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Coppa Spengler

Quenneville: “Tra canadesi non ci sono segreti, solo la grande voglia di giocare assieme”

L’attaccante bianconero approfitta della Spengler per raggiungere la piena forma: “Poter unire il lavoro al tempo con la famiglia è fantastico. Questa è una grande opportunità per me”

DAVOS – Nonostante qualche brivido nel finale, il Team Canada si è qualificato abbastanza agevolmente per le semifinali della Coppa Spengler, vendicando anche la finale persa nel 2018 proprio contro i finlandesi del KalPa Kuopio.

Per John Quenneville affrontare avversari che non si conoscono è sempre una sfida diversa: “A volte le partite sembrano andare in una certa direzione – afferma l’attaccante del Lugano – ma senza conoscere alcune squadre occorre dare fondo a ogni energia fino alla terza sirena anche con un vantaggio consistente. Mi sto divertendo molto, non credevo di trovare un ambiente simile, mi sento fortunato a poter partecipare a un evento simile con la maglia del Canada”.

John Quenneville, alla fine è arrivata la vittoria, seppure con qualche problema nel finale…
“Forse abbiamo indietreggiato un po’ troppo nella gestione del vantaggio e li abbiamo lasciati giocare troppo vicino alla nostra porta, poi a volte qualche disco non va nella direzione che pensavi e nascono certe reti. Il fatto è anche che qui alla Spengler giochi contro squadre che non conosci a fondo e a volte ti sorprendono, ma da sabato contro la Dynamo dovremo mostrare più continuità dall’inizio alla fine, l’obiettivo è solo quello di vincere il trofeo”.

Spesso e volentieri vediamo un Team Canada capace di creare subito un grande spirito di gruppo nelle sue selezioni, c’è un segreto dietro a questo?
“Non credo ci sia un gran segreto dietro questo, penso semplicemente che l’orgoglio di poter vestire la maglia del proprio paese ci dia una spinta in più, unita all’esperienza di tanti giocatori molto forti che hanno alle spalle delle carriere importanti. Non vedo una ricetta particolare in questo, ma personalmente trovo molto facile giocare assieme a tanti giocatori capaci e alla fine il fatto di creare un ottimo gruppo affiatato viene in maniera molto naturale”.

Tradizionalmente per voi canadesi questo è un momento da passare con famiglie e amici, immagino che anche per te sia così…
“Certo, come sai sono diventato da poco papà e non ho perso l’occasione di poter vivere questi momenti con mia moglie e mia figlia che mi hanno accompagnato qui. È una splendida maniera per poter unire quello che è il tuo lavoro con la famiglia in un ambiente fantastico, mi sto godendo appieno questi giorni”.

Inoltre con il campionato fermo puoi raggiungere la forma giusta in vista di gennaio…
“Quando mi è stata proposta questa opportunità l’ho colta al volo non solo per la maglia canadese ma anche perché mi sarà utile per arrivare in campionato con il Lugano al top della forma a gennaio. Mi fossi fermato questi dieci giorni dopo aver giocato qualche partita probabilmente ne avrei risentito, mentre invece posso continuare con la mia crescita che infondo necessitava solo di poter giocare delle partite con regolarità”.

Anche trovare i primi gol della tua stagione ti ha tolto una sorta di scimmia dalla schiena?
“Non posso considerarla veramente così, dai, in fondo non giocavo da molto! (ride ndr). Scherzi a parte, in queste partite o con il Lugano non ne ho mai fatto un’ossessione perché comunque le sensazioni erano buone e sapevo che prima o poi le reti sarebbero arrivate, ma ovviamente sono felice di aver segnato, in fondo è il mio lavoro”.

A Lugano i tifosi hanno subito notato un’intesa particolare con Luca Fazzini…
“È stato abbastanza facile adattarmi ai compagni a Lugano anche se li ho cambiati di partita in partita, ma ammetto che con Luca Fazzini ci siamo subito intesi al volo, è un giocatore che ha delle qualità molto particolari, un tiro eccezionale e una grande visione di gioco. Insomma è un giocatore veramente speciale e capisco quanto sia importante per il Lugano e i tifosi che lo amano moltissimo”.

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