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Lugano

Un tempo da incubo e il Lugano rende facile la vita allo Zugo

Dopo un ottimo primo periodo i bianconeri si sciolgono di colpo spianando la strada agli ospiti. Per i ragazzi di McSorley il weekend ha portato un solo punto

Un tempo da incubo e il Lugano rende facile la vita allo Zugo

LUGANO – ZUGO

2-6

(2-1, 0-3, 0-2)

Reti: 3’18 Müller (Bertaggia, Nodari) 1-0, 12’49 Martschini (Kreis) 1-1, 15’07 Thürkauf (Wolf) 2-1, 30’01 Müller (Hansson) 2-2, 34’14 Simion (Müller) 2-3, 39’36 Müller (Hansson) 2-4, 55’04 Müller (Martschini) 2-5, 58’33 Allenspach 2-6

Note: Corner Arena, 5’213 spettatori
Arbitri: Lemelin, Urban; Altmann, Progin
Penalità: Lugano 7×2′, Zugo 3×2′

Assenti: Romain LoeffelDaniel CarrNiklas SchlegelThibault FattonSamuel Guerra (infortunati), Leland IrvingNicolò UgazziRiccardo WerderEvan TschumiTimo Haussener (sovrannumero), Elia Riva (ammalato)

LUGANO – La sola generosità spesso non può bastare. A questa, indispensabile comunque e che il Lugano ha di fatto messo in pista, bisogna unire la qualità delle giocate, l’attenzione e la capacità di lettura delle situazioni, soprattutto se si vuole applicare un hockey schematico.

Il Lugano non è riuscito di nuovo ad unire tutti questi ingredienti sulla tavola della Cornèr Arena e contro uno Zugo presentatosi senza alcuni suoi top player è emersa questa incapacità della squadra di McSorley (o di parte di essa) di mettere in pista continuità, pazienza e furbizia e i campioni in carica, con o senza qualche giocatore, ha sempre l’arma giusta per punire ogni incertezza.

Di fatto la partita dei bianconeri ha ricordato quella giocata a Langnau la sera prima, con un primo tempo solido e scoppiettante stavolta gestito bene, seguito dagli errori arrivati in maniera costante e preoccupante nella seconda frazione, quando Hansson e compagni hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo dalle parti di Fadani.

Inspiegabile il buco nero in cui si sono trovati i padroni di casa per lunghi momenti, incapaci di proteggere di nuovo lo slot e permettendo allo Zugo di passeggiare e aggiungendoci quegli errori di cui sopra come quello di Josephs che di fatto ha compromesso la partita ecco che il quadro si fa completo.

Poi sulla generosità messa ancora sul ghiaccio da Fazzini e compagni nel terzo tempo c’è poco da recriminare, ma con gli spazi ben chiusi arrivare dalle parti di Hollenstein è stato veramente difficile per gli attaccanti bianconeri e stavolta nemmeno Hudacek ha potuto salvare la baracca.

Ma aldilà dello slovacco, ancora non del tutto a ritmo, a preoccupare è l’insieme e la mancanza assoluta di incisività di tutta la prima linea offensiva, con Boedker a ronzare nel terzo con il disco e un Arcobello assolutamente impalpabile e con un impatto quasi a zero sull’andamento del match.

È stato il blocco di Fazzini, Thürkauf e Josephs, con soprattutto il numero 97 capace di giocare costantemente con lucidità e la tanto sottolineata qualità dei tocchi, mentre il quarto blocco di Walker, Stoffel e Vedova si è fatto molto apprezzare per l’energia e la capacità di proporre un ottimo forecheck.

Difficile oggi capire anche perché il Lugano passi questi momenti di estrema fragilità, quando si ha l’impressione che ogni azione offensiva sia in grado di andare a segno e quello che era un segno distintivo del Lugano di settembre, ossia una zona neutra impenetrabile, è diventata improvvisamente una debolezza.

La mancanza di lucidità può essere spiegata anche con le lunghe settimane passate con gli uomini contati? Forse, ma c’è più di un tasto da toccare quando si subiscono tante reti in così poche partite. Di sicuro in questo momento due fattori pesano più degli altri: uno è rappresentato dai portieri, ed è innegabile – ma comprensibile, non si cercano capri espiatori – che Fadani in questo momento trasmetta meno sicurezza alla difesa rispetto anche a Fatton e la metta in difficoltà con diversi rebound incontrollati (come venerdì anche con lo Zugo ha responsabilità almeno sul 2-2) e, ripetiamo, senza puntare il dito ma segnalandolo come un fattore.

L’altro, ben più grave è quello già citato di una prima linea inesistente sul piano offensivo. A Rapperswil e Langnau Hudacek aveva trovato le sue reti con le capacità individuali, senza l’appoggio corale dei compagni, e ancora una volta è uscita tutta l’inconsistenza di Boedker e Arcobello, tanto slegati tra loro quanto inconcludenti.

Non è tempo di processi, non siamo nemmeno a novembre, ma gli spunti su cui chinarsi non mancano per Chris McSorley, e comunque una squadra che vince solo tre delle ultime dieci partite (tenendo comunque conto di quelle giocate a ranghi ridotti) qualche pensiero lo deve far emergere.


IL PROTAGONISTA

Marco Müller: Con le assenza in casa Zugo si è trovato al centro della prima linea e, seppur senza strafare, contro il Lugano ha piazzato un’incredibile tripletta servendo anche un assist a Simion. Al posto giusto nel momento giusto, ha mostrato la freddezza necessaria per battere Fadani con tre reti tutte diverse, tra cui il 2-2 e il pesantissimo 2-4 a pochi secondi dalla seconda sirena.


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HIGHLIGHTS

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