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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: tocca sempre ai migliori, fantasmi e code di Fenice, coltellino ceco

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Tocca sempre ai migliori

L’infortunio ad André Heim era probabilmente la notizia peggiore che potesse arrivare all’Ambrì Piotta in questo momento difficile, il più complicato dall’inizio della stagione. I biancoblù hanno infatti perso il loro giocatore migliore, ed il perno dell’unica linea che Cereda non ha mai modificato nei tanti esperimenti delle ultime settimane.

Heim sinora era stato il secondo miglior attaccante dietro a Spacek con 0.88 punti a partita, il tutto con un bilancio di +5 e senza alcun minuto di penalità. Era inoltre il leader per gol in powerplay (3) e percentuale al tiro (24.14%), e rinunciare a lui per due mesi rappresenta una brutta tegola.

Questa è inoltre la seconda volta che i leventinesi perdono per infortunio quello che era il loro miglior giocatore. Era infatti successo anche con Tim Heed, che dopo un inizio eccezionale si era dovuto fermare dopo la vittoria a Porrentruy. Anche nel caso di quell’infortunio l’avversario era l’Ajoie… Forse sarà un caso, ma la prossima volta che si incontrano i giurassiani sarà meglio fare gli scongiuri.

2. Halloween e fantasmi

Siamo arrivati ad Halloween, ma i suoi fantasmi l’Ambrì Piotta li sta incontrando da alcune settimane. Stiamo parlando del powerplay, arma importante nell’ottimo avvio di stagione ma che da otto partite non riesce più a trovare la via del gol, questo nonostante alcune buone occasioni e dei segnali di ripresa in termini di costruzione del gioco.

L’ultima rete in superiorità è stata ottenuta da Heim nella sfida casalinga contro il Langnau dell’8 ottobre, a cui hanno fatto seguito 23 opportunità di powerplay non sfruttate. Le statistiche avanzate dicono che in questo lasso di tempo l’Ambrì avrebbe dovuto trovare 5 gol in superiorità numerica, ed in generale ci ha provato con una quarantina di tiri.

Cosa è cambiato? Apparentemente non molto, anzi rispetto alle prime 10 partite (7 PPG) il numero di gol attesi è addirittura più alto (4.76 in quel periodo). Forse non c’è dunque da scervellarsi troppo per cercare una soluzione, ma si tratta solamente di insistere e ritrovare più lucidità nell’esecuzione.

A sinistra i tiri effettuati in powerplay nelle prime 10 partite, a destra quelli nelle ultime 8

3. La coda di Fenice

Ha avuto le sue difficoltà nei derby l’Ambrì Piotta negli ultimi anni, con i biancoblù che dalla stagione 2020/21 ad oggi hanno vinto solamente una delle 12 sfide cantonali disputate, mancando anche di approfittare delle difficoltà dei cugini.

L’appuntamento con il derby è insomma diventato uno di quelli da incubo per i tifosi leventinesi, che oramai si approcciano alla sfida con il timore che – anche in quelle occasioni in cui l’Ambrì sembra favorito – qualcosa andrà irrimediabilmente storto.

Nella prima sfida stagionale la regola si era confermata, con un Ambrì lanciato ed un Lugano già in crisi per un avvio di stagione poco convincente e McSorley nell’occhio del ciclone, ma alla fine a vincere erano stati i bianconeri. Uno scenario simile l’avevamo vissuto anche lo scorso anno, quando il Lugano vinse per 5-2 il derby del 19 novembre della Corner Arena dopo un periodo caratterizzato da 5 sconfitte consecutive (e 7 nelle precedenti 8 partite).

Il Lugano ha insomma spesso trovato nel derby la sua coda di Fenice, quella che nella mitologia è in grado di rianimare il guerriero sconfitto. Chissà dunque che non porti bene all’Ambrì arrivare a sua volta a questo appuntamento in un momento difficile, in cui può fare comodo una spinta extra.

 4. Dalla Cechia un coltellino svizzero

Tra chi sta vivendo un momento di assestamento troviamo anche Filip Chlapik, che evidenzia un rendimento molto irregolare ed anche un impatto sulle partite che varia parecchio da una sera all’altra.

D’altronde per lui non deve essere stato semplice cambiare più volte posizione, giocando nelle ultime sei partite due volte al centro, due all’ala destra e due altre ancora a sinistra. In questa fase è inoltre sceso sul ghiaccio con sei compagni diversi (Hofer, Spacek, Shore, Zwerger, McMillan e Marchand), il che ha presentato un’ulteriore sfida.

Chlapik ha commentato la situazione in un’intervista al Corriere del Ticino, affermando che “sono fiero di essere un attaccante versatile. Personalmente non sono però un grande fan dei cambi di linea così frequenti. Ovviamente è una decisione che spetta all’allenatore e comprendo bene che, con tutte le scelte legate anche agli stranieri, non è facile garantire continuità”.

Qual è allora stata una costante per Chlapik? Indubbiamente la propensione ad andare al tiro. Nessuno nell’intera lega va infatti alla conclusione più di lui (66 SOG), e questo dovrebbe presto tornare a dare i suoi frutti.

5. Il derby l’ago della bilancia

Dopo le prime 18 partite della stagione regna l’equilibrio. L’Ambrì Piotta ha infatti vinto nove partite e ne ha perse altrettante, il tutto con 53 reti segnate e lo stesso numero di gol subiti.

Ed anche nel computo interno delle marcature il conteggio è curiosamente bilanciato, con 27 reti segnate e subite alla Gottardo Arena, e di conseguenza 26 fatte e incassate in trasferta.

Il derby di martedì sera è dunque destinato ad essere un vero ago della bilancia, che andrà a pendere in maniera positiva oppure negativa a dipendenza del risultato. E chissà che le due squadre non finiscano per spartirsi dei punti, facendo così cadere anche la regola che non ha mai visto il Lugano andare oltre i tempi regolamentari.

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