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Lugano

È un Lugano con più qualità e passione, i bianconeri ora sono pronti a crescere

I bianconeri hanno guadagnato notevole potenziale offensivo, con una difesa ritoccata ma ancora solida. Luca Gianinazzi ha tutto per una regular season tranquilla, i playoff sono alla portata

L’inizio della stagione 2023/24 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


LUGANO

La rosa 2023/24

PORTIERI
Mikko Koskinen (🇫🇮), Thibault Fatton, Niklas Schlegel

DIFENSORI
Joey LaLeggia (🇨🇦), Santeri Alatalo, Mirco Müller, Samuel Guerra, Bernd Wolf, Leandro Hausheer, Jesper Peltonen, Calle Andersson, Arno Snellman

ATTACCANTI
Daniel Carr (🇨🇦), Marco Müller, Marco Zanetti, Matthew Verboon, Lorenzo Canonica, Luca Fazzini, Cole Cormier, Giovanni Morini, Arttu Ruotsalainen (🇫🇮), Mark Arcobello (🇺🇸), Jeremi Gerber, Markus Granlund (🇫🇮), Roberts Cjunskis, Stephane Patry, Michael Joly (🇨🇦), Julian Walker, Calvin Thürkauf


“Crescere ogni giorno, mostrare solidità e attaccamento per raggiungere obiettivi futuri”. Parole prudenti ma consapevoli, niente più obiettivi di vittoria del titolo a breve termine. La nuova filosofia in riva al Ceresio mostra un Hockey Club Lugano che sembra più consapevole della realtà in cui deve muoversi, in un campionato sempre più competitivo e livellato verso l’alto e che non permette sogni di gloria immediati nemmeno alle più grandi corazzate di National League.

Nelle ultime tre stagioni si sono aggiunti due nuovi campioni svizzeri rispetto a chi aveva dominato la scena dal 2000 in avanti, e così Davos, Berna, ZSC Lions e proprio Lugano sono stati raggiunti da Zugo e Ginevra, con un Bienne che spinge fortissimo per entrare nella cerchia. Negli anni in cui anche i bianconeri si spartivano i titoli con pochi altri era decisamente più probabile vincere in poco tempo con grandi investimenti, oggi nemmeno i Lions possono dormire sonni tranquilli, il Berna è sprofondato in anni bui e i bianconeri dopo due finali hanno smesso di essere una squadra di vertice assoluto.

I successi oggi si costruiscono da lontano, con pianificazione e pazienza, anche con gli errori, ma ai quali non sempre è detto che si debba rispondere con le rivoluzioni schizofreniche. Lo Zugo ha messo le basi per i successi dal 2010 con la costruzione della Bossard Arena, il Ginevra si è potenziato fortemente nelle annate dopo il Covid ma lo zoccolo della squadra e la valorizzazione di molti giocatori arriva da anni addietro. Il Lugano queste basi deve saperle mettere in questo momento, seguendo l’esempio appunto di Zugo o Bienne (per caratteristiche sportive e di gestione tecnica), e il fatto che alla Cornèr Arena ci si sia resi conto di questo è comprovato anche dalla rivoluzione – stavolta giustificata – messa in atto dopo la scottatura della breve era di Chris McSorley.

Molti club hanno impiegato anni a trovare la guida tecnica ideale per perseguire i propri obiettivi, il Lugano con Luca Gianinazzi potrebbe aver pescato dal proprio mazzo la carta giusta, consapevole del potenziale di un giovane coach cresciuto in casa ma che forse potrebbe anche sorprendere ulteriormente per le sue capacità. Il 30enne è infatti non solo molto preparato a livello tecnico ma soprattutto si inserisce nel campo di quei coach-psicologi-motivatori-comunicatori moderni, che giustamente nell’epoca in cui viviamo mettono la coesione del gruppo e le relazioni interpersonali al primo posto per riuscire a gestire una squadra di 25 giocatori tutti diversi per lingua, cultura, età e valori individuali, giocatori che ad oggi non sono più i soldatini di alcuni anni fa.

La scorsa stagione, al culmine della crisi estivo-autunnale, Hnat Domenichelli si è giocato la carta d’oro di Gianinazzi in un momento rischiosissimo, non solo sul piano sportivo ma anche quello della relazione con i tifosi, i quali hanno sempre sostenuto in gran parte la scelta di promuovere il coach, ma in caso di pesante insuccesso (e le premesse fino a gennaio non erano certo delle migliori) c’era il rischio di perdere un’altra grossa fetta di un pubblico che andava via via disaffezionandosi dalla società.

