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5 spunti da Lugano: comitato di benvenuto, tempi moderni, padroni di casa, venti alla volta

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. “Non sono bello, piaccio”

Dalla partita di martedì contro il Langnau, a indossare il completo da topscorer del Lugano sarà Brett Connolly, autore finora di 19 punti in 18 partite con i bianconeri. È un giocatore difficile da apprezzare per stile, il canadese, ma anche se spesso sembra grezzo e superficiale, al momento che conta il suo tocco si rivela sempre decisivo.

Le sue otto reti finora si sono distribuite con il 4-4 contro il Kloten, una tripletta contro lo Zugo tra cui l’1-0 e il 3-0, doppietta con il Rapperswil con ancora la rete di apertura e il 3-2 che ha girato la sfida, il primo gol del Lugano a Losanna che ha lanciato la rimonta bianconera e il game winning goal di domenica contro il Berna. Mano pesante.

2. Comitato di benvenuto

Dopo la pausa il Lugano ha trovato due vittorie che hanno qualcosa in comune, e non solo per aver rimontato l’avversario andato in vantaggio per primo. A caratterizzare le partite contro Losanna e Berna è il fatto che i due avversari erano alla loro prima partita con i nuovi coach in panchina, Geoff Ward per i biancorossi e Toni Söderholm per gli orsi, ed entrambi alla loro prima giornata in Svizzera hanno ricevuto gli onori da Luca Gianinazzi.

Dopo di voi, prego.

3. Tempi moderni

Piano piano Luca Gianinazzi sta plasmando il suo Lugano, la mano del coach si vede nella struttura di gioco, nel carattere della squadra ma anche sulla distribuzione dei tempi di gioco.

Il “Giana” ha trovato la quadratura di un quarto blocco quasi inesistente in precedenza, sfruttando le capacità di giocatori come Josephs e Morini affiancando ai due più esperti giocatori giovani a turno come Gerber o Stoffel.

Non è un caso se questa linea si è resa decisiva in più occasioni toccando anche i 10’ di ghiaccio per Gerber e i 12’ di media per tutto il blocco, ripagando la fiducia del coach con tanto lavoro e un po’ di riposo anche per chi di solito tirava il carro quasi da solo.

4. Di nuovo padroni di casa

Qualche tempo fa il Lugano subiva non solo sconfitte ma pure il carattere degli avversari senza colpo ferire, abbassando la testa a ogni provocazione. Da qualche partita i bianconeri sono tornati a fare la voce grossa quando è il caso, con i vari Thürkauf, i due Müller e anche Gerber come “sceriffi” del proprio villaggio.

Stupisce soprattutto il cambiamento tecnico e caratteriale del numero 43, passato dall’essere quasi ignorato e insofferente ad essere un giocatore perfetto per il quarto blocco e uno di quei leader forse inattesi quando c’è da fare un po’ di spazio nello slot o difendere i propri compagni.

5. Venti minuti alla volta

Nelle ultime tre partite il Lugano ha lasciato agli avversari solo due periodi in vantaggio su dieci (tenendo conto anche dell’overtime di Losanna).

Sarà che un tempo solo non è sinonimo di vittoria, ma questo insegna che i bianconeri sono finalmente in grado di prendere per mano le partite, di rimontarle e di gestirle, e la differenza reti di +8 delle ultime tre vittorie è figlia di una squadra che le sfide in cui va in vantaggio riesce finalmente ad “ucciderle” e a giocarle fino in fondo.

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