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Ambrì Piotta

Sarà un Ambrì più vicino alla sua identità, ma che dovrà lottare per colmare varie lacune

I leventinesi ripartono con una rosa con più peso e personalità, ma che vede nella difesa svizzera e nel secondary scoring i suoi aspetti più critici. La partenza di Heim è stato un duro colpo, ma i giovani integrati sono interessanti

L’inizio della stagione 2023/24 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


AMBRÌ PIOTTA

La rosa 2023/24

PORTIERI
Benjamin Conz, Janne Juvonen (🇫🇮), Davide Fadani

DIFENSORI
Tobias Fohrler, Isacco Dotti, Simone Terraneo, Zaccheo Dotti, Kilian Zündel, Dario Wüthrich, Jesse Virtanen (🇫🇮), Tim Heed (🇸🇪), Rocco Pezzullo

ATTACCANTI
Laurent Dauphin (🇨🇦), Johnny Kneubuehler, Daniele Grassi, Manix Landry, Dominic Zwerger, Inti Pestoni, Yannick Brüschweiler, Diego Kostner, Nando Eggenberger, Jakob Lilja (🇸🇪), Valentin Hofer, Michael Spacek (🇨🇿), Floran Douay, Dario Bürgler, Tommaso De Luca, Lionel Marchand


Dopo l’epilogo amaro della passata stagione, l’Ambrì Piotta ha scelto di ripartire. Fatte le dovute riflessioni e ricaricate le batterie al termine di un’annata che era stata particolarmente provante, dirigenza e staff sportivo hanno ribadito la loro unità d’intenti nel guardare al futuro, ma ben consci che le intriganti premesse dell’ultimo campionato avevano poi presentato il conto in termini di identità.

Vedere i leventinesi terminare al 12esimo posto era stato deludente – certo non era evidente lasciarsi alle spalle squadre come Berna, Lugano o Losanna, ma era l’occasione buona per sfruttare le loro difficoltà – ma ancor di più aveva lasciati perplessi l’incapacità del gruppo di trovare quell’intensità e compattezza che avevano reso l’Ambrì difficile da affrontare nel recente passato, quando la rosa era sulla carta meno attrezzata.

Con alcune individualità di spicco molto forti tecnicamente ma anche tanto introverse in termini caratteriali, l’Ambrì Piotta non era infatti riuscito a raggiungere quello standard d’intensità necessario per sfruttare davvero tutte le sue qualità. Troppo spesso i leventinesi erano risultati “soft” nelle loro partite, con i due slot concessi agli avversari e Cereda intento a mescolare le linee nella speranza di aumentare i giri della squadra.

Come prima cosa i biancoblù dovevano insomma ritrovare il carattere per essere performanti nelle partite da vincere, quelle in cui ci sono in palio punti pesanti e che di riflesso comportano maggiore pressione. Basti pensare a quanto lasciato per strada contro l’Ajoie (appena 3 punti in 4 partite) oppure alle timide prestazioni nei derby (anche qui solo 3) per individuare alcune serate in cui l’Ambrì Piotta non potrà più mancare l’appuntamento sul ghiaccio, questo non solo in termini di risultati – che comunque non sono mai “automatici” o scontati – ma proprio pensando all’atteggiamento con cui questi impegni vengono affrontati.

Una certa mancanza di personalità aveva così portato i leventinesi a perdere per strada la loro identità, non riuscendo a reagire nei momenti difficili e compromettendo la stagione già in autunno, quando arrivarono appena 13 punti in 14 partite dal 2 ottobre al 5 novembre. L’Ambrì statisticamente era inoltre stata la seconda squadra a giocare più minuti in svantaggio, ed anche la seconda a giocarne meno conducendo nel punteggio, ed è in queste situazioni che devono uscire i leader.

Daniele Grassi era alla sua prima stagione con la “C” sulla maglia, e con il suo gruppo di capitani ha inizialmente incontrato delle difficoltà. “Di queste figure c’è bisogno soprattutto quando arrivano i momenti difficili, e penso che in questo senso ci siamo un po’ persi lo scorso mese di ottobre”, aveva ammesso in una nostra recente intervista, ed anche in questi termini si è dunque dovuto fare un lavoro di crescita che ha preso del tempo. Gestire la partenza di giocatori come Michael Fora ed Elias Bianchi non è stato scontato.


