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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: la sera dei numeri, cerchio alla testa, stranieri e risultati, chi ben comincia

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Una serata da dare i numeri

Il match di sabato contro il Ginevra è stato preceduto dalla premiazione di Elias Bianchi, che con la maglia dell’Ambrì Piotta ha giocato la partita numero 500 della sua carriera, traguardo che si è aggiunto a quello delle 650 apparizioni in Lega Nazionale (di cui 111 tra i cadetti).

I “numeri veri” li ha però dati Inti Pestoni, che proprio sabato ha giocato la sua partita numero 600 in National League. I dati di Brenno Canevascini indicano che le partite giocate dal ticinese con i biancoblù sono arrivate a 355 (raggiungendo così Fiorenzo Panzera), i punti ottenuti sono saliti a 248 (superando Nicola Celio al 13esimo rango del club), gli assist 160 (eguagliando Hnat Domenichelli al settimo posto) ed i gol sono ora 88, come quelli che aveva firmato Bixio Celio.

Tante statistiche per un giocatore che sta rappresentando una grande sicurezza, Pestoni con il ritorno ad Ambrì sta vivendo una delle migliori stagioni in carriera.

2. Un cerchio alla testa

Stiamo parlando del “cerchio” degli ingaggi, che sicuramente sta dando più di un pensiero all’Ambrì Piotta. Dopo essere stata la seconda miglior squadra nell’esercizio dei faceoff nel passato campionato (52.18% di efficacia, solamente il Losanna aveva fatto meglio) i biancoblù in questa prima metà di regular season sono stati i peggiori.

Nelle 25 partite disputate – ed oltre 1’500 ingaggi eseguiti – l’Ambrì ne ha infatti vinti appena il 46.64%, cifra inferiore anche a quelle fatte registrare da Davos (47.32) e Ajoie (48.14).

Sinora l’unico biancoblù ad avere una buona percentuale agli ingaggi è stato Regin con il 52.91%, mentre Heim e Kostner sono stati meno efficaci rispettivamente con il 44.62% ed il 48.26%. Alcune necessità non hanno aiutato in questo senso e presentano un prezzo da pagare, con giocatori non centri di ruolo che agli ingaggi stanno trovando comprensibilmente delle difficoltà, come Grassi (39%) e D’Agostini (44%).

Ci sarà dunque da migliorare per colmare il vuoto lasciato da maestri nell’esercizio come Novotny (56.76% lo scorso campionato) e Flynn (56.60), senza dimenticare un Müller che ne aveva comunque vinti la metà. Un effetto lo si è visto anche sabato, quando l’Ambrì ha vinto solo il 27% degli ingaggi ed ha dovuto fare i conti con i vari Filppula, Pouliot e Jooris.

3. Risultati, stranieri e continuità

In questa prima metà di stagione il rendimento degli stranieri biancoblù è stato un tema spesso d’attualità, ed è normale che sia così. Dai suoi giocatori d’importazione l’Ambrì ha ricevuto un contributo di appena dieci gol ed il 17% delle reti totali, numeri che sono questi i peggiori della lega.

McMillan sabato ha interrotto il digiuno di reti straniere, ma è comprensibile il senso di preoccupazione e di opportunità mancata da parte dei tifosi – “l’Ambrì è ottavo, chissà dove sarebbe con degli stranieri impattanti”, commentano in tanti – soprattutto vedendo i numeri che fanno registrare quelli del Langnau.

L’hockey è però uno sport di squadra, e dunque sono principalmente i punti in classifica che dovrebbero contare. L’Ambrì in questo senso sta giocando un’ottima stagione (mentre il Langnau, per restare nello stesso esempio, è penultimo), in linea con le aspettative ed in piena corsa per i playoff, giocandosi inoltre le partite sino all’ultimo con tutti gli avversari.

Tutto bene insomma? Beh, solo in parte. Se i biancoblù sono in una buona posizione nonostante il secondo peggior attacco ed il peggior powerplay è grazie all’ottimo contributo di diversi elementi, come i vari Pestoni, Bürgler, Fora oppure i fratelli Dotti. La preoccupazione è semmai riflettendo in prospettiva, quando alcuni degli attuali protagonisti vivranno una normale fase di calo… A quel punto sì che qualcun altro dovrà raccogliere il testimone, e l’apporto degli stranieri sarà imprescindibile.

In fondo è anche così che funziona una squadra, aiutandosi l’uno con l’altro nei momenti di difficoltà.

4. “Sì, ma ora abbiamo lo schermo gigante”

Non siamo soliti ritornare sulle prestazioni degli arbitri in queste righe, ma indubbiamente quanto visto sabato alla Gottardo Arena non ha lasciato indifferente nessuno, data una conduzione dei direttori di gara sicuramente non all’altezza.

Se alcune decisioni su ambo i fronti possono essere bollate perlomeno come “dubbie”, ce ne sono altre che hanno visto gli arbitri commettere dei grossolani errori, ed in questo senso lo schermo gigante della nuova pista leventinese ha svolto il ruolo di lente d’ingrandimento con i suoi replay.

Sono infatti state diverse le circostanze in cui il pubblico si è inferocito più del normale rivedendo alcune azioni, come ad esempio diversi (troppi!) offside valutati grossolanamente. L’apice è stato toccato su quella penalità fischiata a Kostner per essere andato a travolgere Zurkirchen, con gli arbitri inizialmente convinti dei due minuti ma poi ritornati sui loro passi dopo che le immagini avevano reso evidente la spinta di un avversario.

Per le “zebre” non è insomma stata una gran serata, considerando poi i tentativi di rimediare ai propri errori con varie compensazioni che non hanno fatto altro che innervosire le squadre e rendere incomprensibile il metro di valutazione.

5. Chi ben comincia è a metà dell’opera… Più o meno

Nel corso delle ultime stagioni l’Ambrì Piotta non ha avuto vita facile in casa del Lugano, con le sfide giocate alla Resega – poi diventata Cornèr Arena – che ultimamente non stanno riservando molte soddisfazioni ai biancoblù, battuti nelle loro ultime cinque apparizioni nella pista dei cugini.

E pensare che proprio alla Resega aveva fatto il suo debutto con una vittoria Luca Cereda, che l’8 settembre 2017 aveva guidato i biancoblù per la sua prima partita nel nuovo corso sportivo del club, portando a casa una vittoria per 4-3 grazie alle doppiette di D’Agostini ed Emmerton.

Da quella serata l’Ambrì ha vinto solamente altre tre volte a Lugano, l’ultima nel famoso derby del febbraio 2020 prima dell’annullamento della stagione.

La Cornèr Arena non è comunque la pista più indigesta all’Ambrì di Cereda, che ha ottenuto sulle rive del Ceresio una media di 0.86 punti ad incontro. Ci sono state infatti diverse altre trasferte più complicate, considerando che in casa del Bienne sono arrivati solamente 0.43 punti a partita. Seguono Berna (0.44), Zugo (0.5) e Friborgo (0.56).

Le trasferte invece più fruttuose? Sono quelle di Davos (1.54), Langnau (1.33) e Ginevra (1.22).

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