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Svizzera sconfitta all’esordio per 7-1 dalla Slovacchia

La selezione di Fischer non riesce a venire a capo degli slovacchi, che si dimostrano più diretti e concreti. Da aggiustare mira e solidità difensiva

(PPR/Laurent Gillieron)

Svizzera sconfitta all’esordio per 7-1 dalla Slovacchia

SLOVACCHIA – SVIZZERA

7-1

(1-1, 1-0, 5-0)

Reti: 3’00 Griger (Kristof) 1-0, 12’31 Corvi (Moser) 1-1, 29’32 Griger (Siska) 2-1, 46’11 Kristof (Takac) 3-1, 57’49 Holesinsky (Pavol Regenda) 4-1, 58’15 Griger 5-1, 58’42 Takac (Kristof) 6-1, 59’57 Hrehorcak (Griger) 7-1

Note: Krefeld, 341 spettatori
Arbitri: Ansons, Schrader; Hancock, Merten
Penalità: Slovacchia 2×2′, Svizzera 4×2′ + 1×5′ + 1×20′

KREFELD – La Deutschland Cup come tradizionale primo appuntamento stagionale della Nazionale Svizzera, un camp che per il selezionatore Patrick Fischer è sempre utile non solo per dare modo ai giocatori del campionato svizzero di mettersi in luce ma anche per creare la tanto amata armonia di gruppo.

Con la prima selezione di questo autunno il coach elvetico ha dato spazio a diversi suoi fedelissimi ma anche su qualcuno meno “abituale” come Philip Wüthrich, Sandro Schmid e Nando Eggenberger, alla loro prima convocazione con la selezione maggiore.

Nell’ormai classica sfida alla Slovacchia la selezione di Patrick Fischer ha pagato una mancanza di concretezza e l’incapacità di costruire con costanza azioni dirette e fluide, mentre la squadra dell’est si è mostrata più capace di un gioco diretto e maggiormente concreta sotto porta, il che ha di fatto costruito il risultato di 1-3 portato ai momenti finali prima delle due reti a porta vuota e del pesante 1-7 nel crollo totale del finale.

La squadra rossocrociata ha messo in mostra più di un problema a livello difensivo soprattutto nel primo e nel terzo periodo (anche nell’assalto finale senza portiere) con alcuni errori dettati soprattutto dalla mancanza di intesa tra alcuni giocatori, cosa che ha lasciato molti spazi alla Slovacchia che ha potuto approfittare dei risultati del proprio forechechek.

Ci ha messo un po’ la Svizzera a uscire da un certo impaccio, facendo fatica a costruire in velocità se non con gli uomini più forti nell’uno contro uno – Ambühl, Pestoni e Corvi su tutti – che saltando l’uomo hanno parzialmente compensato a manovre collettive più faticose e esposte all’errore in esecuzione.

Con il passare dei minuti la sfida, pur restando equilibrata sul piano del gioco ha visto la Svizzera mettere più vigore fisico – costato anche la penalità di partita a Thürkauf – che ha messo più in difficoltà la Slovacchia, comunque migliore nel trovare soluzioni di gioco collettive.

Cose anche più che normali da vedere nelle prime partite, ma l’affiatamento del gruppo e la voglia di lavorare sono sembrate quelle migliori, e questo è ciò che conta.

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