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Ambrì Piotta

Un Ambrì poco strutturato chiude a Kloten un weekend in bianco

KLOTEN – AMBRÌ

7-4

(1-1, 3-1, 3-2)

Reti: 8’53 Von Gunten (Liniger) 1-0, 11’57 Grassi (Lhotak) 1-1, 21’11 Preplan (Santala, Hollenstein) 2-1, 25’18 Hollenstein (Von Gunten) 3-1, 27’10 Lauper (Mäenpää, Birbaum) 3-2, 29’12 Casutt (Kellenberger) 4-2, 42’32 Sheppard (Kolarik, Bieber) 5-2, 45’36 Lhotak (Grassi, Fuchs) 5-3, 47’19 Casutt (Guggisberg, Stoop) 6-4, 52’03 Emmerton (Giroux) 6-4, 59’55 Kolarik 7-4

Note: Swiss Arena, 5’156 spettatori. Arbitri Kurmann, Wiegand; Bürgi, Obwegeser
Penalità: Kloten 1×2′, Ambrì 4×2′

KLOTEN – Brutto affare per l’Ambrì Piotta, che esce a mani vuote da un doppio turno tutto zurighese che poteva permette ai biancoblù di mantenere con un buon ritmo il contatto con la linea, e che invece ha lasciato intravedere un Hans Kossmann che pare non avere ancora trovato l’impostazione giusta da dare alla sua squadra.

Dopo una sconfitta quasi inevitabile contro uno Zurigo nettamente superiore, il coach biancoblù si è presentato a Kloten con una formazione completamente rivoluzionata, che ha visto tutte le linee offensive modificate e la “bocciatura” di Bastl e Kamber, spediti in tribuna per fare spazio a Bianchi e Stucki. In difesa si è invece rivisto Chavaillaz, mentre Monnet è stato impiegato al centro, posizione che però non lo ha visto propriamente a suo agio.

La sconfitta contro i Flyers – che avevano perso sette volte nelle ultime nove uscite, ma avevano vinto le ultime due partite in casa – è figlia di una partita giocata quasi sempre con leggere ritardo nei confronti degli avversari, sempre un pochino più veloci, un pochino più precisi ed un pochino più organizzati rispetto ai biancoblù. Alla fine la somma delle parti ha prodotto una sfida in cui gli aviatori hanno legittimato sempre di più il successo, mentre in fase offensiva i biancoblù si sono basati più su sporadici episodi, che non sulla loro capacità di attuare una vera pressione.

Con Emmerton al centro di Giroux e Pestoni, l’Ambrì ha sofferto sin dal primo minuto la maggiore velocità (anche d’esecuzione) dei padroni di casa, con i riflessi di Tim Wolf che erano stati immediatamente messi a dura prova. Fermato un avversario a tu-per-tu, il portiere leventinese si è dovuto infatti dovuto inchinare già all’8’53 a Von Gunten, che con un tiro di polso ha dato concretezza al buon avvio dei locali.

I biancoblù nel frattempo avevano però iniziato a prendere le misure e, nonostante il gol di Grassi sia arrivato in maniera un po’ casuale (direttamente da azione d’ingaggio), gli uomini di Kossmann avevano dato prova di saperci fare sfiorando la rete anche con Chavaillaz – inserimento simile a quello di Birbaum della sera prima – e poi con un bel tiro di polso di Fuchs. Pregevole anche il lavoro alla balaustra di Pestoni nel finale di periodo, quando un suo disco recuperato aveva permesso a Giroux di andare al tiro da posizione ideale, in quella che rimane però una delle poche azioni degne di nota della linea.

Il numero 10 dei biancoblù non è infatti stato in grado anche domenica di avere un impatto sufficiente sulla partita, risultando spesso impalpabile e autore di un numero insufficiente di tiri per uno straniero dalle sue caratteristiche. I problemi dell’Ambrì sono però più strutturali che dei singoli, anche se l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad una squadra in cui manchi una certa dose di personalità e leadership.

Autore sino a quel momento di una prova onesta, Wolf ha concesso un rebound imperdonabile – invero simile un assist – per Praplan, che nello slot ha firmato il 2-1 nelle prime battute di un periodo centrale che si rivelerà essere decisivo. In generale il portiere ha fatto quello che ha potuto, ma l’Ambrì per poter avere successo tra i pali ha bisogno di un giocatore che sappia essere la colonna portante della squadra.

Dalla panchina sono poi arrivati alcuni errori da evitare, come il cambio scorretto che ha portato alla prima penalità della partita, sino ad arrivare al cambio con il timing sbagliato che ha spianato la strada ad Hollenstein per il 3-1 locale, ottenuto indisturbato davanti a Wolf.

L’Ambrì da lì alla fine ha però avuto il pregio perlomeno di non arrendersi completamente, sfruttando le debolezze difensive di un Kloten più attivo ma a volte anche impreciso. Peccato però per non aver difeso Wolf con maggiore determinazione, perché dopo il 3-2 di Lauper è arrivato un 4-2 che era assolutamente da evitare, con quattro biancoblù troppo molli nello slot e Casutt a ringraziare.

Nel terzo tempo il risultato finale non è poi mai parso realmente in bilico, questo nemmeno quando Lhotak aveva risposto con un bel gol alla quinta segnatura locale di Sheppard, che aveva ancora una volta sfruttato una retroguardia biancoblù troppo permessiva.

L’Ambrì non è infatti mai riuscito a svoltare il momentum a proprio favore dopo aver ottenuto un gol, subendo a due riprese nel corso della partita una rete avversaria solamente un paio minuti dopo aver segnato. Difficile dunque imporre il proprio gioco e dare una sterzata all’incontro se non si riescono a sfruttare i momenti potenzialmente favorevoli, a maggior ragione se si aggiunge che per tutto il match l’Ambrì ha potuto giocare una sola volta in powerplay.

I biancoblù hanno comunque continuato a provarci, rispondendo al 6-3 di Casutt – slot ancora troppo libero – con la quarta segnatura a firma di Emmerton, arrivata in powerplay. Una doppia penalità nel finale ha però reso difficoltoso provare un assalto, anche se in boxplay Fuchs e Berger si sono mangiati la possibilità di rifarsi sotto. A porta sguarnita è poi arrivato il definitivo 7-4, che ha punito un Ambrì non abbastanza quadrato per poter avere successo.

fattore2

ATTIMI SFUGGENTI: La partita di Kloten ha visto un Ambrì proporre dei buoni spunti in alcuni frangenti, ma la squadra di Kossmann ha fallito nel compito di continuare a sostenere le proprie segnature con una certa autorità a livello di gioco.

Inconcludente il forecheck e poco strutturate le puntate offensive, i biancoblù non sono riusciti a dare una precisa impronta alla loro partita, senza mai riuscire a girare il momentum a loro favore, anche dopo aver trovato un gol.

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