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Lugano

5 spunti da Lugano: gocce di sudore, cercare il futuro, ghiaccio e Voltaren, coppia d’assi

(PostFinance/KEYSTONE/Philipp Schmidli)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Come gocce di sudore

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

Fa fatica il Lugano, maledettamente fatica, a trovare regolarmente più di quel gol o due a partita. È ormai un problema che non sembra passeggero, pare figlio di una squadra che non ha tra le sue caratteristiche quelle di andare a segno con regolarità.

Non si può pensare di fare un buon campionato mettendo a segno una media di 2,74 gol a partita (solo Kloten, Langnau e Ajoie hanno fatto peggio, e non di molto), e allora ad oggi il Lugano deve fare di necessità virtù, subendo il meno possibile e sfruttando al meglio le poche occasioni che vanno in rete. In trincea e colpendo all’improvviso insomma, strizzando la spugna per tirare fuori i gol come fossero le gocce di sudore di tutto il sacrificio che occorre in questo rush finale.

2. Cercare il futuro

Le voci circolavano da un po’, alla fine Lorenzo Canonica ha scelto di tornare a Lugano a partire dalla prossima stagione dopo tre anni passati agli Shawinigan Cataracters in Québec. Il ragazzo cresciuto a Lugano tornerà con un bagaglio di esperienza molto interessante, dopo aver vinto la QMJHL ed aver passato quest’ultima stagione nel gruppo dei capitani della squadra, oltre ad essere stato inserito nel Top 3 della nazionale svizzera agli ultimi mondiali U20.

Il suo ritorno avrà qualcosa di molto significativo per il club, un altro importantissimo tassello di una via “verde” che il Lugano vuole intraprendere con Gianinazzi in panchina, colui che meglio di tutti potrebbe valorizzare una linea inedita dedicata alle nuove generazioni.

3. Ghiaccio e Voltaren

Il sacrificio non manca in casa Lugano, va detto. La squadra bianconera è la terza in National League per tiri bloccati (ma la sesta per minor numero di tiri subiti), a dimostrazione che il gruppo di Gianinazzi bada sostanzialmente al sodo.

E davanti a tutti c’è Mirco Müller con 123 tiri bloccati sul totale di 670 della squadra, con l’ex NHL primo in campionato in questo esercizio. Un vero fuoriclasse in questo contesto, il numero 25, dato che il secondo bianconero è Elia Riva con praticamente la metà dei suoi tiri bloccati, 61. Altro che impacchi e pomate.

4. L’intreccio dei portieri

Prima non sembrava nemmeno lontanamente destinato a rimanere a Lugano, sopraffatto dalle prestazioni di inizio stagione di Koskinen. Poi improvvisamente le cose si sono ribaltate, Koskinen è calato e Schlegel sembra rinato, grazie al grande lavoro dello staff e in particolare di Michael Lawrence, ribaltando completamente la situazione con il rinnovo del numero 34.

In vista della prossima stagione ci sarà da fare i conti con un bell’intreccio di quattro (?) portieri, dato che Hnat Domenichelli punta sulla profondità per mettersi al riparo da brutte sorprese. Schlegel è recuperato ed è tornato a dare garanzie come portiere svizzero, Koskinen rimane comunque un investimento importante e andrà pure lui recuperato, e poi ci sono i più giovani da costruire.

Thibault Fatton e Davide Fadani (con l’italiano in scadenza) avranno bisogno prima o poi di occasioni vere e l’incertezza legata ai Ticino Rockets impedisce di disegnare un quadro preciso. Tra contratti ed esigenze la gestione di questo intreccio appare piuttosto delicata.

5. Coppia d’assi

(PostFinance/KEYSTONE/Ti-Press/Samuel Golay)

Due volte il Lugano in stagione è andato ai rigori, entrambe le volte in trasferta e sempre vincente. La prima vittoria ai rigori è arrivata alla Swiss Arena di Zurigo, la seconda solo domenica sera alla Postfinance Arena di Berna.

In entrambi i casi oltretutto i protagonisti sono stati sempre gli stessi, con Schlegel intrattabile contro i tentativi avversari e Granlund capace per due volte di infilare il rigore decisivo su entrambe le piste dopo essere stato uno dei migliori della partita. Un bel déjà vu.

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