Gianinazzi ha avuto il merito di tenere duro in momenti anche tragici – sportivamente parlando, sia chiaro – e grotteschi, dalle due trasferte da incubo a Langnau, alla figuraccia in quel di Rapperswil a gennaio. Proprio da quella scoppola in canton San Gallo (dove alcuni elementi avevano mostrato sul ghiaccio una certa insofferenza, per non dire altro) qualcosa deve essersi mosso, Gianinazzi ha preso in mano il gruppo ed è riuscito a riportarlo su livelli più accettabili, fino alla finalmente esaltante corsa tra pre-playoff e quarti di finale dove il Lugano si è riguadagnato fiducia e supporto anche dai tifosi, mostrandosi come un gruppo vero.

Di certo non basterà al pubblico ricordarsi solo di quei due mesi, la fiducia va ricostruita con i buoni propositi visti in entrata, ma di sicuro Gianinazzi si è preso la stima e il rispetto per come ha saputo gestire un momento delicatissimo che ha portato la squadra davanti a un bivio, con addirittura la possibilità concreta di uno spareggio con l’Ajoie all’orizzonte.

Invece, per meriti e anche un pizzico di fortuna, il Lugano può ripartire da lì, da quello spirito di gruppo, da quell’abnegazione totale e da una panchina che Luca Gianinazzi si è consolidato sotto i piedi, lui che è sempre stato sicuro che prima o poi dei risultati sarebbero arrivati, mostrando un’invidiabile sicurezza nei propri mezzi che ha sempre messo il lavoro quotidiano davanti ai numeri.

E con la stessa filosofia sposata dal club, questo può essere definitivamente il suo Lugano, costruito ad immagine e somiglianza. Non va dimenticato il lavoro di supporto fatto da Matti Alatalo la scorsa stagione, il finlandese si è trovato un po’ scarico a fine stagione e ha deciso di lasciare la panchina, venendo sostituito dal connazionale Kalle Kaskinen, uomo di grande esperienza sia a livello giovanile e internazionale, con esperienze da head coach sia in patria che in  Slovacchia.


ARRIVI
Jesper Peltonen (D, Kloten)
Lorenzo Canonica (F, Shawinigan Cataractes)
Arttu Ruotsalainen (F, Kloten)
Matthew Verboon (F, Colgate University)
Cole Cormier (F, Gatineau Olympiques)
Leandro Hausheer (D, Zugo)
Michael Joly (F, HPK)
Joey LaLeggia (D, HV71)

PARTENZE
Elia Riva (D, Zugo)
Davide Fadani (G, Ambrì Piotta)
Jari Näser (D, ritiro)
Loic Vedova (F, ritiro)
Raphael Herburger (F, Klagenfurt)
Troy Josephs (F, Lada Togliatti)
Brett Connolly (F, Rapperswil)
Kris Bennett (F, Adler Mannheim)
Nicolò Ugazzi (D, Winterthur)
Yves Stoffel (F, La Chaux-de-Fonds)
Alessandro Villa (D, Turgovia, prestito)
Riccardo Werder (F, Visp, prestito)
Lukas Klok (D, Neftekhimik Nizhnekamsk)
Gregory Bedolla (F, Sierre, prestito)

STRANIERI
Mikko Koskinen (G, 🇫🇮)
Mark Arcobello (F, 🇺🇸)
Daniel Carr (F, 🇨🇦)
Markus Granlund (F, 🇫🇮)
Arttu Ruotsalainen (F, 🇫🇮)
Michael Joly (F, 🇨🇦)
Joey LaLeggia (D, 🇨🇦)


Per costruire il nuovo Lugano, Domenichelli e Gianinazzi hanno operato sullo svecchiamento della rosa, l’allungamento della coperta in attacco e sul miglioramento della qualità in maniera mirata. Salutati Herburger, Vedova e Stoffel che tra gli svizzeri non potevano più assicurare quella competitività necessaria e con l’ex EVZ Academy che non è riuscito a fare un salto di qualità, all’attacco rossocrociato sono stati aggiunti Verboon, Canonica e Cormier, con il giovane Cjunskis che ha già rappresentato una bella opzione durante il preseason.

Con i primi tre l’intento è quello di aumentare qualità e spinta, con giocatori che arrivando da un contesto nordamericano possono contare su un’esperienza che li ha formati – seppure in maniera diversa – per reggere e competere in  gruppi con forte concorrenza. In questo preseason a dare le migliori impressioni è stato soprattutto Verboon, sembrato pronto al livello fisico della National League e in grado di giostrare in qualunque situazione con qualunque compagno al suo fianco.