ARRIVI
Nando Eggenberger (F, Rapperswil)
Floran Douay (F, Langnau)
Dario Wüthrich (D, Zugo)
Yannick Brüschweiler (F, Rapperswil)
Davide Fadani (G, Lugano)
Manix Landry (F, Drummondville Voltigeurs)
Tommaso De Luca (F, Spokane Chiefs)
Jakob Lilja (F, Dynamo Mosca)
Laurent Dauphin (F, Arizona Coyotes)

PARTENZE
Yanik Burren (D, Bienne)
Jannik Fischer (D, Ajoie)
Thomas Rüfenacht (F, ritiro)
Noele Trisconi (F, ritiro)
Zack Mitchell (F, Augsburger Panther)
Stefan Müller (G, Visp)
Andre Heim (F, St. Louis Blues)
Filip Chlapik (F, Sparta Praga)
Alex Formenton (F, ???)

STRANIERI
Tim Heed (D, 🇸🇪)
Michael Spacek (F, 🇨🇿)
Janne Juvonen (G, 🇫🇮)
Jesse Virtanen (D, 🇫🇮)
Jakob Lilja (F, 🇸🇪)
Laurent Dauphin (F, 🇨🇦)


Le decisioni prese in sede di mercato da Paolo Duca si sono dunque orientate di conseguenza, volte a ridare all’Ambrì Piotta un’identità ed una direzione più marcata rispetto alla scorsa stagione. In questo ragionamento Laurent Dauphin è l’esempio più rappresentativo, un centro solido – quello che sarebbe dovuto essere Shore – e che già nelle amichevoli abbiamo visto capace di far sentire la sua presenza ad ogni cambio. Nel suo gioco c’è poca spettacolarità ma tanta concretezza, oltre alla volontà di essere sempre un punto di riferimento per i compagni. Il canadese ha insomma la giusta personalità per prendersi a carico tante responsabilità.

Pure Nando Eggenberger e Floran Douay sono due innesti che appaiono azzeccati. Il primo ha quelle caratteristiche da tipico power forward che ai biancoblù mancavano completamente, mentre il secondo è fisicamente e caratterialmente ideale per completare una quarta linea dallo scopo preciso.

Per ora è invece più difficile decifrare lo svedese Jakob Lilja, anche a causa di un infortunio che l’ha fermato nel preseason. Nel lineup prenderà il posto di Chlapik, ma con caratteristiche molto diverse e che sicuramente non lo porteranno a segnare 24 gol come il cecchino ceco. Il suo dovrebbe essere un gioco più completo a tutta pista, che però dovrà essere unito ad una regolare produttività offensiva, perché là davanti l’Ambrì si ritroverà a dover lavorare di più per trovare il gol.

Nel recente passato la squadra di Cereda aveva fatto registrare il sesto miglior attacco ed il sesto powerplay – unito ad un ottimo quarto boxplay – ma nelle partite tirate o rognose non era sempre a suo agio, cercando spesso il passaggio smarcante al posto di sporcarsi le mani. Con la tipologia di giocatori ingaggiati ed una concorrenza interna ancora più marcata si dovrebbe assistere ad un Ambrì che andrà con più fame e meno fronzoli sulla porta avversaria, ma il secondary scoring rischia di essere nuovamente un problema.

Lo scorso anno i principali attori dell’attacco non avevano infatti tradito – Spacek è stato il più produttivo della lega a 5-contro-5, Bürgler e Pestoni sono stati terzi e quarti tra gli svizzeri, Chlapik aveva segnato 24 gol, ed in retrovia Heed e Virtanen avevano messo assieme 18 gol ed un totale di 53 punti – ma il resto della squadra aveva prodotto poco.

