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Pittsburgh cercherà la storica tripletta, nonostante alcuni nodi ancora da sciogliere

Crosby e compagni proveranno a vincere la terza Stanley Cup consecutiva. Per i Pens rimangono alcuni dubbi dopo le partenze di Bonino e Fleury, ma la squadra ha i numeri per ripetersi

A partire dal 4 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 31 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.


PITTSBURGH PENGUINS

La rosa 2017/18

PORTIERI
Matt Murray, Antti Niemi

DIFENSORI
Ian Cole, Brian Dumoulin, Matt Hunwick, Kris Letang, Olli Määttä, Chad Ruhwedel, Justin Schultz

ATTACCANTI
Josh Archibald, Sidney Crosby, Jake Guentzel, Carl Hagelin, Patric Hörnqvist, Phil Kessel, Tom Kühnhackl, Evgeni Malkin, Ryan Reaves, Carter Rowney, Bryan Rust, Conor Sheary, Scott Wilson


Dopo essere diventati la prima squadra dall’introduzione del salary cap – e la prima dopo la doppietta di Detroit nel 1997 e 98 – a vincere due Stanley Cup consecutive, per i Pittsburgh Penguins l’unico obiettivo possibile è ora quello di ottenere una storica tripletta.

Il compito non sarà però dei più semplici, anche considerando che la Coppa vinta contro Nashville è stata frutto di mesi di battaglie, al termine di una lunga stagione caratterizzata dall’infortunio di diversi giocatori chiave e dalla totale assenza nei playoff del difensore Kris Letang.

Per Pittsburgh sognare di rendersi protagonisti di una nuova parata a giugno 2018 è però completamente giustificato, visto che buona parte della struttura di squadra è rimasta intatta nonostante i recenti successi. Tornerà naturalmente il capitano Sidney Crosby, vincitore del Rocket Richard Trophy grazie ai suoi 44 gol, che in combutta con Malkin e Kessel ha formato un trio capace di viaggiare ad un ritmo superiore ai tre punti complessivi a partita.

Fondamentale è stata anche l’intesa sviluppata con Jake Guentzel (top scorer dei playoff con 13 gol) e Conor Sheary, entrambi in grado di fornire un contributo fondamentale, anche se il secondo nei playoff è stato meno incisivo. A rendere il reparto offensivo dei Penguins un pericolo costante ci pensano inoltre i vari Patrick Hornqvist, Bryan Rust oppure Carl Hagelin, a cui si aggiungono dalle retrovie gli impulsi offensivi di Letang e Schultz.

Non fanno invece più parte della squadra Chris Kunitz (Tampa Bay) ed il centro della terza linea, Nick Bonino (Nashville), mentre Matt Cullen è passato ai Wild. Il bottom six di Pittsburgh rimane dunque in parte da scoprire, ed in questo senso l’innesto più intrigante è sicuramente rappresentato da Ryan Reaves, giocatore in grado di dare una marcata componente fisica alla squadra.

La difesa potrà invece ripartire contando sin dall’inizio su Kris Letang, indubbiamente l’elemento di maggior valore del reparto. Assieme a Schultz dovebbe riuscire a sopperire alla partenza di Trevor Daley, mentre i vari Brian Dumoulin, Olli Määttä, e Ian Cole completano un reparto che si presenta complessivamente piuttosto affidabile. L’unico volto nuovo è Matt Hunwick, arrivato da Toronto per sostituire il partente Ron Hainsey. Non è inoltre stato confermato lo svizzero Mark Streit (Canadiens).

In porta Pittsburgh inizierà per la prima volta il campionato con Matt Murray come indiscusso titolare, mentre si è concluso con l’happy ending della Stanley Cup il lungo capitolo con Marc-André Fleury, passato ai Golden Knights. La scelta era inevitabile e già fatta da tempo, anche se naturalmente dall’operazione i Penguins si ritrovano con un secondo portiere sicuramente meno affidabile, ovvero Antti Niemi.

I Pittsburgh Penguins si presentano in generale come una chiara candidata alla vittoria finale, che per loro rappresenterebbe una storica tripletta.

Ci sono alcuni punti interrogativi che andranno risolti nel bottom six, a partire dal ruolo di terzo e quarto centro, mentre sarà determinante che Matt Murray resti finalmente in salute, visto che Niemi indubbiamente non fornisce le stesse certezze di Fleury nel ruolo di backup.


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