Canonica si dovrà riadattare al ruolo di ala tra i professionisti e forse manca ancora della necessaria concretezza, ma è pronto a prendersi un posto tra i titolari, mentre Cormier sembra ancora un po’ acerbo sul piano decisionale e tattico, forse quello ancora più da formare dei tre.

Sul fronte straniero sono partiti Connolly, Bennett e Josephs, i quali per diverse ragioni non potevano più fare parte del nuovo Lugano. Connolly non ha mai reso quanto ci si potesse aspettare (l’ombra di un infortunio cronico?) mentre con Bennett e Josephs non si poteva più costruire un attacco competitivo nonostante gli ottimi numeri dell’oggi attaccante dell’Adler Mannheim, mentre l’ex Visp ormai rappresentava un jolly soprattutto per il bottom six.

Il Lugano aveva uno degli attacchi peggiori la scorsa stagione, soprattutto in chiave di concretezza, dato che era terzo per expected goal, serviva quindi un deciso salto di qualità. Ruotsalainen, già inseguito la scorsa stagione da Domenichelli, viene da una stagione in crescendo con il Kloten, perfetto per il gioco che vuole proporre Gianinazzi, grazie a un pattinaggio velocissimo, grande tecnica di bastone e duttilità, essendo in grado di ricoprire anche il ruolo di centro.

Un ottimo colpo il direttore sportivo bianconero sembra inoltre averlo fatto – almeno per quanto visto durante l’estate – con il canadese Michael Joly, topscorer di Liiga che ha subito mostrato un istinto offensivo fuori dal comune, un giocatore dalla grande tecnica di bastone e dall’innato opportunismo, il quale assieme a Fazzini, Carr e Granlund dovrà rappresentare uno dei terminali di finalizzazione principali della squadra.

Entrambi dovranno pure far fare un salto in avanti a un power play deficitario, uno dei grossi problemi della scorsa stagione, ma che da settembre troverà tante diverse e nuove opzioni per finalmente crescere e diventare un’arma e non più un problema.

Sperando poi in un Carr risparmiato dalle permanenze in infermeria e un Arcobello “alleggerito” dal passaggio dei gradi di capitano a Thürkauf – in grande spolvero di personalità dai preplayoff ad oggi – e con la classe di primo livello di Granlund, il Lugano dispone di un pacchetto di attaccanti stranieri potenzialmente di grande impatto e molto duttili, sicuramente con capacità realizzative molto più elevate rispetto alla stagione scorsa e in grado di sostenere il ritmo delle migliori squadre del campionato.

Per Gianinazzi le opzioni non mancano, e appare subito all’occhio come la spina dei centri appare di grande qualità e profondità, con Ruotsalainen, Marco Müller, Thürkauf e Arcobello, rimangono sempre anche giocatori come Morini, Verboon e Canonica in grado di svolgere il doppio ruolo.

Sommato il tutto, l’attacco bianconero appare in grado di elevare il proprio livello di parecchi scalini rispetto alla scorsa stagione, soprattutto grazie ai nuovi innesti stranieri, ma occorrerà tenere d’occhio qualche incognita, dalle condizioni di Carr (che comunque pare ben recuperato) alla vena di Arcobello, transitato per la sua peggior stagione da quando è in Svizzera e oggi costretto a un nuovo ruolo, dopo aver perso il posto nel top six. La coperta da cortissima è passata a lunghissima ma anche guadagnando parecchio in qualità, creando uno di quei problemi “grassi” che tutti i coach vorrebbero avere.



Passando al reparto arretrato la qualità non manca certamente, a preoccupare un po’ potrebbe essere una certa mancanza di profondità, anche se in questo preseason abbiamo potuto vedere all’opera un sicuro e abbastanza affidabile Leandro Hausheer, con Arno Snellman ed eventualmente qualche prestito che sarebbe pronto a subentrare in caso di emergenza.

A fronte della partenza di Elia Riva, che ha giustamente cercato una nuova sfida per fare quel passo in più tanto atteso, da Kloten è arrivato Jesper Peltonen, figlio di Ville, giocatore con alle spalle già una buona esperienza e che agli ordini di Jeff Tomlinson si è già imposto come uno dei difensori più affidabili della sua ex squadra. Solido e dal buon senso della posizione, Peltonen è risultato uno dei migliori difensori del campionato per uscite riuscite dal proprio terzo e tra i più puliti nel primo passaggio, arrivando oltretutto in un età ideale per imporsi definitivamente.

