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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: giovane dell’anno, fuoco nel fuoco, percorsi ed equilibri, lotta dal basso

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Il giovane dell’anno?

In una lega che si temeva potesse riservare poco spazio ai giovani, ci ritroviamo invece nelle battute finali di una regular season in cui sono davvero parecchi i rookie che stanno strappando applausi ed avendo un grande impatto per le loro squadre.

L’Ambrì Piotta ha la fortuna di avere uno dei principali attori nei suoi ranghi, ovvero Tommaso De Luca che con la bella tripletta di Berna si è issato al vertice della classifica dei ragazzi con la massimo 20 anni grazie ad un bottino di 16 punti (nove gol). I suoi margini di crescita sono evidentemente ancora molti, anche considerando che i suoi punti sono stati tutti ottenuti a 5-contro-5, mentre in powerplay l’italiano viene raramente impiegato.

Bisogna inoltre considerare gli appena 10 minuti di media a partita riservatigli su 35 incontri, il che lo rende il giovane nettamente più produttivo in rapporto al TOI – anche considerando il 21enne Rochettecon 2.72 punti per 60 minuti, ed addirittura 1.53 gol per 60 minuti. Se si considerano inoltre solamente i punti primari a parità numerica, De Luca è addirittura il miglior giocatore della lega (!) con 2.65 P1/60.

Numeri sicuramente sufficienti per entrare in considerazione per il riconoscimento di “Youngster of the year”. In passato questo premio era stato portato in Leventina da Luca Cereda (1999), Inti Pestoni (2011) e Dominic Zwerger (2018), ma la concorrenza quest’anno è davvero agguerrita.

Basti pensare ai vari Theo Rochette, Attilio Biasca, Leon Muggli oppure Kevin Pasche per trovare degli altri validissimi pretendenti, con probabilmente l’attaccante del Losanna come candidato principale. Sarà insomma una bella lotta, ed anche un bel segnale per il nostro hockey.

2. Fuoco nel fuoco

È in un momento particolarmente caldo Michael Spacek, anzi il più caldo da quando è arrivato in Leventina. Il centro ceco nell’ultimo weekend ha infatti ottenuto un gol contro il Rapperswil e due assist a Berna, portando così addirittura a sette il numero di partite consecutive in cui è finito sul tabellino (11 punti complessivi, di cui sei gol).

Una point streak così lunga non si vede certo tutti i giorni, anche se alcuni tra gli altri migliori giocatori della lega non si sono dimostrati da meno in fatto di momenti caldi.

Il primato appartiene infatti al finlandese del Losanna, Antti Suomela, che tra fine novembre ed inizio gennaio era andato a punti addirittura per undici partite consecutive. Lanciatissimo anche Lucas Wallmark, che sta attualmente cavalcando una point streak di nove partite, mentre Marcus Sörensen si è fermato a sette incontri tra novembre e dicembre.

Una striscia di sette partite l’hanno inoltre fatta registrare anche Lino Martschini e Sami Vatanen, mentre i bianconeri Calvin Thürkauf e Daniel Carr non sono mai andati oltre i sei incontri consecutivi sul tabellino.

3. Un lungo percorso

È quello che ha dovuto compiere il portiere Davide Fadani prima di poter tornare ad esultare sabato sera a Berna, dove ha festeggiato una vittoria in National League che gli mancava dal 9 ottobre 2021, quando con la maglia del Lugano vinse il derby della Cornèr Arena.

Quello di sabato è stato il suo secondo successo in carriera nella massima serie, un momento che ricorderà per diverso tempo probabilmente proprio assieme a quel derby contro l’Ambrì, e alle apparizioni con l’Italia al Mondiale 2021 caratterizzato tra le altre cose da quell’eccezionale intervento sullo statunitense Zac Jones.

Gli ultimi anni non sono però stati facili per l’italiano, chiuso da tanta concorrenza a Lugano e poi ritrovatosi in una situazione simile ad Ambrì, dove la presenza di un portiere straniero e di un Benjamin Conz capace di far registrare ottimi numeri hanno reso per lui difficile costruirsi una chance.

