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Interviste

Riva: “Con il cambiamento cercavo aria nuova, sono molto contento della mia decisione”

Il ticinese sta vivendo un buon inizio di campionato: “Mi sono trovato subito bene e la chimica sia con Bengtsson che con Schlumpf funziona ottimamente. Ora bisogna però continuare a lavorare duramente per migliorare”

AMBRÌ – Quattro partite, tutte nella prima coppia di difesa. Le prime due al fianco dello svedese Bengtsson, le susseguenti – con lo straniero fuori causa – assieme a Schlumpf. In tutte le occasioni ovviamente un grande minutaggio. Meglio di così a livello personale la nuova avventura di Elia Riva a Zugo non poteva iniziare.

“Assolutamente sì, d’altronde era quello che cercavo con il cambiamento, respirare aria nuova. Mi sono trovato subito bene e la chimica sia con Bengtsson che con Schlumpf funziona ottimamente. Ora bisogna però continuare a lavorare duramente al fine di migliorare ulteriormente”.

È stato difficile entrare nel sistema di gioco dello Zugo?
“Non direi difficile, ma all’inizio trattandosi appunto di un cambiamento ho trovato tante cose nuove da imparare, ma l’allenatore e i compagni mi hanno aiutato tanto e ciò mi ha facilitato il compito. Mi sono integrato subito bene, conoscevo già diversi giocatori e quindi è stato facile entrare nello spogliatoio”.

Qual è la più grande differenza che ti è balzata all’occhio tra le organizzazioni di Lugano rispettivamente Zugo, cosa ti ha colpito?
“Difficile da dire. Sicuramente in generale ce ne sono parecchie, ma è logico. Cambiano lo stile di gioco voluto dal coach, le persone all’interno dei club, la lingua. Insomma è tutto nuovo, è una magnifica esperienza quella che sto vivendo e sono molto contento della decisione presa, ora si va avanti, la stagione è lunga e siamo appena all’inizio”.

Tangnes che tipo di allenatore è in merito alla comunicazione?
“È molto aperto, cerca il dialogo, parla tanto, ti consiglia. Pretende molto logicamente, ma è uno chiaro. Quando sbagli ti aiuta, quando fai bene ti tiene con i piedi per terra”.

A Zugo riesci ancora a girare nell’anonimato oppure la gente comincia già a riconoscerti per strada a attorno alla Bossard Arena?
“Al momento posso ancora passeggiare anonimamente, ma la città è piccola e quindi tutto va in fretta. Dopo un po’ di tempo magari mi riconosceranno un pochino di più. Zugo è più tranquilla rispetto ad altri posti, è una città per così dire un pochino più “per il lavoro”, i fans ci sono, ma in generale all’esterno è molto più tranquilla”.

Come va con il tedesco e il dialetto locale?
“Un po’ un disastro (Elia ride ndr). Ho iniziato a frequentare delle lezioni, voglio assolutamente imparare la lingua, perlomeno le basi e saper costruire le frasi. Non intendo arrivare a parlarla fluidamente- anche se dovessi riuscirci benvenga ovviamente – ma perlomeno riuscire a comunicare e a capire. Frequentare i corsi è anche un modo per integrarmi meglio all’interno di Zugo”.

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