Tutte le attenzioni però saranno per Joey LaLeggia, il canadese che avrà sulle spalle il peso della creatività, delle incursioni offensive e della linea blu in power play. In questo ultimo caso LaLeggia ha già dato dimostrazioni di grande maestria come vertice alto delle superiorità numeriche e qualche scorribanda ha detto di un bel pattinaggio e un ottimo controllo del disco, andrà valutato in campionato per un impatto maggiore e per una personalità che nel preseason ha ancora fatto fatica ad emergere.

Domenichelli ha spiegato il suo ingaggio come un cambiamento nelle strategie concordato con Luca Gianinazzi, passando dal voler un difensore equilibrato – inizialmente nelle intenzioni doveva essere Lukas Klok – per poi invece virare su un profilo più offensivo e che potesse veramente definirsi uno specialista del power play e delle uscite di zona rapide.

Fondamentale per gli equilibri della squadra sarà pure la gestione dei portieri, avendo in squadra anche uno straniero. Mikko Koskinen ha dimostrato nel postseason di avere ancora i numeri da grande portiere, seppure con qualche tendenza all’errore banale, ma quanto visto contro il Friborgo e in almeno quattro partite contro il Ginevra ha riportato in alto le ambizioni del finnico, che ha visto la sua efficacia passare da un 90% anonimo della regular season al 93,7% dei preplayoff e playoff.

Purtroppo la scorsa stagione l’ex Oilers ha giocato con un infortunio al piede e nel contempo Niklas Schlegel era alle prese con un periodo da cui andava recuperato. Anche lo zurighese però è stato messo nelle migliori condizioni dal lavoro di Michael Lawrence ed è stato protagonista a sua volta quando il compagno era ai box in inverno.

Lo staff tecnico ha già messo in chiaro che la distribuzione dei minutaggi tra i portieri sarà molto più equilibrata, probabilmente guardando anche a un futuro dove si vorrà un duo tutto svizzero con Schlegel titolare. Infatti andrà chiarita anche la posizione di Thibault Fatton, schierato per una sola partita con brutti risultati a Zugo, ma anche lui alle porte di quello che dovrà essere un bivio per la sua carriera.

La squadra bianconera è ben assemblata, con talento, esperienza e gioventù ben distribuite, forse alla rosa manca ancora qualche chilogrammo per non soffrire troppo le squadre più pesanti, ma questo non sembra un problema insormontabile. L’attacco è potenzialmente esplosivo e la difesa ben assemblata, con un ottimo duo di portieri che però andrà gestito molto meglio rispetto alla scorsa stagione.

La squadra è anche molto più giovane in molti suoi interpreti, ci sono tanti nuovi volti da inserire in un campionato per loro nuovo e con compagni nuovi, ma la squadra di Gianinazzi ha tutte le carte in regola per una regular season tranquilla e per la qualificazione ai playoff, nel contempo regalando ai propri tifosi un hockey piacevole ed accattivante.

Inoltre, la serenità che si respirava alla Cornèr Arena in queste settimane, completamente agli antipodi rispetto a un anno fa, la dice lunga sull’ambiente sano e positivo che ha creato lo staff tecnico, una base indispensabile per raccogliere risultati e la fiducia dei tifosi.


MIGLIOR INNESTO

Arttu Ruotsalainen: Il finlandese sembra avere le migliori caratteristiche per il gioco che vuole proporre il Lugano e per far fare un salto avanti alla manovra offensiva bianconera. Giocatore che spacca le partite, instancabile e dal colpo di classe sempre pronto, il finlandese potrebbe essere una delle chiavi di volta per il reparto d’attacco.

ADDIO DOLOROSO

Lukas Klok: Arrivato in corso di stagione in sostituzione del deludente Oliwer Kaski, il ceco ha preso in mano la difesa bianconera stabilizzandola e dandogli maggior equilibrio, mostrando anche leadership e cattiveria agonistica. Vista la sua partenza il Lugano ha optato per un profilo più offensivo e sarà da valutare la mancanza di un giocatore come il ceco nella retrovia bianconera.

FATTORE X

Gestione dei portieri e situazioni speciali: Il Lugano ha messo basi solide per una regular season di buon livello, ma al suo interno ci saranno fattori da valutare per bene. Andranno gestiti meglio i tempi di gioco dei due portieri e soprattutto dovranno esserci miglioramenti netti tra power play e box play, situazioni per lungo tempo disastrose la scorsa stagione e che avevano frenato molte delle ambizioni dei bianconeri.


La classifica di HSHS

1. ZSC LIONS
2. GINEVRA
3. ZUGO
4. BIENNE
5. BERNA
6. LUGANO
7. RAPPERSWIL
8. LOSANNA
9. DAVOS

10. FRIBORGO
11. KLOTEN
12. AMBRÌ PIOTTA
13. LANGNAU
14. AJOIE

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