Chissà dunque che la vittoria di Berna non possa segnare una nuova partenza, anche se per un giovane portiere – basti guardare anche la situazione di Fatton a Lugano – non è semplice ed ha spesso bisogno della giusta circostanza per trovare una svolta. L’esempio più lampante è stato quello di Connor Hughes, che sorprendendo tutti aveva approfittato dell’infortunio di Reto Berra per lanciare davvero la sua carriera.

Guai a mollare dunque, perché gli ingredienti più importanti rimangono tenacia e persistenza nel lavoro.

4. La lotta parte del basso

In passato le attenzioni dei tifosi si concentravano spesso sulle prime linee, dove vengono schierati i giocatori offensivamente più pericolosi, ma nell’hockey moderno si sta sempre più passando dal concetto di “top six” a quello di “top nine”, con la quarta linea che ha un’importanza sicuramente maggiore rispetto ad una decina di anni fa.

Non sorprende dunque che anche in casa Ambrì Piotta suscitino molto interesse le scelte operate nel quarto blocco, che nelle condizioni ideali vede Diego Kostner come centro irrinunciabile. Attorno a lui il dibattito è però aperto, soprattutto considerando un Daniele Grassi che spesso ha evidenziato delle difficoltà ed un Floran Douay che garantisce invece una presenza di maggiore impatto.

C’è poi Nando Eggenberger, che per caratteristiche potrebbe completare una quarta linea di tutto rispetto, ma la sua stagione non sta rispettando le aspettative ed infatti non sono mancate le serate in cui è rimasto ai margini.

Ci sono insomma gli ingredienti – ricordando anche il “jolly” Valentin Hofer – per vedere alcuni giocatori lottare per un posto nel lineup nelle partite più importanti della stagione. C’è l’opportunità per tutti di lanciare un messaggio, anche in vista del prossimo campionato.

5. Un gioco di equilibri

L’arrivo del canadese Jared McIsaac non rappresenta solamente un’assicurazione in caso di infortunio per l’Ambrì Piotta, ma permetterà allo staff di fare dei ragionamenti e delle valutazioni interessanti nella composizione del proprio lineup.

Nella storia dei biancoblù non era mai successo di vedere una squadra in pista con tre difensori stranieri, e con il rientro di Juvonen si potrebbe anche ipotizzare una squadra con addirittura quattro stranieri a puntellare la retrovia.

Un’eventualità da non escludere ora che le partite assumeranno sempre più una dimensione “da playoff”, con match in cui le reti si faranno ancora più pesanti e la difesa diventa la base fondamentale.

L’infortunio di Pestoni toglie però un’arma offensiva importante a Cereda, e dunque pensare di sacrificare un attaccante straniero – Dauphin in questo momento è probabilmente il principale indiziato – diventa più complicato.

Rimane naturalmente la prospettiva del rientro di Conz, mentre schierare pure Juvonen assieme a tre difensori stranieri – che per il rush finale rimane il portiere a cui immaginiamo l’Ambrì si affiderà – significherà ridare fiducia anche ad Eggenberger per completare la formazione.

Delle valutazioni a cui si può aggiungere la considerazione che Virtanen ed Heed rappresentano due componenti fondamentali in entrambe le zone della pista, e che offensivamente stanno contribuendo praticamente con ritmi da attaccanti. Al massimo della forma possono compensare un’arma in meno in avanti. Ridurre un po’ il loro minutaggio – magari smussando l’impiego in boxplay – potrebbe dunque essere il vero “surplus” dell’arrivo di McIsaac, così da permettere loro il massimo impatto e lucidità nel finale di stagione.

Attualmente i due occupano il primo ed il terzo posto in termini di TOI, e sono nella “top 4” anche per tiri bloccati oltre ad aver garantito un importante apporto offensivo.

Le pedine insomma non mancano. La sfida sarà trovare la combinazione vincente.

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