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Lugano

5 spunti da Lugano: dominio da fermo, Suomi connection, fumo e fuoco, malato immaginario

(Postfinance/KEYSTONE/Pablo Gianinazzi)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Living on the Edge

La rete del possibile 2-2 di Alatalo a Ginevra annullata per offside ha fatto arrabbiare e discutere molto diversi tifosi bianconeri e non solo per la maniera in cui è stata giudicata. La regola dell’offside è infatti cambiata da qualche stagione e probabilmente è passata un po’ sotto traccia, e il fatto che casi simili non si presentino tutti i giorni ha contribuito alla confusione.

In pratica la linea blu diventa dinamica a dipendenza se si tratta di un offside in entrata o in uscita dal terzo offensivo. Nel caso specifico di Ginevra, l’offside è in entrata, quindi con la nuova regola l’area occupata dalla linea blu viene considerata zona neutra fino al suo bordo esterno (verso il terzo offensivo, al contrario in uscita viene considerata terzo difensivo) quindi quando Joly tocca la linea blu con la punta del pattino il disco è effettivamente a metà sulla stessa linea, ma sul lato opposto risultando quindi interamente in zona neutra, visto che dal bordo esterno verso il terzo offensivo era diviso da quasi l’intera larghezza della linea.

Più facile a farsi che a dirsi.

2. Dominio da fermo

Daniel Carr è assente per infortunio ormai da dieci partite, e la sua mancanza si fa decisamente sentire tra le fila del Lugano. Per determinare il peso delle sue prestazioni e quanto sia stato finora decisivo basta prendere la classifica dei marcatori di National League e accorgersi che nonostante sia passato un turno dalla sua ultima partita, il canadese occupa ancora il quarto posto, raggiunto nel frattempo dal solo Antti Suomela.

Carr ha infatti mantenuto la media punti di 1.22 a partita, e gli unici a sapersi avvicinare per ora sono ancora solo Calvin Thürkauf, che anche senza il fido compagno viaggia a 1.17 punti a incontro, e Marcus Sörensen a 1.14.

3. Suomi connection

Nella storia dell’Hockey Club Lugano la bandiera finlandese ha avuto una grandissima importanza, pensando soprattutto all’epopea degli ultimi due titoli di campione svizzero, quando i protagonisti si chiamavano Petteri Nummelin, Ville Peltonen e Jukka Hentunen.

Il primo finnico a indossare la maglia bianconera fu Juha Rantasila nella stagione 1975/76, seguito l’anno dopo da Henry Leppä, per poi fare un salto fino alla seconda metà degli anni ’80, quelli del Grande Lugano, con le tre stagioni di Kari Eloranta.

Finora il numero massimo di finlandesi in squadra lo si era contato proprio nella stagione 2005/06, con Nummelin, Peltonen e Hentunen oltre al portiere Mika Oksa (preso per i playoff ma mai schierato) e se vogliamo guardare il passaporto allora teniamo conto anche di Krister Cantoni che possiede la doppia nazionalità.

Oggi però è record, con Ruotsalainen, i gemelli Peltonen, Koskinen, Granlund e Alatalo, oltre al giovane Arno Snellman (doppio passaporto come il numero 22), e se vogliamo aggiungiamo anche i due assistenti Cantoni e Kaskinen. Ah, e c’è pure il preparatore Lassi Laakso. Tervetuloa Suomeen!

4. Se c’è fumo c’è pure il fuoco

Le prime tre partite del Lugano nel 2024 sono coincise con tre sconfitte, tutte alla loro maniera hanno lasciato dell’amaro in bocca ai bianconeri per la maniera con cui sono arrivate.

Un amaro in bocca dettato dal fatto che la squadra di Gianinazzi ha lottato alla pari e anche in maniera superiore ai suoi avversari, ma se questo fattore fa un po’ arrabbiare ci si deve anche rendere conto di quanto sia importante.

“Il lavoro alla lunga paga sempre”, ripete il coach bianconero, e ha perfettamente ragione, perché la cosa fondamentale in un momento così difficile per la squadra è mantenere la tensione alta, tenere l’asticella delle prestazioni sempre più su, e prima o poi arriveranno tempi migliori, i dischi torneranno ad entrare e gli infortunati rientreranno. Insomma, se si mantiene la brace, sarà più facile alimentare il fuoco quando l’aria cambierà.

Immaginatevi questa squadra senza una guida in grado di tenere così alto lo spirito del gruppo. Sarebbe un disastro.

5. Il malato immaginario

Ormai è risaputo che l’influenza ha colpito lo spogliatoio del Lugano, partendo dai canadesi che hanno partecipato alla Coppa Spengler fino a mettere KO anche Niklas Schlegel dopo la trasferta di Ginevra.

Il virus ha colpito indirettamente anche chi non si è effettivamente ammalato, dato che l’esordio di Mario Kempe è stato a tutti gli effetti rimandato dalla malattia. Ma non colpendo lo svedese, bensì proprio Schlegel, costringendo lo staff a schierare in porta Mikko Koskinen, dato che non c’era un portiere disponibile a fare da back up a un eventuale utilizzo di Thibault Fatton come titolare.

Colpito dall’influenza senza nemmeno una linea di febbre.

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