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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: Better Call Claude, relazioni complicate, aria fina, tanto hockey da giocare

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Better Call Claude!

Veder tornare il mitico Claude Julien all’Ambrì Piotta dopo la bella esperienza di inizio campionato ha lasciato un po’ sorpresi, ma per il club biancoblù è anche una grande fortuna aver imbastito un rapporto di questo genere con un allenatore che ha scritto pagine importanti dell’hockey moderno.

Che la squadra – giocatori e staff – abbiano incontrato difficoltà nel corso della stagione, e che stiano ancora lavorando per risolverle, è davanti agli occhi di tutti, e dunque non c’è nulla di male nel chiedere consiglio a chi ha alle spalle un’esperienza dal valore inestimabile.

“Se l’Ambrì dovesse avere il desiderio o la necessità di richiamarmi ulteriormente, potrei benissimo tornare”, ha già affermato dopo la partita a Ginevra il canadese, che evidentemente in Leventina ha trovato una realtà che lo affascina ed uno staff con cui è interessato a lavorare.

Di recente inoltre Julien è tornato attivo anche nell’ambito della NHL come scout per i St. Louis Blues, in attesa di riprendere ad allenare. Nel frattempo per Luca Cereda ed il suo staff si è presentata un’altra bella opportunità, di quelle da fare invidia a molti.

2. Relazioni complicate

Si sa, anche negli amori che durano a lungo a volte ci possono essere dei momenti di incomprensione, ma se c’è la vicinanza tutto è destinato a risolversi. È un po’ la situazione che si è venuta a creare dopo le dichiarazioni di Luca Cereda riferite dal Corriere del Ticino, in cui l’allenatore afferma di aver percepito sabato un ambiente “pauroso” e “non da Ambrì”.

“In questo momento abbiamo dei valori sbagliati. Dobbiamo assolutamente ritrovare le nostre forze”, ha affermato Cereda, e queste parole non hanno mancato di far discutere.

Da un lato quanto afferma il coach è comprensibile, la Gottardo Arena non è una pista che incute “timore” come la vecchia Valascia, fredda, inospitale e con un pubblico più “aggressivo” nello spingere i biancoblù e nel mettere in difficoltà gli avversari. Ogni partita era insomma vista come una battaglia ed ogni vittoria come un’impresa, mentre ora non sempre è così.

Difficile però rimproverare davvero qualcosa ai tifosi dell’Ambrì Piotta, che si sono abbonati facendo registrare un record storico, e che alla pista sono stati presenti con l’eccezionale media di 6’443 spettatori a partita. Certo, sicuramente in questo periodo difficile c’è chi ha assistito in maniera più passiva o critica agli incontri, ma con appena quattro vittorie nelle ultime 19 partite e prestazioni non sempre entusiasmanti, nelle altre piste sarebbero sicuramente piovuti anche dei fischi.

In fondo, se amore deve essere, ognuno deve fare la sua parte.

3. L’aria fina delle vette

Fa spesso bene all’Ambrì Piotta affrontare le squadre più quotate del nostro campionato, perlomeno in termini di gioco. Ne abbiamo avuto un recente esempio con la prestazione di Ginevra, che non ha portato a punti ma che ha visto in pista una squadra biancoblù più ispirata rispetto alla serata successiva contro il Langnau.

Grassi e compagni si sono inoltre espressi su buoni livelli anche quando si sono ritrovati ad affrontare gli ZSC Lions – la sfida casalinga del 15 ottobre rimane tra le migliori prove stagionali – ed in generale questa impressione è confermata anche dalle statistiche.

NLIcedata ha infatti pubblicato la percentuale di Expected Goals a parità numerica contro ogni avversaria affrontata, dove un numero oltre il 50% indica una mole di gioco superiore agli avversari, mentre un dato sotto questa soglia naturalmente il contrario.

Facendo astrazione dai match con l’Ajoie (59% xGF), l’Ambrì ha vissuto le sue partite migliori contro ZSC Lions (55.4), Kloten (53.7) e Rapperswil (50), mentre le maggiori difficoltà sono arrivate con Friborgo (40.4), Zugo (41.1) e Bienne (42.8). Insomma, i seeläander rimangono sempre un osso duro per i leventinesi, ma per il resto l’aria fine di alta classifica sembra avere un effetto positivo.

(NLIcedata.com)

 4. Il segnale di Zwerger

Ha vissuto sin qui una stagione davvero difficile Dominic Zwerger, ma nell’ultimo weekend c’è stato un concreto e deciso segnale di ripresa. L’attaccante austriaco ha infatti giocato due buone partite contro Ginevra e Langnau, con delle prestazioni in cui si è vista maggiore fiducia ed anche un po’ più di prestanza fisica nel difendere il disco e farsi spazio tra gli avversari.

A Les Vernets ha finalmente trovato il gol dopo 25 partite di astinenza, ed ha anche offerto un disco perfetto a Hofer per una bella rete in powerplay. In quell’occasione Zwerger aveva giocato 15 minuti, diventati poi 18 la sera successiva contro il Langnau.

Evidentemente anche Cereda ha iniziato a vedere qualcosa in più da parte dell’austriaco, che è sempre stato sostenuto ma a cui veniva riservato un tempo di ghiaccio contenuto. I 18’09 giocati sabato rappresentano infatti il minutaggio in assoluto più alto per lui in stagione.

5. C’è tanto hockey da giocare

Il titolo è in prestito dal buon Marco Baron, ma lo spunto si riferisce al ceco Michael Spacek, che sembra davvero non fermarsi mai in questo 2022. Il top scorer ha infatti giocato sin qui tutte le partite dei leventinesi (gli unici altri sono Chlapik, Pestoni, Bürgler e Zwerger), il tutto con il maggior minutaggio tra gli attaccanti (531 minuti in totale, e 18 in media a partita).

Il 2022 di Spacek è inoltre stato caratterizzato dalle 29 partite di SHL che aveva disputato con la maglia del Frölunda e da 18 uscite con la Nazionale, di cui due alle Olimpiadi e 10 al Mondiale.

Il suo calendario prevede ora altre tre partite con la Cechia nel corso di questa settimana – con trasferimento prima a Praga per il training camp, ad Helsinki per la sfida con la Finlandia, e poi l’arrivo a Friborgo per gli altri due impegni degli Swiss Ice Hockey Games -, ulteriori tre incontri con l’Ambrì prima di Natale, e poi la Coppa Spengler in cui i biancoblù disputeranno come minimo tre partite.

Il totale per Michael Spacek – contando che aveva giocato anche tutte le 8 amichevoli di preseason – supererà insomma la soglia delle 90 partite annuali. Se il suo obiettivo è la NHL, beh, il ritmo è quello giusto con in media una partita ogni 4 giorni.

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