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Ambrì Piotta

Regin: “Qualificarsi per le Olimpiadi è stato esaltante, sono pronto per l’inizio con l’Ambrì”

Il centro danese: “Ci sono alcune piccole cose che voglio sistemare, ma fisicamente giocare delle partite importanti in Nazionale è stata un’ottima preparazione. Il sistema di Ehlers ha delle similarità con quello di Cereda”

BIASCA – A meno di una settimana dal debutto nel nuovo campionato e con l’eccitazione che anticipa la prima partita nella nuova pista, per l’Ambrì Piotta questo è un periodo decisamente intenso, e lo è anche per il centro straniero Peter Regin.

Arrivato in una nuova realtà e poi confrontato anche con il torneo di qualificazione olimpica, il danese ha avuto decisamente il suo da fare nell’ultimo periodo, ma ora è pronto per iniziare la stagione con i biancoblù.

“È stata sicuramente un’estate movimentata per me, specialmente l’ultimo mese, visto che tre settimane fa sono anche diventato papà!”, ci ha spiegato con il sorriso Regin. “Mi sono dovuto confrontare con tante nuove cose, ma tutti questi cambiamenti sono stati positivi dunque sono felice… È bello poter essere parte dell’Ambrì, la squadra mi sta aiutando molto, mio figlio sta bene e con la Danimarca ci siamo qualificati per le Olimpiadi. È stato un periodo di grandi soddisfazioni”.

Parlaci della qualificazione alle Olimpiadi, deve essere stato un momento unico…
“È stato davvero speciale! Oramai non sono più giovanissimo ed ho partecipato al torneo di qualificazione olimpico in diverse occasioni, ma non eravamo mai riusciti a staccare un biglietto per i Giochi. Negli ultimi anni avevamo delle buone squadre e dunque era stato molto deludente mancare l’obiettivo, ed in questa occasione molti giocatori – me compreso – erano consapevoli che sarebbe stata l’ultima chance in carriera per partecipare alle Olimpiadi. Quando abbiamo ottenuto la qualificazione è stato un grande sollievo!”.

In Nazionale eri sul ghiaccio in linea con Boedker, avete avuto modo di parlare del prossimo campionato e della rivalità con il Lugano?
“Io e Mikkel ci conosciamo davvero da tanti anni, abbiamo giocato assieme sin dai tempi delle nazionali giovanili. Quando il nostro percorso si incrociava in Nordamerica ne approfittavamo sempre per gustarci una buona cena assieme, siamo amici da tempo e mi ha raccontato un po’ di cose soprattutto legate al territorio ticinese e ciò che posso aspettarmi dalla National League. Aveva inoltre alcuni buoni consigli per dei ristoranti a Lugano, mentre di hockey e della rivalità tra Ambrì e Lugano abbiamo parlato poco”.

Sabato giocherai quella che sarà solamente la tua terza partita con l’Ambrì, sufficienti per essere pronto al debutto con una nuova squadra?
“Ci sono alcune piccole cose che voglio sistemare, soprattutto perché lo stile di gioco dell’Ambrì Piotta è un po’ diverso rispetto a quanto sono abituato, e nelle ultime settimane ho cercato di assimilare tutte le novità soprattutto nella mia testa. Dal punto di vista fisico però mi sento bene, ho giocato un paio di amichevoli con la squadra ed altre sei partite con la Danimarca, dunque in termini di ritmo e gambe sono a buon punto. In Nazionale ho inoltre disputato delle sfide molto importanti, che per prepararsi sono la cosa migliore”.

Il sistema di gioco ad Ambrì è molto diverso da quanto eri abituato?
“Sì, alcuni aspetti sono una novità, ad esempio il sistema di break out. Con la Danimarca il nostro coach è però Heinz Ehlers, che ha allenato tanti anni in Svizzera ed anche lui sul ghiaccio applica delle logiche di gioco molto simili a quello che vuole proporre Cereda”.

Avere al tuo fianco Kozun in questo senso è un vantaggio?
“Sicuramente è un punto a favore. Ci conosciamo benissimo ed il fatto di ritrovare presto la miglior intesa possibile non ci preoccupa… Abbiamo giocato sinora solo due partite assieme, ma siamo sicuri che con l’inizio della stagione ed il passare del tempo l’alchimia migliorerà sempre di più”.

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