e chissà se lo svedese ora di casa a Visp avrà visto quel gesto che ha copiato in tutto e per tutto il rigore battuto proprio da Klasen anni fa contro il Berna con la maglia del Lugano. Ne sarebbe sicuramente fierissimo.

3. La capra e i cavoli

Il lavoro di Hnat Domenichelli in questo già intenso inizio di stagione è piuttosto impegnativo. Se la ricerca di un altro straniero attaccante era forse programmata e solo “accelerata” dall’infortunio di Troy Josephs, ora il direttore sportivo bianconero si trova anche confrontato con la grana rappresentata dall’infortunio di Niklas Schlegel.

Domenichelli ha sempre insistito sul fatto che deve lavorare con un certo preciso (e non infinito) budget, e ora sarà interessante capire come gestire le spese con probabilmente un portiere da cercare su un mercato difficile. In Svizzera non sembra esserci alcun sostituto all’altezza, quindi a meno di non volersi affidare solo a Fatton e Fadani – che però servono anche ai Rockets e ci sono comunque tutti i rischi del caso dati dalla giovane età – sarà il mercato straniero a dover dare risultati. Con un top player ancora da ingaggiare in attacco. L’è mia vuncia.

4. Coperta corta e calzino bucato

In fondo gli infortuni patiti dai giocatori del Lugano non sono stati molti rispetto alla media del campionato, ma hanno comunque colpito giocatori chiave, per rendimento e posizioni ricoperte. Carr, Haussener, Josephs, Loeffel e ora Herburger pesano sulla costruzione del line-up, colpendo soprattutto il reparto offensivo, dato che la difesa è comunque e per fortuna ben frequentata.

Giocare con due o tre stranieri non fa certamente contento nessuno ma a saltare all’occhio è come la formazione bianconera sia andata quasi in tilt con due o tre assenze, facendo decidere a McSorley di affidarsi spesso a soli tre blocchi. È un segnale che la coperta è corta non tanto numericamente ma qualitativamente, ed è abbastanza chiaro che le prestazioni dei vari Vedova, Traber e Tschumi per ora non soddisfino il coach bianconero.

È rientrato Haussener, ma anche con uno straniero in più le cose cambierebbero poco, perché sempre quattro possono giocare, e se saltano pedine chiave ordinare la scacchiera diventa un bel problema. E oltre alla coperta corta ora con l’infortunio di Schlegel si è pure bucato un calzino.

5. Ricerca di equilibri capitolo 3

Dopo quella delle prestazioni e dei risultati, il Lugano deve iniziare una ricerca degli equilibri anche per quanto riguarda le capacità agli ingaggi. Globalmente i bianconeri sono la terza miglior squadra della National League, per una media di riuscita alta soprattutto per gli ingaggi in zona neutra e in zona offensiva.

Meno bene invece va nel terzo difensivo, dove la squadra di Chris McSorley è addirittura dodicesima. Lo si è visto ancora contro il Losanna sabato sera con la rete subita da Bozon direttamente da ingaggio dopo due tocchi, che di fatto è già la sesta segnatura subita dai bianconeri sugli sviluppi della stessa situazione in questo primo turno.

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