Kneubuehler era riuscito a vivere la sua miglior stagione in carriera (12 gol), ma l’apporto degli altri compagni di reparto – ad eccezione ovviamente di Heim, che al netto dell’infortunio aveva comunque ottenuto 12 gol e 31 punti – era stato insufficiente. Si dovrà sperare specialmente nella capacità di Zwerger di tornare su buoni livelli, mentre è difficile sapere cosa attendersi dal debutto in NL dei giovani Landry e De Luca.

Il figlio d’arte ha velocemente vinto il “ballottaggio” per il ruolo di terzo centro e di fatto raccoglierà il testimone di Heim – il club spera per lui una crescita simile – e nelle amichevoli ha già mostrato di essere piuttosto maturo nonostante la sua giovane età, sia fisicamente che caratterialmente. Nonostante questo l’ossatura al centro è un settore che dovrà dimostrarsi all’altezza del confronto con gli avversari, soprattutto dopo una stagione in cui l’Ambrì era stata la peggior squadra ai faceoff.

Delle responsabilità importanti verranno inoltre messe subito nelle mani del talentuoso De Luca, che si ritroverà all’ala sia a risultato della competizione con Landry, che per necessità visto che Zwerger sarà out almeno sino a metà ottobre. Il resto dovrà portarlo la concorrenza interna, con in particolare Brüschweiler e Hofer che si presentano come le principali fonti d’energia al di fuori dei 12 attaccanti titolari.



Il reparto che avrà il maggior peso per i risultati dell’Ambrì Piotta sarà però la difesa, che si presenta anche come la principale criticità. I risultati lo scorso campionato parlavano dell’11esima retroguardia (e la seconda più bucata a parità numerica), ma anche la seconda più produttiva dietro a quella del Ginevra con ben 30 gol realizzati. La fase difensiva non è inoltre stata estranea a diverse difficoltà, sia per un’impostazione a uomo che dopo le dichiarazioni di Chlapik era diventata oggetto di discussione, che per le troppe penalità incassate.

Il gruppo ha perso due elementi molto importanti come il solido Jannik Fischer ed il più dinamico Yanik Burren, che non sono potuti essere sostituiti dal mercato. I cardini fondamentali saranno dunque ancora di più gli stranieri Heed e Virtanen, a cui si dovrà chiedere un gran numero di minuti (già lo scorso anno avevano tra i TOI più alti della lega) sperando nel contempo che gli svizzeri possano reggere l’urto e la velocità degli avversari.

Fohrler e Zaccheo Dotti dovrebbero completare i tandem degli stranieri, ed in particolare il livello del tedesco – che eredita il ruolo di Fischer – sarà molto importante. Il resto si presenta invece come una scommessa: Isacco Dotti dovrà rilanciarsi, mentre Terraneo, Pezzullo, Zündel e Wüthrich avranno la chance di dimostrare il loro valore. Per riuscire ad essere davvero competitivo l’Ambrì dovrà insomma sperare che almeno un paio di questi elementi sappiano avere una progressione importante, ed è in particolare Terraneo il giocatore che nel preseason ha dato i segnali più interessanti.

Tolti i due stranieri – che sono al top della lega – la retroguardia leventinese rischia insomma di concedere molto agli avversari, con Cereda che in questo senso ha introdotto alcune novità di sistema. L’Ambrì visto in amichevole ha infatti cercato di mantenere una grande pressione sul portatore del disco applicando nel proprio terzo una difesa a zona, mentre a centro pista si vuole un filtro più marcato per limitare gli avversari in transizione.

Fondamentali saranno ovviamente anche le prestazioni di Juvonen, che nella sua prima stagione completa in Leventina aveva sostenuto la squadra con la sua consueta calma ed una grande costanza. Nelle intenzioni dello staff c’è probabilmente la volontà di ridurre un po’ il suo carico di lavoro durante le partite – aveva fronteggiato 32 tiri di media, spesso da distanza ravvicinata – ma da questo punto di vista l’Ambrì ha trovato una vera sicurezza.

Alle sue spalle Conz rappresenta una valida alternativa, oggi forse ancora di più visto che il giurassiano ha assimilato la realtà che lo vede nelle vesti di backup, ma naturalmente presenta meno garanzie rispetto al compagno finlandese.

In tutto questo Paolo Duca ha ancora da giocare la carta del settimo straniero, utile per andare a colmare le verosimili lacune del lineup. Interessante l’eventualità di vedere un terzo difensore d’importazione, che darebbe stabilità e respiro ad un reparto che a livello svizzero è inferiore alla maggior parte degli avversari, ma anche aggiungere una pedina in avanti è una prospettiva interessante.

Un attaccante straniero capace di giocare sia al centro che all’ala darebbe una flessibilità importante a Cereda, che ad oggi in caso di infortuni nel mezzo dovrebbe appoggiarsi al giovane De Luca, oppure a soluzioni più d’emergenza come Kneubuehler e Grassi.

Più difficile invece riuscire ad aggiungere un ingrediente che sembra mancare al lineup, ovvero quello del “difference maker”, una figura che nel recente passato l’Ambrì aveva faticato ad individuare – salvo naturalmente negli anni eccezionali di Kubalik – ma che nell’ultimo campionato era presente grazie all’estro di Chlapik e Formenton.

Nel suo intento di diventare una squadra più “tosta” e con personalità l’Ambrì sulla carta sembra insomma aver sacrificato questo aspetto, ed allora il successo dovrà veramente passare da uno sforzo corale a tutta pista che richiederà tanta costanza ed energia.

Il mercato del club rimane inoltre limitato dai costi della pista e dalla pesante eredità lasciata dal Covid – rimborsi e blocco agli stipendi – che imporrà di stringere i denti per alcuni altri anni prima di provare ad imbastire una crescita con obiettivi sportivi un po’ più ambiziosi.

L’Ambrì Piotta in questo campionato punterà insomma a ritrovare la sua identità, di cui fa parte anche l’abilità di sfruttare il fattore casalingo, altro elemento che aveva affossato la classifica dell’ultima annata. Gli evidenti limiti della difesa svizzera ed un attacco che ha profondità ma poche bocche da fuoco sembrano far presagire una stagione in cui la squadra di Cereda dovrà sudarsi i suoi punti. Ma visto com’è andata nel recente passato, potrebbe anche essere un bene.


MIGLIOR INNESTO

Laurent Dauphin: Il canadese avrà il compito di essere uno dei leader sul ghiaccio, e quanto mostrato nelle uscite estive lascia ben sperare. Dauphin si è profilato come un giocatore di sostanza, che fa bene e sistematicamente le piccole cose, e la sua presenza di sente ad ogni cambio. Saprà dare il suo contributo sul tabellino, e sarà importante per un’intera struttura che aveva bisogno di un carismatico punto di riferimento. È il profilo che si cercava in Shore, ma stavolta le cose sembrano poter funzionare.

ADDIO DOLOROSO

Andre Heim: È scontato sottolinearlo, ma con la sua partenza l’Ambrì si è ritrovato con un vuoto incolmabile. Un centro svizzero del suo calibro sarebbe importante per qualsiasi squadra della lega, ed il fatto che una franchigia NHL gli abbia dato una chance dopo appena due anni in Leventina testimonia quanto positivo sia stato il lavoro che club e giocatore hanno portato avanti assieme. Da verificare anche come reagiranno i suoi compagni di linea Bürgler e Kneubuhler.

FATTORE X

L’impatto dei cambiamenti: Il cambio di direzione nella costruzione della rosa è stato evidente, ed anche a livello tattico Cereda ha deciso di cambiare degli aspetti importanti, ma per verificare la bontà di queste scelte bisognerà attendere il responso del ghiaccio. Se l’Ambrì saprà essere davvero una squadra compatta, gli stranieri vivranno una buona stagione e qualche individualità saprà fare importanti passi avanti, allora si potrebbe assistere ad una stagione migliore di quella passata.


La classifica di HSHS

1. ZSC LIONS
2. GINEVRA
3. ZUGO
4. BIENNE
5. BERNA
6. LUGANO
7. RAPPERSWIL
8. LOSANNA
9. DAVOS

10. FRIBORGO
11. KLOTEN
12. AMBRÌ PIOTTA
13. LANGNAU
14. AJOIE

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